L'intervista è a
Patrizio Spinelli, autore toscano, poeta eclettico, spaziando dalle liriche
d'amore a quelle irriverenti, dal caldo tepore della natura alle improvvise
ribellioni nei confronti della disarmante quotidianità.
Perché scrivi?
Il desiderio
di scrivere, nel mio caso, nasce da una spinta interiore, da un misterioso
quanto urgente bisogno
del mio più intimo essere, di manifestarsi tramite questa forma espressiva.
Scrivere è la mia attività
ludica preferita: io con le parole ci gioco, ci convivo notte e giorno: esse
turbinano ora leggere, ora grevi nella mia mente insieme ai miei pensieri, vitalizzano i miei desideri e le mie passioni, esaltano le
mie poche gioie, leniscono i miei
dolori, permeano le mie speranze. Gioisco della loro musicalità, della loro
magica e inesauribile capacità di contenere e di racchiudere ad arte il nostro
personale pensiero, le nostre
emozioni, i nostri sentimenti e di renderli “eterni”. Alcuni
ritengono che lo scrivere nasconda un inconscio bisogno di “eternità”, un
viscerale e smisurato desiderio
d'immortalità: può darsi che sia così, ma personalmente, la mia più grande
soddisfazione e il mio sogno è quella di lasciare in eredità, il giorno più
lontano possibile, una piccola testimonianza del mio passaggio terreno di uomo
comune.
Alla base di tutte le tue opere c'è un
messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Non
sempre, ma sicuramente sottotraccia non è difficile individuare come esse siano innervate
delle mie idee e opinioni, anche le più latenti.
Credo,
che almeno non si scrivano dei “bugiardini” per i
medicinali, sia inevitabile contaminare le nostre composizioni con le nostre
personali idee e opinioni. Perfino gli scrittori d 'innocenti
favole e fiabe per bambini, sono da considerarsi temibili e perfidi opinion-makers , non a caso, invisi e censurati da taluni
regimi politici.
Ritieni che leggere sia importante per
poter scrivere?
Si indubbiamente: è la migliore palestra per chi vuole scrivere.
Che cosa leggi di solito?
Molta poesia e saggistica.
Quando hai iniziato a scrivere?
Da ragazzo. Mi rammarico solo di non avere molto
tempo disponibile da dedicare a questa mia passione.
I tuoi rapporti con l'editoria.
Nessuno.
Non credo di essere così bravo per essere pubblicato e, ancor peggio, di essere
remunerato per quello che scrivo.
Che cosa ti piacerebbe scrivere?
Un romanzo surrealista.
Scrivere ha cambiato in modo radicale la tua vita?
Affatto. Al
momento riesce solo a modificare il mio bioritmo, togliendomi qualche ora di sonno, in quanto posso
concedermi di scrivere solo al di fuori del lavoro e degli impegni
quotidiani.
Qualche consiglio per chi ha intenzione di iniziare a scrivere.
Nessuno
in particolare, ma a questo proposito vorrei chiudere con una citazione
di Primo Levi, che al
riguardo scrive: può capitare di scrivere delle cose pasticciate e inutili ( e
questo accade sovente) e non ce ne accorgiamo
o non vogliamo accorgercene, il
che è ben possibile, perché la carta è un materiale troppo tollerante. Le puoi
scrivere sopra qualunque enormità, e non protesta mai: non fa come il legname
delle armature delle gallerie di miniera, che scricchiola
quando è sovraccarico. Ovviamente la citazione di Levi, non vuole essere nelle mie intenzioni un'ammonizione, ma bensì
un'esortazione a scrivere in modo sobrio.