L'intervista è a Sara Cristofori, che così dice di sé:
Sono Sara Cristofori, genovese di
nascita e romana di adozione. Ho studiato lingue straniere ed in seguito ho
conseguito un diploma di laurea come assistente sociale nella mia città
natale. Negli anni del matrimonio mi
sono trasferita
a Torino e Milano, quindi a Roma. In
quegli anni mi sono occupata completamente della famiglia e dei miei due figli,
Federico e Francesca. Mi dedico per diletto alla poesia, mio naturale confronto
con me stessa e con i miei sentimenti. Attualmente curo un mio blog su splinder, "Riflessi", www.cats19.splinder.com, che rappresenta una
sorta di mio diario personale. Abitata da una vena di malinconia, so anche
sorridere, lasciando aperto uno spiraglio alla speranza... Alcune mie poesie
sono state selezionate e pubblicate su due antologie di nuovi autori
"Parole in fuga" e "Verrà il mattino e avrà un tuo verso",
edite da Aletti Editore.
Perché scrivi?
Io scrivo poesie quasi solamente quando non sto bene
dentro, cioè se sono triste o abbattuta o se provo dolore, quindi si può dire
che scrivo perché per me è catartico, diciamo che "mi sfogo" così per
non implodere.
Alla base di tutte le tue opere c'è un messaggio che
intendi rivolgere agli altri?
No, assolutamente no, scrivo per me stessa, per ritrovare
nel tempo, sensazioni passate e che non voglio dimenticare.
Ritieni che leggere sia importante per poter scrivere?
Credo che leggere sia indispensabile comunque, sia che si
intenda scrivere oppure no.
Che cosa leggi di solito?
Leggo romanzi, libri di poesia, classici, storici, ma anche
libri gialli e humour.
Quando hai iniziato a scrivere?
Quando ero ragazzina. Mi sarebbe piaciuto, come tutte le
mie amiche, tenere un diario, ma non ci sono mai riuscita. Scrivere giorno dopo
giorno quello che facevo mi annoiava, così ho cominciato a scrivere, su fogli
sparsi, pensieri e impressioni avulsi dalla
quotidianità. Poi, intorno ai vent'anni, mi sono accorta che con le poesie
riuscivo ad esprimere al meglio le mie sensazioni ed era quello che volevo,
scrivere del mio "sentire" determinato da fatti della mia storia.
I tuoi rapporti con l'editoria.
Praticamente nulli. Solo dopo essere stata selezionata per due
antologie di nuovi poeti, mi hanno pubblicata sulle medesime.
Che cosa ti piacerebbe scrivere?
A me piacerebbe continuare a scrivere poesie, non vorrei
perdere "la vena", anche se mi accorgo che non è sempre facile . Ci sono i momenti di "stanca"e in quel caso mi
piacerebbe scrivere in prosa, magari racconti brevi, anche thriller, ma non ci
ho ancora provato.
Scrivere ha cambiato in modo radicale la tua vita?
No, non in modo radicale, però posso sinceramente affermare
che scrivere ha migliorato la qualità della mia vita.
Qualche consiglio per chi ha intenzione di iniziare a
scrivere.
Non mi sento di darne, anzi credo di averne bisogno.
Scrivere è talmente soggettivo che secondo me non esistono regole che si
possano applicare generalmente. Posso dire quello che penso io, ma non so se è
un consiglio, e
cioè che scrivere deve essere per se stessi, non finalizzato a "un
pubblico", cercando di accontentare
o di piacere a chi ci leggerà. Si dovrebbe scrivere, prosa o poesia,
pensando che nessuno la leggerà mai. Solo così quanto
si scrive può essere davvero sincero e vero e riuscire a raccontare la propria
anima. E chi legge lo percepisce e ci si ritrova. Io non amo la verbosità
costruita e le artificiosità dialettiche, le esagerazioni fasulle, programmate
a tavolino, gli avvitamenti verbali. Mi piace la semplicità e la verità, la
spontaneità e la chiarezza. Solo così, secondo me, chiunque potrà recepire il
messaggio che vogliamo raccontare.