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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Sera di Gavinana, di Vincenzo Cardarelli 16/11/2011
 

La quieta malinconia che coglie la sera in un paesino dell'appennino, in un'unione fra paesaggio e atmosfera degne della mano di un artista.

 

 

 

 

 

 

Sera di Gavinana

di Vincenzo Cardarelli

 

 

Ecco la sera e spiove

sul toscano Appennino.

 

Con lo scender che fa le nubi a valle,

prese a lembi qua e là

come ragne fra gli alberi intricate,

si colorano i monti di viola.

Dolce vagare allora

per chi s'affanna il giorno

ed in se stesso, incredulo, si torce.

Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,

un vociar lieto e folto in cui si sente

il giorno che declina

e il riposo imminente.

Vi si mischia il pulsare, il batter secco

ed alto del camion sullo stradone

bianco che varca i monti.

E tutto quanto a sera,

grilli, campane, fonti,

fa concerto e preghiera,

trema nell'aria sgombra.

Ma come più rifulge,

nell'ora che non ha un'altra luce,

il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.

Sui tuoi prati che salgono a gironi,

questo liquido verde, che rispunta

fra gl'inganni del sole ad ogni acquata,

al vento trascolora, e mi rapisce,

per l'inquieto cammino,

che teneramente fa star muta

l'anima vagabonda.

 

 
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