L'intervista è a Federico Marsili, classe 1965, nato a Tradate
(VA), ma ora residente a Limido Comasco
(CO). Poeta sensibile, ha ottenuto diversi riconoscimenti in concorsi
letterari; inoltre è conosciuto anche per essere il dominus
della TA.TI. Edizioni.
Perché scrivi?
I motivi che mi hanno spinto a
scrivere sono stati molti e diversi. Un bisogno di sfogare la rabbia e il
dolore, che solo la poesia poteva indirizzare, impedendo la mia
autodistruzione.
Scrivere mi permette di comunicare
gli stati d'animo, le emozioni e le sensazioni che provo, mi dà la possibilità
di fermare i momenti che vivo e creare realtà immaginarie, in cui operano
personaggi inventati, che però, nella mia mente, sono
realissimi e vivi. Lo scrittore e il poeta sono illusionisti capaci di
trasmettere messaggi con storie inventate, che si concretizzano solo nella
mente dei lettori e degli autori.
La narrativa, in molti casi, mi dà
l'occasione di creare mondi diversi e di viverci per le ore che mi dedico alla scrittura
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Non
ci sono messaggi particolari nelle mie opere. Nelle mie opere, anche in quelle
di fantasia, c'è una forte componente autobiografica;
tutte si basano o descrivono fatti della mia vita. Forse l'unico messaggio che
vorrei trasmettere è di essere sempre se stessi, di fermarci un attimo,
guardare in faccia la nostra anima, nel bene e nel male, e accettarci per
quello che siamo. Oggi si trovano tutte le scappatoie possibili per fuggire da
se stessi, tutte le distrazioni sono utili per non fermarci a capire chi siamo
e cosa vogliamo. Trovarsi faccia a faccia con i nostri demoni, le nostre
debolezze, le paure, i difetti non è simpatico, ma è necessario per essere liberi.
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
Leggere è fondamentale per uno
scrittore, perché oltre ad apprendere le varie tecniche e stili, dà spunti di
riflessione e idee per nuovi lavori.
Che cosa leggi di solito?
Leggo dalla poesia alla saggistica,
scrittori americani, russi, francesi del IXX e XX secolo. Non vado pazzo per i
romanzi fantasy o i thriller, anche se per lavoro
devo leggerli.
Quando hai iniziato a
scrivere?
Nel 1987.
I tuoi rapporti con
l'editoria.
I miei rapporti con l'editoria non
sono stati idilliaci, per questo, alla fine, ho deciso di fondare una casa
editrice.
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Non
ho desideri particolari. In questo momento, vorrei solo pubblicare un romanzo
che ho scritto nel 1996 e che, a causa d'altri impegni, non riesco a
pubblicare. Scrivo quello che voglio, non ho desideri particolari, vorrei solo
avere il tempo.
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
Scrivere
mi ha salvato la vita e ancora adesso è un grande stimolo ad andare avanti.
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Mettetevi in gioco, senza pudori,
leggete i classici e cercate di carpire i trucchi e i segreti. Continuate a
scrivere, rileggere e riscrivere. Quando scrivete, non datevi tempi e trame
troppo precise: le idee migliori, spesso, c'entrano poco con quello che avevate
in mente di fare. Lasciate aperte tutte le soluzioni e non costringetevi a
scrivere. Credete in quello che scrivete. Preparatevi ai rifiuti e non abbattetevi.
Alla fine chi l'ha dura la vince.