Ha
scritto due stupende poesie sul dramma della guerra (nel caso
specifico la Grande Guerra); certo che Viatico e Voce di
vedetta morta, oltre ai contenuti, sono esempi di grande capacità
figurativa. Si legge, si diventa presenti, si avverte l’angoscia,
intorno a noi l’orrore della guerra, il tanfo della morte, la
trincea che appare come una fossa. Clemente Rebora è un poeta
capace di affrontare altri argomenti e in ogni caso rimane quella
grande capacità descrittiva che non poco contribuisce al
coinvolgimento. Nella poesia che segue il paesaggio, tipicamente
collinare, è caratterizzato dall’argento degli ulivi,
che donano un profondo senso di pace.
Argento
grigio
di
Clemente Rebora
Argento
grigio, cinerino argento
pallor di solitaria onda di
olivi
che si raccoglie a valle, ove i declivi
posano
in un sopor d'ombra e di vento.
E odor di menta, odor
umido e lento
di fieno, chioccolio roco di rivi
o
di polla che ognor li riavvivi,
tra suon di augelli ne'
silenzi spenti.
o pace, o rivi, o ciottoli lucenti
d'acqua,
quanto stupor e che desio
di sonno la pensosa anima invade
A lenti passi scendono le strade
e dilungano
quindi con più lenti
passi in un grembo, pallido,
di oblio.
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