Adriano
Grande (Genova, 1 luglio 1897 – Roma, 1972) è stato un
poeta appartenente alla “linea ligure” che nel primo
dopoguerra portò il livello della poesia italiana a quello
europeo. A questa corrente, giusto per chiarire l’importanza
che ha avuto, parteciparono anche Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro,
Giorgio Caproni, solo per citare i più noti. Grande, che fu
anche un eccellente pittore naif, riversa gli stilemi di questa
corrente artistica figurativa anche nei versi, con una visione
elegiaca della realtà, permeata da un senso religioso
dell’esistenza. La poesia che segue ne è un chiaro
esempio.
Tralci
di
Adriano Grande
T'apri
nella memoria
t'apri nei sentimenti
lontano cielo di
Liguria. Incongruo
baglior di gioventù
fuori
stagione, ai grappoli
delle acacie e dei glicini
in
fiore nelle assorte
ville laziali rechi
stasera l'aria di
laggiù, soave
in primavera: l'aria
dei freschi
stordimenti
che han le storie d'amore
tra adolescenti.
In
me ritrovo tralci lunghi e turgidi
di rose e rose. Nella mia
Liguria
eran talmente densi
ai bordi delle strade
che
vanno al mare! Da muri e spalliere,
da siepi e
pergolati
calavano alle rive, alle scogliere,
sonagliere
d'odore.
Sotto le foglie secche
di tanti anni sciupati, tra
le nere
ombre della mia vita,
nulla di più
felice,
nulla di più squillante e profumato
m'è
dato ritrovare.
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