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  Intervista all'autore  »  Intervista a Michael Santhers 14/05/2006
 

L'intervista è a Michael Santhers, classe 1957, poeta italiano, nonostante le apparenze. Infatti il suo vero nome è Michele Salvatore, nativo di Cercemaggiore e residente a Campomarino, sempre in provincia di Campobasso. Quando per la prima volta ho letto una sua composizione mi è venuto spontaneo di definirlo il Savonarola della poesia, tanto è presente in lui la necessità di essere un fustigatore dei costumi,  con quel tono tutto suo, satirico, dissacrante, non disgiunto da una sottile vena ironica. E' un autore del tutto particolare nel panorama italiano,  con una sua unicità che lo rende di particolare interesse. Ha pubblicato diversi volumi e si può dire che sia onnipresente su Internet, nel senso che non c'è sito letterario che non lo veda fra i suoi ospiti. E a proposito di siti al link  http://www.santhers.com/ potete trovare il suo, ampiamente meritevole di essere visitato.

 

 

 

Perché scrivi?

 

La mia è una poesia del realismo, di denuncia, un occhio dove le distrazioni, la superficialità, l'indifferenza della società non arriva; cerco di farlo in maniera poetica, con un linguaggio spesso d'impatto sintetico, a volte dirompente, essenziale in modo satirico, dissacrante, ironico, il tutto volto a innescare riflessioni nel lettore.

 

 

 

Alla base di tutte le tue opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?

 

Il messaggio principale è quello di far uscire l'individuo fuori dal proprio egoismo e far capire che i mali sociali sono la principale causa di quelli dell'anima…un concetto trascurato al giorno d'oggi.

 

 

 

Ritieni che leggere sia importante per poter scrivere?

 

Veramente prima di iniziare a scrivere ognuno dovrebbe aver letto moltissimo, non tanto per i contenuti della stessa lettura che in fondo si possono apprendere dalla vita, ma per arricchire la capacità di comunicare le proprie idee e le proprie emozioni.

 

 

 

Che cosa leggi di solito?

 

Sono un lettore randagio, come mi definisco: un po' di tutto e spesso le cose che detesto per capire fino in fondo come a volermi accertare se ho compreso il motivo per cui dissento.

 

 

 

Quando hai iniziato a scrivere?

 

All'età di otto anni già la mia maestra conservava i miei temi ritenuti, per l'età, perspicaci e originali.

 

 

 

I tuoi rapporti con l'editoria.

 

E' difficile da spiegare in poche righe. Sono riuscito a ottenere delle pubblicazioni con piccole case editrici, all'inizio con contributi fino ad arrivare ad essere pubblicato senza oneri da parte mia e con i diritti d'autore, questi ultimi per quel che possono valere, visto che in pratica la poesia non ha proprio mercato.

 

 

 

Che cosa ti piacerebbe scrivere?

 

Quello che già scrivo: poesie.

 

 

 

Scrivere ha cambiato in modo radicale la tua vita?

 

Sicuramente sì. Ha aiutato la mia introspezione e ciò è utile e dannoso allo stesso tempo, perché certe analisi profonde fanno vedere la vita sotto un aspetto pessimista, rendendoci conto di quanto sia imperfetto l'essere umano, mentre noi continuiamo ad affannarci a trovare la ricetta ideale per una felicità globale.

 

 

 

Qualche consiglio per chi ha intenzione di iniziare a scrivere.

 

Chi inizia non deve aspettarsi nulla, se non il gusto di comunicare, poi, andando avanti,…si vedrà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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