L' AVVENTURA
di Mirella Giordani
Lena è li che sorride in
cima alla scaletta del ponte. Sto per
raggiungerla, facendo i gradini a due alla volta e anch'io sorrido. Anzi rido.
Che avventura! Non vedo l'ora di raccontarla alla altre.
Suor
Filomena interrogava e noi rispondevamo
in coro. Chi è Dio? Dio è Signore e Creatore del cielo e della terra. Chi ci ha
creato? Mentre tutti cantilenano Ci ha creato Dio, i
maschi seduti nella fila dietro si sporgono in avanti e ci sussurrano una loro
blasfema risposta: - Nostro padre e nostra madre sotto le lenzuola. E Lena, voltandosi a mezzo, sibila a denti
stretti : - Giancarlo, lo dico a tua mamma!
D'improvviso
suona lugubre l'allarme antiaereo, subito si aggiunge nella
sagrestia lo stridore delle sedie smosse , segue lo
scalpiccio attraverso la chiesa semibuia, e, dopo un approssimativo segno della croce, tutti
fuori sul sagrato, al sole del primo
pomeriggio che acceca.
E'
sempre così quando suona l'allarme, la lezione di catechismo si interrompe
bruscamente e tutti, bambini e bambine, corrono a casa. Lena e io abbiamo circa due chilometri da
fare e li facciamo di corsa. Anche oggi, lei davanti a me è velocissima
nonostante le sue gambe un poco a ics,
le trecce le sbattono sulle
spalle del vestito a fiorellini e sotto
sporgono le sue scapole magre. La strada
è affollata di biciclette che corrono verso la campagna scampanellando nervose.
Quando
arriviamo alla cinta daziaria, siamo costrette a rallentare la corsa che le gambe
han cominciato a farsi
pesanti. Sentiamo dietro di noi gli
zoccoli di un cavallo che trotta. Ci giriamo senza fermarci e vediamo sul
nostro lato della strada, un calesse con un uomo a cassetta. Non so a chi delle due è venuta per prima
l'idea, ma sono stata io che ho detto a Lena: –
E se gli chiedessimo di prenderci su?
Intanto il cavallo ci
è di fianco e lei dice ad alta voce: - Può portarci a casa? L'uomo ha fatto di sì con
la testa, mentre ha dato una voce al
cavallo tirando le redini e il cavallo si è fermato. Ci siamo arrampicate a cassetta e ci siamo
sedute composte di fianco all'uomo, così emozionate che respiriamo appena. Non
siamo mai state su un calesse prima d'ora.
Il cavallo ha ripreso a trottare veloce. E' un animale grande e robusto dal pelame rossiccio
con la criniera e la coda bionde che ondeggiano a ogni passo. L'aria che ci accarezza la faccia,
asciugandoci il sudore della corsa, profuma di primavera, devono essere già
fioriti i lillà. Le rotaie del tram sono due lunghi nastri d'argento sotto il
sole che corrono veloci insieme a noi, sulla strada sotto di noi.
Ecco,
può lasciarci lì al ponte?
Peccato,
la corsa è già finita. Balziamo a terra ringraziando e mentre il calesse si
allontana ci mettiamo a ridere e a saltellare per sfogare l'allegria fino ad allora repressa per timidezza, ci diamo anche delle
piccole spinte per sopravanzarci e Lena
è in testa, è li che sorride in cima alla scaletta del ponte.
Quel
che è successo dopo me l'hanno raccontato, ma io non
lo ricordo proprio.
Si
è sentito nel cielo un aereo, uno, uno solo, non il rombo spaventoso delle fortezze
volanti in assetto da bombardamento. - Non
è niente, dai, è Pippo! ho detto a Lena mentre stavo per raggiungerla, o forse lei lo
ha detto a me. Poi c'è stato un sibilo, o un'ombra scura
forse, e dopo uno scoppio, un getto grande di terra , sassi e pietre, e una ventata forte d'aria
calda che mi ha ributtata indietro fino ai piedi della scala del ponte
dove di lì a poco mi han trovata, svenuta e sanguinante, ma viva.
Lena invece non l'hanno
vista subito. L'han ritrovata dopo,
sotto la terra
e il cemento frantumato degli ultimi
gradini. Per lei non c'è stato più niente da fare, mi han detto.
Oggi,
che gli anni passati sono tanti e tanti, spesso penso a lei e vedo una bambina con
le trecce e il vestito a fiorellini già estivo dal
quale spuntano le gambe
magre un poco a ics.
Lena è lì che mi aspetta e sorride in cima
alla scaletta del ponte.