Una
cena conviviale, ma forse cena è troppo e, pur restando un
gruppo in amicizia, si divide insieme quel poco che si ha e nel
bicchier di vino si sfuma la tristezza, si annega un pianto di
miseria.
Cena
di
Rocco Scotellaro
Voglio
aria la sera e consumazione
di vino e castagne in
compagnia
perché ognuno conta una storia
e insieme
viene l'armonia.
Lo scarparo è stato tutto il santo
giorno in casa
fino a che si è fatto scuro e si è
cavato il senale,
con quello ha coperto il bancarello e i
ferri
e ha detto a moglie e figli: Io esco andatevi a
coricare.
Il fabbricatore viene direttamente dalla casa che
fabbrica
con le lenticchie di calce azzeccate sotto l’occhio.
Il
sarto anche lui con un filo e l’impiegato
con l’inchiostro
sciolto alla punta di due dita.
I contadini sono più di
uno
con succhi di stalla sul collo.
Ed io ho
sbattuto il libro già ingoiato dall'ombra
e ho detto ad
alta voce che questa non è vita.
Ci siamo allora
azzuffati alla morra,
la moglie e la figlia del falegname,
dove
stiamo bevendo, girano attorno alla tavola
e dicono che siamo
proprio bambini.
Abbiamo cacciato i tozzi di pane di tasca
e
chi olive, chi una noce, chi la cipolla e il peperone;
l’impiegato
ha diviso la frittata incartata
in un foglio di ufficio, e
abbiamo bevuto.
Amore, amore veniva da cantarlo
tutta la
santa notte in compagnia.
La moglie e la figlia del falegname
si
sono ritirate dicendo:
Questi fanno far giorno
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