L'intervista è a Alessandro Maiucchi,
narratore con spiccata predilezione per il genere thriller (suo è il romanzo “Orchidea”
edito da Traccediverse)
Perché scrivi?
La
domanda più superficiale e profonda che si possa
fare... superficiale perchè me la fanno spesso quelli che non leggono MAI,
perchè dicono che non hanno tempo per leggere. Profonda perchè me la fa altra
gente che scrive, forse per capire se c'è una cura a questa malattia
creativa... Io scrivo perchè sento la necessità di
farlo. Ho mille idee in testa, mille storie, e
mi spiacerebbe non condividerle... è come andare al cinema a vedere un bel film:
vorresti farlo vedere anche agli altri. Se si è letto un bel libro, lo
si vorrebbe far leggere agli altri. Se si ha una bella storia in testa, l'unico
modo per condividerla con chi ci circonda è mettersi a scriverla!
Alla base di
tutte le tue opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli
altri?
Ci sono tanti messaggi, anche più
di uno nella stessa storia. Però ogni lettore può individuarli e interpretarli
a modo suo... il bello della lettura è quello... guardare qualcosa tramite gli
occhi dello scrittore, e ggiungerci il nostro cuore
di lettori, per arrivare a un obiettivo da
raggiungere insieme. Nessuno scrittore esisterebbe senza lettori!
Ritieni che leggere sia importante per
poter scrivere?
Fondamentale... non puoi scrivere
neanche la lista della spesa se non ne hailette a
decine, perchè non sapresti che ti occorrono frutta e verdura...
figuriamoci se si vuole affrontare una lista della spesa da 300 pagine, ambientata
in un lasso di tempo più lungo della coda alle casse, con più personaggi della
gente in fila al sabato mattina!
Che cosa leggi
di solito?
Romanzi, racconti, manuali. Di
tutto. Ogni cosa può essere utile, nella vita di un lettore. Se poi il lettore
scrive pure, la lista delle cose utili aumenta a dismisura. Quanto agli autori,
Stephen King mi tiene
compagnia daoltre venti anni...
però apprezzo molto anche Jeffery Deaver, MichaelConnolly, Ken Follett e molti altri... Tra
gli italiani, non ho uno scrittore preferito, di cui mi piace quasi ogni
opera... mi piacciono alcune cose di Ammaniti, di Morozzi, di Buticchi, di Lucarelli... il mio cruccio principale è il non avere una
grossa cultura di classici, ma ci vorrebbero tre vite per leggerli tutti!
Quando hai
iniziato a scrivere?
A scuola, con i temi d'italiano.
Non erano una sofferenza, come per gran parte dei miei compagni di classe...
era il momento che preferivo, le quattro ore per il tema non erano un tempo sconfinato
in cui vivere nel terrore di non riuscire a mettere insieme abbastanza frasi
sensate da poterle chiamare tema, ma un tempo ristretto in cui a volte
terminavo due temi e li consegnavo al professore che si arrabbiava... a
scrivere seriamente, in modo creativo, ho iniziato intorno al 2000. Raffaele
Mangano, uno scrittore milanese che ho conosciuto via internet, mi disse che
dovevo provare a scrivere un romanzo perchè con i racconti non si va da nessuna
parte... dopo aver passato tre settimane in USA, nell'estate 2001, con in testa decine di storie che vorticavano, ho cominciato
a scrivere, e non mi sono (quasi) mai fermato. Ho un arcipelago di storie
americane collegate tra loro nella mia testa, qualcosa di simile alla Torre
Nera di King, e molte altre storie di ambientazione
italiana, che sto iniziando a scrivere da solo o in coppia con amici scrittori...
I tuoi rapporti con l'editoria.
Come tutti gli altri autori in erba,
ho cominciato bombardando editori di mezza Italia... alla fine il mio attuale editore
mi ha risposto, e Orchidea
è diventato realtà. Traccediverse pubblicherà dopo
l'estate Nel buio, un altro thriller, mentre ho in lettura da varie parti il
primo romanzo che ho
scritto, Basta!: probabilmente uscirà in tre volumi
separati. Non ho idea dell'editore con il quale usciranno, e penso sarà un
altro editore ancora a
pubblicare Carta stampata, il romanzo cui sto lavorando ora da solo, e G&A, quello cui sto lavorando con Valeria Nieddu...
Che cosa ti
piacerebbe scrivere?
Mi piacerebbe aver tempo per
scrivere con più continuità. Non ho un "cosa", un'idea che non riesco
a raggiungere: di idee ne ho già tantissime mie, senza avere desideri
irraggiungibili. Mi piacerebbe scrivere di qualcosa che non conosco ancora:
significherebbe avere decine di ore da dedicare alla documentazione (su un
argomento che non conosco sarebbero indispensabili) e alla conseguente
scrittura, e vorrebbe dire che sarei riuscito a "comprare tempo libero per
scrivere", il mio concetto di "avere successo
come scrittore"...
Scrivere ha cambiato in modo radicale la tua vita?
Non mi pare... o forse si. Mi ha dato
ulteriori stimoli, e già ne avevo molti. Mi ha dato nuove soddisfazioni, e
figli cartacei in aggiunta a quelli biologici... la scrittura è la cosa più
vicina alla maternità, per un uomo... una cosa bellissima, che non sapevo
esistesse finchè non mi ci sono cimentato... non
sapevo fosse così bello scrivere creativamente, creare mondi che ancora non
esistono, personaggi per i quali sei tutto!
Qualche
consiglio per chi ha intenzione di iniziare a scrivere.
Il consiglio "solito" è
leggere, leggere, leggere! Poi non avere fretta, e fare le cose per bene. Non
fidarsi del giudizio degli amici, nè delle stroncature,
ma cercare di radunare ogni parola e assimilarla, per
migliorare quello che si sta scrivendo. Un amico mi disse "scrivere un romanzo
è come scalare l'Everest a mani nude": confermo. Tuttavia pubblicare quel
romanzo, e farlo leggere, è una montagna alta il doppio!