Chiara
Sorrentino
Fenomenologia del
gossip
a cura di
Iannozzi Giuseppe
Paul
McCartney è morto, Jim Morrison è vivo e altre leggende metropolitane
1. Il gossip. Il pettegolezzo. Le riviste
patinate che ficcano il naso nei fatti privati dei Vip. Par proprio che la
civiltà, sin dalla notte dei tempi, non possa far a meno delle chiacchiere,
delle malelingue. Tu, Chiara
Sorrentino, hai scritto un saggio, Fenomenologia del gossip. Paul McCartney è morto,
Jim Morrison è vivo e altre leggende metropolitane, per le Edizioni Il Foglio di Gordiano Lupi.
Quale esigenza ti ha spinta a scrivere questo saggio
non poco ricco di curiosità, però svestite di quell'aura patinata che di solito
gli viene appiccicata addosso?
Da un lato volevo capire
come mai al giorno d'oggi, nonostante gli enormi
progressi compiuti nel mondo della fisica, della medicina e della scienza in
generale, molta gente creda ancora fermamente a leggende apparentemente del
tutto irrazionali. Dall'altro lato mi interessava
indagare l'enorme interesse che i pettegolezzi riguardo a personaggi famosi, e
le riviste di gossip suscitano nella maggior parte delle persone. Ogni giorno
la macchina del gossip produce nuovi contenuti che vengono
diffusi attraverso i mass-media e che mi forniscono continui spunti su cui
riflettere e scrivere, e tra i fenomeni più recenti a cui stiamo assistendo vi
è anche quello della spettacolarizzazione della cronaca, soprattutto di quella
nera. Tragedie private come l'assassinio di Sarah Scazzi e di Melania Rea vengono trasformate, attraverso alcuni programmi televisivi,
in grottesche soap opera incentrate sulle povere vittime e sui cruenti dettagli
del loro delitto. Tuttavia sarebbe troppo facile far ricadere tutta la colpa
esclusivamente sui mezzi di comunicazione, perché l'origine del meccanismo di
spettacolarizzazione del dolore altrui, va invece cercato tra il pubblico, in quanto la televisione, oltre al dovere di cronaca, cerca
di offrire contenuti che vanno incontro ai gusti dello spettatore. E occorre
purtroppo ammettere che in molti fruitori dei
principali sistemi di informazione esiste una certa dose di morboso voyeurismo.
2. Il gossip dà sfogo a un bisogno
sociale, positivo o negativo? C'è chi fa il gossipparo
di professione, talvolta inventando di sana pianta delle notizie senza
fondamento alcuno e che però attraggono il pubblico. C'è chi ha fatto del fare gossip un vero e proprio mestiere riuscendo a
riempirsi, sulla pelle altrui, ben bene le tasche.
Sì, è vero, nonostante la
crisi dell'editoria che ha visto chiudere quotidiani storici, la vendita di
riviste di gossip non accenna segnali di arresto. Anzi, ogni anno salta fuori
sempre qualche nuovo magazine. Ci sono direttori di
riviste di gossip – spesso molto presenti anche sul piccolo schermo – che hanno
fatto la loro fortuna rivelando inediti pettegolezzi di questo o quell'altro
vip. Tuttavia il focus – ci tengo a sottolinearlo –
non è tanto su chi li diffonde, quanto piuttosto su coloro che non vedono l'ora
di venirne a conoscenza…
3. Nel tuo saggio sostieni
che neanche un eremita sarebbe esente da alcune chiacchiere sulla sua scelta di
vita. Credo sia vero. Nessuno di noi è esente dal pettegolezzo: lo facciamo
circolare e lo subiamo. Perché?
Perché è una
caratteristica sociale assolutamente insita nel genere umano e legata alla
reputazione. Per tutti noi ciò che facciamo, anche
individualmente e privatamente, non può mai dirsi completamente slegato dal
resto della società. Siamo animali sociali e comunicativi, e
comunichiamo anche quando non lo vogliamo.
4. Paul is
dead. E' una delle tante leggende che vorrebbero Sir McCartney morto nel 1966. Il Paul di oggi, secondo alcuni amanti del gossip, sarebbe
un sosia. In ogni caso un sosia di gran talento. Secondo Wired, la leggenda che Paul non
sia Paul, potrebbe essere vera. Qualcuno, avvalendosi dell'antropometria e
della craniometria, basandosi solamente su delle foto però, sostiene che la
fisionomia del Paul McCartney di oggi è a dir poco
amletica. Nel tuo saggio ne parli in maniera piuttosto diffusa. Il 18 giugno
Sir Paul compirà 70 anni
Qualsiasi
sia la verità siamo di fronte ad un musicista eccezionale, ad un mito che ha
fatto la storia della musica e non solo. Per cui, sia
che si tratti di Paul McCartney che del suo sosia: complimenti e buon
compleanno!
5. Tra le altre leggende dure a morire,
almeno due, nonostante gli anni, godono di una intaccabilità più unica che rara: Elvis Presley sarebbe
vivo e vegeto e Jim Morrison pure. E noi italiani, pure noi abbiamo una
leggenda dura a morire: a distanza di anni si parla ancora della pornostar
Moana Pozzi. Qualche fan è sicuro che la star abbia cambiato identità e che la
sua morte sia stata tutta una montatura.
Perché i fan non accettano che i loro idoli sono, al pari di noi gente comune, dei mortali punto e basta?
Perché i sogni non si
possono infrangere. La vita è già troppo crudele di per sé, per cui l'uomo se
può trovare senza troppa fatica una via per sfuggire dalla realtà nuda e cruda
lo fa. E non escludo che a breve possa sorgere un'analoga leggenda anche in
merito a Whitney Houston.
6. Ray
Manzarek ha raccontato la sua
personale teoria al quotidiano britannico Daily Mail in questi termini: «Jim era un'anima inquieta, era
sempre in cerca di qualcosa di diverso nella vita, e anche sei anni di successo
e di eccessi con i Doors non erano abbastanza per
lui». Un anno prima di morire, Morrison mostrò ai suoi compagni una brochure
delle Seychelles e disse: «Non sarebbe un luogo perfetto per fuggire, mentre
tutti pensano che sei morto?». Al tempo Manzarek non ci diede molto peso. Poi Re Lucertola morì:
«La mia prima reazione fu che la morte di Jim era solo un'altra chiacchiera da
Rock'n'Roll». Manzarek seppe della morte
di Jim mentre si trovava in California. Il manager del gruppo, Bill Siddons, fu subito spedito a Parigi per scoprire la verità.
Troppo tardi, però, perché Morrison era già stato sepolto da quattro giorni
presso il cimitero parigino di Pere Lachaise. Nessuno ha mai esaminato la salma del
cantante. La bara fu sigillata subito dopo la morte del frontman
dei Doors. Ray
Manzarek
conclude così: «Mi chiedo sempre se la sua morte sia
stata una raffinata messa in scena».
C'è la volontà, non poco sibillina, anche da parte di chi è vittima dei gossip,
di tenere in vita le chiacchiere. Manzarek oggi
dichiara che la morte di Jim potrebbe essere stata una raffinata messa in
scena; Paul, quando si parla della leggenda PID, glissa le domande dei
giornalisti o, al limite, dà delle risposte
insoddisfacenti che però contribuiscono non poco ad alimentare la leggenda
intorno alla sua persona.
É bello sognare e
fantasticare, ma se si guarda in faccia la realtà, la prima parola che viene in
mente è marketing, e la seconda è denaro. Purtroppo, se la leggenda
metropolitana nasce quasi sempre dai desideri
romantici e originali dei fan, il vip può poi marciarsi sopra sia per
accrescere il mistero, ma soprattutto per accrescere la sua fama e garantirsi
un posto fisso nel firmamento delle star.
7. Anche Michael Jackson sarebbe vivo!
Stranamente ma non troppo, le rockstar, i Vip che muoiono in età più o meno giovanile, vengono presto mitizzati e resi degli
immortali. Come te lo spieghi?
Micheal
Jackson, Marylin Monroe, James Dean, John Lennon, Kurt Cobain, Freddie Mercury, Lady Diana:
tutti morti giovani e all'apice del successo, e la lista di altri vip dal
destino affine annovera ancora molti altri nomi. La mia idea al riguardo è precisa.
Una morte prematura, violenta e dai contorni oscuri, come ad esempio nel caso
della Monroe (ancora si discute se si sia trattato di omicidio o suicidio)
contribuisce certamente ad accrescere il mito e a far nascere un aura mitica di destino spezzato troppo presto e con
troppa sofferenza, ma il germe del mito deve essere già insito nella persona.
Al pari di loro ci sono tanti altri personaggi morti
prematuramente che però non occupano un posto nella storia, così come ci sono
altri vip che sono dei miti viventi. Il mito è un personaggio che sa arrivare
al cuore della gente, non solo per la sua arte, ma anche e soprattutto per la
sua grande carica emotiva e la sua fragilità che lo rendono
un mito umano, e per tale motivo un mito assoluto.
8. Il gossip non è a solo appannaggio dei
Vip, esiste difatti un gran numero di leggende metropolitane. Qual è lo scopo
della leggenda metropolitana, come si origina e si diffonde?
Non voglio svelarlo, vi
lascio gustare le pagine del mio libro per scoprirlo.
9. Prima di Internet, i gossip erano
perlopiù portati su diverse riviste patinate: ad esempio, chi ieri voleva
sapere dell'ultimo flirt di Marilyn Monroe, per forza di cose, doveva aspettare
che uscissero i giornali in edicola. Oggi non più. La vita privata è stata quasi
del tutto annullata: siamo dunque tutti delle
potenziali vittime del Grande Fratello, ovvero di Internet?
In Internet la propria
privacy è sempre a repentaglio, e l'utente non sempre ha i mezzi per
salvaguardarla. È un po' come il discorso dell'eremita. Ogni giorno sento
persone che si lamentano perché una loro foto, una loro partecipazione ad un evento, o una loro dichiarazione neanche troppo
pubblica è finita in rete in qualche blog, sito o social network senza che loro
ne fossero conoscenza, e tantomeno che ne avessero dato il permesso. Questo è
il risvolto meno piacevole dell'avanzamento
tecnologico che noi stessi abbiamo voluto. Le macchine dispongono
dei nostri contenuti e dei nostri fatti privati più di quanto vogliamo e
più di quanto avessimo mai pensato. Che il film Matrix in realtà si riferisse a questo,
quando mostrava come le macchine ci tenessero in pugno, e ci facessero vivere
in una forma di immaginazione controllata?
10. Chiara
Sorrentino, le tue conclusioni, in merito alla fenomenologia del
gossip, quali sono?
Anche queste ve le lascio
scoprire nel libro, e nel sequel a cui sto lavorando!
BIOGRAFIA
Chiara Sorrentino - Nata nel 1987 a Carpi (Mo), dove
tuttora risiede. Laureata in Scienze della Comunicazione e dell'Economia,
appassionata di media e fenomeni sociali, sta approfondendo ulteriormente la
sua formazione con una laurea in Pubblicità, Editoria e Creatività d'Impresa
presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Giornalista
freelance per il settimanale Tempo,
e telegiornalista per TvQui, si occupa
prevalentemente di cronaca bianca, arte, cultura e moda.
Fenomenologia
del gossip – Chiara Sorrentino – Edizioni Il Foglio – collana Saggi – ISBN
9788876063459 – pg 180 – € 15,00
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