Il
vero poeta non necessita di grandi ispirazioni, anzi è capace
di cogliere il senso delle piccole cose, trasformandole in versi
tanto da farle apparire grandi. Un esempio? Quello che segue, dove un
anonimo fiore, nato da un seme portato dal vento, s’erge fra
due vecchi embrici di un tetto e gli occhi, non le mani, di Ada Negri
l’hanno colto e ha fatto nascere l’idea.
Il
fiore sul tetto
di
Ada Negri
Ieri
non c'era. Or vive, tra due vecchi
embrici. Se per poco io
m'arrischiassi
sovra il muretto del terrazzo, cogliere
lo
potrei. Non ardisco. E' troppo bello
così: troppo mi
piace, erto sul gambo,
dalle muffe dei tegoli sgorgante
senza
una fronda, ma col serto d'oro
di un reuccio di fiaba. E' un
fior magato.
Il suo germe, quassù, lo portò il
vento.
Il suo nome lo cantano le stelle.
Nulla sa delle
selve e dei giardini
sparsi pel mondo; sta, fra tetti e
cielo,
felice: al mondo unico fior si crede,
ed io l'amo
per questo...
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