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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Gli italiani, di Pier Paolo Pasolini 04/11/2013
 

È un giudizio severo, ma Pasolini coglie in modo perfetto il vizio atavico di noi italiani, quello che ci impedisce di cambiare, di dare un senso compiuto e comune a uno stato di cui più che proprietari ci sentiamo ospiti abusivi, in una temporaneità senza scadenze: l'indifferenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli italiani

di Pier Paolo Pasolini

 

 

L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai

da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,

di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.

Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza

a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.

 

 
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