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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Mattinata, di Arturo Onofri 22/11/2016
 

Onofri, per certi aspetti, risente dell’influsso del simbolismo, ma è indubitabile che possa essere annoverato, per quanto in un inquadramento del tutto particolare, fra i crepuscolari. In lui il verso si fa immagine, come dimostra la lirica che segue.






Mattinata

di Arturo Onofri





Lo senti il sapore dell'aria, stamani!
È un sapore d'erba e d'arancia,
come i giardini di favola
che dormono in balsamo ancora
nella nostra memoria infantile.
Arieggia, il tuo gesto ilare,
l'ombra oscillante del salice;
e all'insaputa fai cenno
alle curve lontane dei monti
che il vento assiepato nasconde d'azzurro.
Ma il tuo dolce brio forse allude
al fiato di neve irreale
che esalano fino quaggiù
i paesi che cela il sole,
nelle lontananze gelate.
Non canta un uccello, e siamo così felici!
Una favilla traluce dal cuor del ciottolo
che il tuo passo scavalca senza distrarsi,
e intanto nell'erba assorta
circola e trema improvviso
il soffio che vi dormiva.
Senti? Questa è la voce
che non l'orecchio intende
ma il trasalire solo del tuo silenzio
dedito al sogno celeste della musica.
Questo è il mattino
color del mio brivido.
Ed io con parole innocenti
vado come palpando
i fuggitivi contatti di questi momenti col cielo:
sono altrettanti saluti d'amore
al bel clima di felicità silenziosa
specchiata nel giro del nostro orizzonte.



 
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