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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Genesi imperfetta, di Cristina Bove 09/09/2010
 

Genesi imperfetta

di Cristina Bove



4 gennaio

Non so come dirglielo, non trovo le parole . Lei aspetta.
-Sì, cara, i giornali ne parlano, c'è stato un altro caso proprio nel nostro quartiere…-
Non riesco a reggere il suo sguardo.
E' tutta colpa mia!
Lei ha gli occhi larghi d'angoscia, ha ragione, tutta colpa mia. Ma come potevo rinunciare? Rinunciare con ancora sessanta probabilità su cento?
- Sì, cara, dammi, lo metto a posto io, sì, sul secondo ripiano…Aspetta, lascia che ti aiuti…Tesoro, non piangere! Ti prego! Ti amo tanto! Ho tanta fiducia nella nostra buona sorte…Vedrai, a noi non succederà…andrà tutto bene-
Lo spero con tutto me stesso. E' l'unica cosa che conta, ormai.
Mia moglie è la persona più bella , più dolce, più coraggiosa , che un uomo possa avere accanto, mi dispiace lasciarla da sola in casa, ma devo recarmi in ufficio.
- A stasera. Ada, non affaticarti, mi raccomando! Hai sentito il dottore,no?-

5 gennaio

Lei è già al corrente, la televisione è ancora accesa…
- Dunque, è andata più o meno come sai. Ti leggo le notizie dal giornale: due casi all'Ospedale Civile e uno al Residenziale; una delle donne, quella più giovane, si è suicidata…L'incaricato del CAPPAF invita la popolazione alla calma: i genitori devono aver fiducia nelle risorse che il Centro è in grado di offrire ai suoi protetti, ed è in grado di portarli tutti ad un livello di efficienza normale, in modo da garantire loro una vita socialmente valida ed accettabile.-
Lei si asciuga furtivamente gli occhi con il lembo del grembiule.
- Scusami, non mi va di cenare, sono troppo stanco …ho solo voglia di dormire…Buonanotte, cara.-

16 gennaio

Chiudo piano la porta alle mie spalle, attento a non svegliarla…E' tardi. Silenziosamente mi svesto, infilo il pigiama, mi stendo accanto a lei che dorme. osservo il suo profilo delicato, il piccolo naso all'insù. La coperta si conforma al suo corpo, si arrotonda sollevandosi sul ventre gonfio.
Un nodo mi stringe la gola…ho voglia di piangere e gridare…Le chiedo mentalmente perdono per averla convinta a tentare. Perdono per questi lunghi giorni di pena , per questa altalenante attesa tra speranza e terrore. Perdono per non averle evitato il tormento.

19 gennaio

Abbiamo guardato insieme il notiziario della sera: 23 casi all'Ospedale Maggiore, 15 al Fatebenefratelli, 9 allo Spallanzani, nella nostra città. Nell'intero paese la percentuale è costantemente in aumento.
Ha parlato il solito addetto psicologo, ha detto che bisogna continuare ad affidarsi al Centro Assistenza Protesica per Anomalie Fisiche, assicurando che ai nostri figli sarà garantito un futuro adeguato. Ha parlato di progresso scientifico, di progettazioni sempre più all'avanguardia: servoprensili ad induzione psichica per i nostri bambini privi di braccia, cuscini d'aria a controllo sensoriale ottico per quelli privi di gambe, ecc…
Ha spiegato che con l'ausilio di apparecchiature sempre più sofisticate i nostri figli non avranno rimpianti né invidieranno mai i loro predecessori.
Ada ha soffocato le lacrime, poi ha spento la televisione ed ha incominciato a parlare di un visetto delicato, nasino all'insù, riccioli d'oro, piccolo corpo sgambettante, piccole braccia dalle manine paffute…
L'ho stretta forte a me nel riflesso ramato della lampada che illumina i suoi capelli biondi.

20 febbraio

Soltanto il cinque per cento dei nati in questa settimana è normale.
Stamattina hanno ricoverato con le doglie l'inquilina del ventesimo piano.
Aspettiamo la telefonata del marito.
Vorrei abbracciare Ada, rassicurarla, ma i suoi occhi mi sfuggono, restano fissi sul piatto ancora pieno.
Ecco, il videotelefono squilla…non c'è bisogno di parole: quel viso rassegnato, dolente, dice tutto: senza braccia, senza gambe…un tronco e una testa…come tutti gli ultimi nati di questa settimana.

25 marzo

Ci siamo quasi. Tra pochi giorni Ada partorirà.
Mi intenerisce la sua aria stanca, il suo bel viso segnato, il passo esitante sbilanciato dal peso del ventre sempre più sporgente. Vorrei essere con lei in un mondo di tanto tempo fa, in una piccola casa di mattoni, dal tetto di tegole rosse a spiovente, sopra un prato verde su cui saltano e corrono felici i nostri bambini, acchiappando farfalle e calpestando l'erba…Come nei racconti dei nostri Vecchi…
Per noi sarà così…sono sicuro…sicuro…sicuro…!

29 marzo

Un uomo è sempre indifeso di fronte al male.
Così forte è la convinzione di esserne immuni che, malgrado le previsioni contrarie, gli avvenimenti sgradevoli ci colgono comunque impreparati.
Quando mi ha detto: -Ci siamo- ho creduto di impazzire…
Poi tutto è precipitato…La corsa in macchina…il suo pallore, il suo sorriso di incoraggiamento tra uno spasimo e l'altro, Era stravolta ma mi ha perfino strizzato l'occhio mentre il lettino scivolava silenzioso lungo il corridoio.
C'era un vortice nella mia mente, quando la porta della sala parto si è chiusa dietro l'ultima infermiera.
Poi…il ginecologo mi ha chiamato.
Ed ora sono qui, accanto a lei, aspettando che si svegli dall'anestesia.
Ma come potrò dirle, quando mi guarderà con l'ansia dentro gli occhi, come potrò dirle:- ha due piccole braccia grassocce, due piccole mani rosa, due gambette tornite, nostro figlio, un piccolo corpo tenero. Senza testa. ?

 

 
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