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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Lavandare, di Giovanni Pascoli 08/12/2013
 

Se c'è una poesia che ben esprime l'abbandono e la solitudine è quella che segue, non a caso assai nota. Vi domina un grigiore della vita, frutto senz'altro di quell'esistenza d'incompiuto dell'autore, che lo portò progressivamente a fuggire la realtà  ricorrendo all'alcol.   

 

 

 

Lavandare

di Giovanni Pascoli

 

 

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi, che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.

E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene.

Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
Quando partisti, come son rimasta!
Come l'aratro in mezzo alla maggese.

 

Da Myricae

 

 
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