L'intervista è a Reno
Bromuro e mi sono permesso di utilizzare l'introduzione, veramente esauriente,
di un'altra analoga a opera di Monia
Di Biagio di qualche anno fa.
Ho il piacere di
intervistare un artista completo: Reno Bromuro poeta, commediografo, scrittore,
regista, attore e giornalista è nato a Paduli in provincia di Benevento.
Debutta in teatro con un
atto unico «Pascalino 'o piscatore», nel 1953, in cui affronta il
problema degli invalidi permanenti di guerra e, per la prima volta,
l'esperienza del teatro che amalgami parola – gesto - suono in contrapposizione
alla tradizionalità del teatro italiano. Nel 1957
fonda a Napoli il «Centro Sperimentale di Ricerca per un Teatro Neorealista»,
manifestandola nel dramma «Il vaso dei sogni perduti» rappresentato dal
13 dicembre dello stesso anno al Teatro Bracco. Nel 1970, fonda a Roma la
Compagnia di Prosa «I Corinti» con la quale, rappresenta nei teatri De'
Satiri, delle Muse, de' Servi un dramma sui pericoli
della droga dal titolo «...Quella Maledetta...» in
cui i segni fondamentali parola-suono-gesto-illuminazione
sono tutt'uno con l'azione teatrale, che tende a
sviluppare nello spettatore l'immaginazione della scenografia e del luogo di
azione. Per la prima volta, lo spettatore è chiamato anche a «scrivere» ogni
sera, il finale dell'opera. Nasceva il «Teatro dell'Immagine o
dell'Immaginazione».
Dal 1986 continua la sua
ricerca teatrale, con i giovanissimi della Scuola Media Statale San Giorgio di Fregene, Torrimpietra, La Rustica fondata sulla teoria
del Teatro povero grotowskiano. Bibliografia
analitica: la seguente bibliografia è integrale per gli anni della maturità in
cui l'attività dello scrittore è più intensa 1971-1995, escludendo le polemiche
intorno alle conferenze sul tema: «Il Racket dell'Arte e il valore umano della
Poesia». L'esperienza con gli alunni della scuola media statale continua. Con
loro sono stati allestiti e realizzati (negli anni 1988 al 2002), spettacoli
ideati e scritti dagli stessi alunni, eccetto
«... Quella
maledetta...» - un dramma sui pericoli della droga - «L'imperatore... ore» - una
commedia sul problema dell'incomprensione coniugale - «Sulla spiaggia» - una pièce che abbracciando e
sviluppando l'A. B. C. dell'Educazione
Teatrale mette in luce la comprensione effettiva della disciplina teatrale - «Peplomania» un dramma in cui il profano si divinizza
attraverso «la fede» - «Ricorrenza» come una favola, nel gioco di
ragazzi, si può tramutare in tragedia se la conoscenza è male amministrata - «Atti
in tre minuti» la problematica quotidiana, nei suoi molteplici aspetti, si
manifesta attraverso il gioco del teatro - «Il gioco della vita» come una
favola realista può far capire che cosa è veramente vivere - «Il gioco delle
maschere» il gioco politico e del potere tentennante in cui il conflitto
d'interesse, macchia la nazione che governano - «Policeman
gold» una commedia parodistica del romanzo giallo sceneggiato per il cinema
o la televisione; - «Arianna e il Nonno» come la complicità tra i
giovani e i vecchi può dare agli uni e agli altri la forza di
essere buoni e comprensivi i primi, la forza di continuare a lottare per
la vita i secondi (secondo premio alla «Rassegna Teatrale Ragazzi
Insieme», per il testo e il premio quale migliore attrice – in mezzo a trecento
partecipanti a Arianna Del Vecchio -) - «Viva il Natale» come con la
fede e la volontà anche i tiranni, trasformati nei re Magi non donano oro,
incenso e mirra al Bambinello, ma chiedono il regalo di perdere la parola se
dovessero pensare alla guerra.
Per quanto concerne
alcuni CENNI CRITICI DI LETTORI E DI GIORNALISTI SUL TEATRO DI Reno Bromuro, bisogna
innanzitutto ricordare che «II 1972 è stato l'anno della rivelazione della
compagnia di Prosa «I CORINTI» diretta da Reno Bromuro e molti giornali hanno
criticato positivamente, sia l'argomento del dramma che la regia». Come ad
esempio: «LA VOCE NUOVA DELLA REGIONE» Bari «Un
processo che a tutte le apparenze si riferisce ad avvenimenti abbastanza
recenti propone un esame dei motivi che possono indurre un gruppo di giovani a
diventare vittime d'un certo "giro" in cui l'irrequietezza di alcuni
si mescola alla desolazione e allo squallore di altri...». «MOMENTO SERA»
Roma «I CORINTI dopo aver rappresentato
"...QUELLA MALEDETTA..." una denuncia sui
pericoli della diffusione della droga fra i giovani, ritornano con una novità
di Reno Bromuro "CHIAMMALE COMME TE PARE (Chierechella)". Diciamo subito che non si tratta di una
formulazione sperimentale e di avanguardia, come negli ultimi tempi se ne sono viste nell'area
partenopea, bensì di una Compagnia tradizionale, con il chiaro proposito di
denunciare in forma popolare e realistica determinanti realtà sociali del
nostro tempo. La commedia di Bromuro, in due tempi, (dopo un prologo drammatico
che vede, durante una violenta manifestazione di massa, la morte di un giovane
innocente), si sviluppa nell'ambito di un quadretto familiare all'insegna del
bisogno, reso maggiormente teso dalle gravi difficoltà economiche. «MOMENTO
SERA» Roma «...I due
giovani Marcella ed Enrico, si dedicano con passione alla contestazione
per un domani migliore. Tra i due poli - negativo e positivo - si svolge la
vicenda della commedia che potrebbe agevolmente inserirsi in un certo filone di
teatro popolare dialettale» «IL MESSAGGERO» Roma «...La commedia di carattere popolare e
sociale, s'inserisce nel solco della migliore produzione napoletana». «LA
SETTIMANA A ROMA» Roma «...La nuova
commedia in due tempi di Reno Bromuro dal titolo: "CHIAMMALE COMME TE PARE (Chierechella)", si
inserisce nel solco della migliore produzione partenopea. Il suo autore si può,
senz'altro, definire uno dei maggiori eredi di una tradizione che con Eduardo
De Filippo ha conquistato respiro universale". Nino De Tollis - Roma «Va
dato atto della buona riuscita della manifestazione, al regista Reno Bromuro
che ha saputo realizzare uno spettacolo veramente vivo, attuale e interessante,
mettendo in luce una delle piaghe più cancerose che affliggono la nostra
società". "PENSIERO ED ARTE" – Bari "I GIORNI DEL CAOS:
- una trasposizione al presente della
passione del Cristo del cui martirio siamo tutti responsabili come Umanità che
- senza limiti di tempo e di spazio - vive colpevole
del sangue della Croce, della fine dell'innocente che ieri, come oggi, continua
a morire. "Io non volli capire ... e fu la guerra. - Io non volli capire e
continuo a tradire chiamandomi Giuda". - Io non volli capire e lacrime e
sangue ribollono nella gelida tomba del Cristo: un
Cristo al femminile, nella sofferta interpretazione di Viviana Buzzoli, perché, nella fratellanza universale. Cristo è
Umanità che si fa Amore. Ed è questo amore di cui oggi noi abbiamo bisogno. Un
bisogno che è necessità di vita, necessità di credere per andare avanti
nonostante tutto, in un mondo che noi uomini abbiamo disumanizzato".
IL CORRIERE DI ROMA (Mariella Grande)
Quanto riguarda le
recensioni per gli spettacoli teatrali, le pochissime ricevute fanno onore allo
scrittore perché non si è mai piegato alla volontà di certi critici, i quali,
pretendono che queste siano stilate dallo stesso autore e attore-regista.
Numerosissimi sono inoltre i PREMI E RICONOSCIMENTI Letterari ricevuti da Reno
Bromuro.
biblografia tratta da:
http://skorpiona.webcindario.com/reno_bromuro.htm
).
http://www.poesiavita.com/
http://www.nostalgiaetenerezza.it/renobromuropoesiedellavita/index.html
http://www.letteratour.it/TOURismi/index.asp
troverete saggi
“LetterTouristici”, come:
“Passeggiando per Napoli” (Viaggio
romanzato alla scoperta di Napoli). Recanati
città della poesia: un viaggio nella città natale di Giacomo
Leopardi, vista dagli occhi di uno scrittore e della sua memoria.
“Marie-Henri
Beyle - detto Stendhal - 'La Certosa di Parma”: uno sguardo ad uno dei
capolavori di Stendhal, viaggiando nell'Italia che
tanto amò. “Davanti San Guido. Giosuè Carducci e i cipressi della
fanciullezza”: un viaggio alla riscoperta di uno dei luoghi più
suggestivi della Maremma toscana, ispirati dai celebri versi del Carducci. Tra
rievocazioni e critica letteraria.
“Gita
al Faro, Virginia Woolf. L'escursione a una delle isole Ibridi”: le affascinanti isole
Ibridi fanno da cornice ad uno dei romanzi più innovativi e complessi del
Novecento europeo.
“L'antica
pieve di Furfalo a Serra Pistoiese”:
una piccola incursione artistica alla scoperta di un gioiellino
toscano del X secolo, da poco restaurato.
“Luigi
Pirandello, I Vecchi e i Giovani e la "Valle dei
Templi": un romanzo storico dettato dal più cupo pessimismo
sulle sorti della terra natale, nel trapasso dalla generazione risorgimentale a
quella post-unitaria italiana. E moltissimi altri, TUTTI d'un fascino ed
interesse entusiasmanti!
Su questi siti potrete
trovare suoi lavori che vanno dalla poesia alla narrativa al teatro
alla saggistica:
www.guttacavat.com/ ; www.club.it/autori/sostenitori/reno.bromuro ; www.elbasun.com/L_angolo_della_lettura/recensioni/Reno_Bromuro/index.htm
; xoomer.virgilio.it/andrleon/new__entry.htm
; www.poetilandia.it/
; www.raccontare,com
; www.aziendabari.it
; www.dentronapoli.it/Personaggi/Bruni_sergio.htm
; www.nonsoloparole.com
; digilander.iol.it/wholt/indice_reno_bromuro.htm (ci sono recensioni letterarie);
www.sfairos.it/teatro_reno_bromuro.htm ; www.nuoviautori.org
; www.carlotrotta.it .
D - Perché scrivi?
R - Per necessità di vita:
se non scrivessi dopo un giorno la testa mi scoppierebbe.
D - Alla base di tutte le tue opere c'è
un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
R – Certamente. Amarsi come
fratelli, figli dello stesso padre. Il mio primo pensiero è l'amore, divulgare
questo sentimento il più possibile. Questo stato d'animo fuoriesce già dai
titoli delle opere: «Il vaso dei sogni perduti – Desiderio
d'amore - » è il titolo della prima commedia edita da Carlo Armanni
Napoli 1956, ma già dal 1941 con pochi compagni di scuola allestivo copioni
scritti da me. Ad esempio ricordo la trama di una commedia (andata perduta) che
titolai «… e il treno corre»: su questo treno (che rappresenta la vita) ne
accadono di tutti i colori: «una donna
anziana negli anni sta per partorire, ma non si trova il medico condotto che la
levatrice avrebbe voluto vicino, perché era compare d'anello al matrimonio di
una sua nipote e l'esperienza e le capacità chirurgiche della levatrice non
bastano alla donna che muore nel mettere alla luce una bambina. Il marito della donna, morta durante il
parto, va fuori la chiesa dove incontra il medico e gli mette tra le braccia la
bambina appena nata, gridandogli: “Crescila tu!” Il medico risponde e cerca di
far capire all'uomo, il cui dolore non lo fa ragionare, che la vita è come un
treno, quando l'hai perduto è inutile piangere sul latte versato». La
rappresentammo al teatro dell'asilo e molte donne uscirono piangendo»: avevo
otto anni, dieci mesi e otto giorni.
D - Ritieni che leggere sia importante
per poter scrivere?
R – E' la base perché
leggere gli altri ti apre nuovi orizzonti, per non farti cadere nel… rimembrare
cose che hanno scritto gli altri, o peggio in un eventuale
ripetizione di pensieri comuni, che altri non capendolo chiamerebbero
“Plagio”. A me è accaduto due volte con Giacomo Leopardi (avevo undici anni e
non conoscevo il grande Vate), avevo scritto una poesia in napoletano: “Cardillo solitario” e quando la presentai al direttore de
“Il Posillipo” il quindicinale di Amedeo Greco,
questi mi disse che volevo prenderlo in giro; e, con Clemente Rebora con la lirica “Lettera fi
un figlio d'oggi” i primi tre versi sembrano essere presi di sana pianta da
“Lettera a mio padre”.
D - Che cosa leggi di solito?
R – Poesia per pregare solo la sera a letto; narrativa quando vedo
che il narratore mi avvince, come Luciano De Crescenzo; e molta saggistica e
filosofia.
D - Quando hai iniziato a scrivere?
Il 6 ottobre 1937 quando mi trovai
sbalzato, per volere di Suor Anna, in seconda elementare: avevo cinque anni due
mesi e quattro giorni:
“Oggi è il mio primo giorno
di scuola
Fino a maggio scorso sono
andato all'asilo
Volevo bene a Suor Anna
Ma Suor Anna è scappata
con un bersagliere”.
A scuola mi hanno dato
Una camicia nera un fez
E un pantaloncino
grigio-verde
Quando mia madre ha visto
Il pacco ha esclamato: Ah,
finalmente hai un vestito
decente per la festa:
sono scappato a Valle d'Asino
preferisco andare in giro, nudo”.
D - I tuoi rapporti con l'editoria.
R- Sempre in conflitto. Combatto
l'editoria dal giugno 1973 perché sono certo che vige un “Racket dell'arte” che
non permette ai giovani che dicono cose nuove di emergere,anzi
fa di tutto per affossarlo. Leggi il mio “Il Racket dell'Arte e il valore umano
della poesia”.
D - Che cosa ti piacerebbe scrivere?
R – La vita.
D - Scrivere ha cambiato in modo radicale
la tua vita?
R – Ho fatto un esame di
coscienza “fulminante” ed ho scoperto che l'ha fatta diventare Alba e Tramonto
disconoscendo la notte, il buio, la paura di non farcela; anche dopo il quarto
infarto: colpa del “Racket dell'Arte”.
Per combatterlo negli anni
scorsi riuscii a mettere su un'Associazione che funzionava anche come casa
editrice e fino al 1991 è andato tutto bene; poi sono
rimasto solo: ho perduto ventitre persone in gamba nel giro di sei sette anni,
me li ha rubati il cancro.
D - Qualche consiglio per chi ha
intenzione di iniziare a scrivere.
R – Leggere, leggere,
leggere… senza stancarsi e non abbattersi mai quando vedono ritornare indietro
il proprio manoscritto che l'editore a cui è stato
inviato non ha nemmeno aperto la busta; la segretaria ha cambiato abitacolo ed
inserito la solita lettera “fotocopiata”: “pur
avendo trovato momenti di alta letteratura, siamo spiacenti di non poter
accettare, per le infinite esigenze editoriali in atto”. Se il futuro
scrittore crede in ciò che ha scritto che metta da parte dei soldini e
pubblichi il manoscritto in proprio e faccia recapitare il libro a tutte le
terze pagine dei quotidiani sia italiani che stranieri. Questa è la storia di
“Così parlò Bellavista”, trecento copie per la stampa e centomila e più copie
pubblicate da Mondadori dopo solo un anno dalla sua
uscita.