L'intervista è a Milvia Comastri, poetessa e narratrice (ha già al suo attivo la
pubblicazione di una raccolta di racconti assai interessanti).
Perché scrivi?
Perché
quando scrivo sto incredibilmente bene con me stessa.
Alla base di tutte le tue opere
c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Non
amo molto il termine “messaggio”. Quando scrivo cerco di esprimere le mie idee,
anche i miei ideali, ma anche questo termine non è che lo ami molto. Sta poi
all'eventuale lettore coglierne il significato. Quello che vorrei riuscire a
trasmettere sono emozioni, e forse, poi, la riflessione viene da sé.
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
Leggere
è importante per poter vivere.
Che cosa leggi di solito?
In
verità un po' di tutto, sono onnivora in fatto di libri. Amo moltissimo gli autori mediorientali e
indiani, la Divakaruni la trovo splendida, ad
esempio, ma ultimamente ho iniziato ad apprezzare anche giovani italiani:
Simona Vinci, Cristian Cavina
de “Il paese di Tolintesac”,Valeria
Parrella, Melania Mazzucco
di “Vita” e altri ancora: sono bravi, questi ragazzi. Ma, ripeto leggo
veramente di tutto, da Fante a J.Safran Foer, dal giallista Michael Connely al grande Yehoshua, da Doris Lessing a Fred Vargas. Ti vengono i brividi
a sentire simili accostamenti? Ah, dimenticavo: quasi tutto Terzani,
ma lui è un caso a parte, per me. I classici, russi, italiani, francesi,
americani, è tanto che non li riprendo in mano, ma ricordo di aver passato con
loro degli anni magici. Forse sarebbe il caso che li rileggessi!
Quando hai iniziato a
scrivere?
Credo
da quando, a sei anni, ho “imparato” a scrivere.Qualcosa,
la scrittura, impresso nel mio DNA.
I tuoi rapporti con
l'editoria.
Un
unico rapporto, e, insperatamente, abbastanza soddisfacente.
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Vorrei
finire un romanzo che ho iniziato lo scorso anno, ma per la stesura di un opera ampia ci vuole tempo, e il tempo mi manca.
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
Forse
non in modo radicale, ma senza dubbio mi sta aiutando, da
quando ho ripreso a coltivare questa passione, a portare avanti la mia
vita.
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Non
sono molto brava a dare consigli, ma ci proverò: rileggere ciò che si è
scritto, accantonare, rileggere, tagliare, accantonare, rileggere, correggere,
tagliare…fino a quando non si sente che nulla può
essere più cambiato. Anche leggersi ad alta voce, per sentire il ritmo, la
melodia della scrittura, che a mio avviso anche la narrativa deve avere. Essere umili e spietati verso se stessi. Provare a
partecipare a concorsi letterari per mettersi in gioco. E anche, se è
possibile, frequentare buoni laboratori di scrittura. Secondo me rendono la propria scrittura, e anche la lettura di
altri, più consapevole.