Eugenio
Montale, un nome che é una garanzia di grande poesia. Ci sono
poesie, che nella loro apparente semplicità, rivelano,
analizzandole attentamente, verità che si scoprono in un
confronto fra la memoria di un tempo che è stato e l’oggi,
appunto come quella che segue.
L'
Arno a Rovezzano
di
Eugenio Montale
I
grandi fiumi sono l’immagine del tempo,
crudele e
impersonale. Osservati da un ponte
dichiarano la loro nullità
inesorabile.
Solo l’ansa esitante di qualche
paludoso
giuncheto, qualche specchio
che riluca tra folte
sterpaglie e borraccina
può svelare che l’acqua
come noi pensa se stessa
prima di farsi vortice e rapina.
Tanto
tempo è passato, nulla è scorso
da quando ti
cantavo al telefono 'tu
che fai l’addormentata' col
triplice cachinno.
La tua casa era un lampo visto dal treno.
Curva
sull’Arno come l’albero di Giuda
che
voleva proteggerla. Forse c’è ancora o
non è
che una rovina. Tutta piena,
mi dicevi, di insetti,
inabitabile.
Altro comfort fa per noi ora, altro
sconforto.
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