Annamaria Piccione
la signora dei gatti
di
Salvo Zappulla
Incontrare una scrittrice di fiabe
e favole suscita
in me sempre una certa ammirazione.
La letteratura per l'infanzia
costituisce un universo particolare, spesso poco considerato ma certamente di
grande fascino. Lo scrittore che scrive per i bambini si assume un impegno
particolarmente gravoso perché si rivolge a dei soggetti in formazione, a
lettori ancora da costruire, ai futuri cittadini di domani. Le fiabe hanno
valore terapeutico, aiutano i bambini - e non solo loro - a superare i momenti di passaggio, le
crisi di crescita, a rielaborare simbolicamente e risolvere i
propri conflitti interiori. Manzoni evitava di scrivere per i bambini, non
intendendo assumersi tale
responsabilità. Annamaria Piccione di libri per l'infanzia invece ne ha scritti
tanti, ma tanti. La conosco
ormai da qualche anno, mi è capitato spesso di ascoltarla mentre
parlava di libri e di bambini. E di gatti! Ed ogni
volta è stato un piacere. Difficilmente ho riscontrato tanto entusiasmo e
competenza in una scrittrice. Fare il proprio lavoro con gioia credo sia una
fortuna riservata a pochi e Annamaria ha un temperamento vulcanico e generoso;
un animo bambino direi, che non le ha fatto perdere quella sorta di magico
candore di chi
scrive per il piacere di divertirsi e divertire. Non rifiuta mai un invito, disponibile e gentilissima, soprattutto quando ci sono
bambini coinvolti. O gatti. (Ma questo meriterebbe un
discorso a parte. I gatti sono le sue creature predilette, tanto da dedicare
loro più di un libro, tra cui Gatti nel
mondo Gatti di Sicilia, edito nel maggio 2008).
Ricordo che quando le ho chiesto un articolo per Pentelite,
mi ha sempre fatto pervenire qualcosa di interessante.
Una vera signora, che ha mantenuto umiltà e classe. Lei stessa si fa promotrice
di eventi culturali. È stata tra gli ideatori di “Giallo Mediterraneo”,
un'importante rassegna sul noir, e ha collaborato con la rivista per bambini GBaby. È stata la curatrice della sezione piccoli al festival per ragazzi VolaLibro di Noto. Sempre per i bambini ha curato la trasposizione
delle tragedie greche in scena al Teatro Greco di Siracusa dal 2007 al 2012. Per
i più grandi ha scritto La Sicilia dei Daneu e Aforismi
e Pensieri dalle opere narrative di Elio Vittorini. È anche autrice
teatrale: Cronache dal gineceo – due
donne qualunque in una casa qualunque in un giorno qualunque della Siracusa
greca, rappresentata al Columbus Day
di Toronto 1999. Insomma una scrittrice
in continua fermentazione ed evoluzione, tanto che le migliori case editrici
fanno a gara per contendersi i suoi scritti. Una forza della natura. Ma qual è il segreto di tanto successo?
Penso che Annamaria possieda
una dote non comune cioè mantenere con la scrittura un rapporto di gioiosa
magia, una sorta di candida esplosività; si diverte a scombussolare l'ordine delle cose, a
rivoltarle, a dimostrare che non esistono verità consacrate. La scrittura è
arte, e come tale non ha nulla di definito. Ed ecco il testo
per ragazzi Niente granchi nel presepe. Chi lo dice che nel presepe ci devono
stare solo pecorelle buoi
e asinelli? Anche i granchi sono creature di Dio e meritano il loro spazio.
Figurarsi come la prende la maestra, ancorata alle tradizioni, dinnanzi a una proposta del genere. Ed ecco la forza della
scrittrice, rendere possibile ciò che apparentemente può sembrare
improponibile. La letteratura non ha limiti né confini, la letteratura può innescare
meccanismi di riflessione e di reazione nella mente di soggetti in fase
evolutiva quali i bambini. O ancora: Lindo e Lando la storia di due fratellini così diversi tra di loro:
uno bello, precisino, buonissimo, l'altro brutto e cattivo, che ne combina di
tutti i colori. Chi lo dice che il primo va amato e l'altro condannato? Ancora una volta la capacità dell'autrice di tenere desta la
capacità di riflessione. Non esistono bambini cattivi, ma solo incompresi, da ascoltare e rispettare. Niente
omologazione ma stimoli a ragionare in proprio. La
musica del mare, pubblicato
per Einaudi ragazzi, tocca temi
delicatissimi quali l'amicizia e il rispetto della legalità. E
soprattutto insegna a non discriminare le persone. Anche in un campo di spine
può nascere un fiore profumato. Un libro
che ritengo pura poesia, una goccia d' acqua limpida
nel mare inquinato. Un libro di cui preferisco non dire altro in questo articolo ma invitare a leggerlo e a gustarselo. E poi
ce ne sono tanti altri ancora, che a citarli tutti faremmo notte. Ed io devo
andare a letto presto, perché comincio ad avere la mia età. Meglio invitare il
lettore a cercarli nelle librerie per conoscere questa
autrice dal talento straordinario.
Annamaria, scrivere per i bambini: una scelta di vita? Un' imposizione
della fantasia? O cos'altro?
Ho un brutto difetto, sia
nella letteratura che nella vita: amo il lieto fine.
Credo che il "vivere felici e contenti" non
sia prerogativa delle sole fiabe, ma una ricerca interiore, un percorso che non
si ferma col passare degli anni. Cercare il lato positivo di ogni cosa, provare
a trasformare in bello ciò che è brutto. Non ci si riesce sempre, a volte è
quasi impossibile, però è sempre meglio provarci. Io ci provo e forse nei libri
ci riesco di più, perché so che i miei interlocutori sono bambini. Non mi piace
dare loro messaggi negativi o privi di speranza.
I bambini e i gatti, cos'hanno in comune?
Il grande Bruno Munari diceva
che conoscere gli uni significa conoscere gli altri.
Io sono d'accordo: entrambi capiscono la differenza tra verità e finzione,
riconoscono gli ipocriti e non li amano. Gatti e bambini sanno graffiare al
momento giusto chi lo merita, senza essere poi tormentati da inutili sensi di
colpa. Infine gatti e bambini sono universi infiniti da scoprire: non sono mai
scontati, riescono sempre a stupirti.
Quanto incide il fatto di
leggere fiabe nella personalità di un bambino?
Incide tantissimo. Le fiabe
gratificano il bisogno di fantasia di un bambino e appagano il suo senso di
giustizia. Il lieto fine è in primo luogo un
"finale giusto", in cui il malvagio viene punito e il bene trionfa. Le
favole non insegnano mai valori del tipo "sii furbo e sarai ricco", ma
sempre "sii onesto e sarai felice". Saranno principi fuori moda, ma
io li preferisco.
L'importanza delle illustrazioni
Le illustrazioni devono
sempre essere coerenti col testo e in sintonia con la fascia di età di
riferimento: mi è capitato di vedere disegni infantili in libri per adolescenti
o, peggio, figure adulte in testi diretti alle scuole materne. L'illustrazione
è utilissima se è ben fatta. Altrimenti è fuorviante o inutile.
La realtà crudele va raccontata o è
meglio nasconderla
Attraverso il linguaggio
giusto si può raccontare qualsiasi cosa a un bambino. Non a caso io ho
riscritto per loro le tragedie greche molte volte. I bambini non vivono in un
mondo a parte, ma in questo. Guardano la tv, a dieci anni sanno usare il
computer: la dura realtà arriva loro, malgrado noi. Un
educatore e, ancor più, un genitore hanno il dovere di decodificare
quella realtà, tentando di farla capire a un bambino attraverso dei codici adatti
a lui, mai con i propri.
L'ultima domanda, che mi tengo da un po' sulla punta della lingua:
come fa una che di cognome si chiama Piccione ad amare i gatti? Non c'è
conflitto di interessi?
Conosco una gabbianella alla quale un gatto insegnò a volare, un leone
adottato da una pecora e un cucciolo d'uomo allevato dai lupi. Un gatto che ama
un piccione (e viceversa) rappresenta la normalità, nel mio mondo! Figurati che
l'altra sera ho visto un asino volare. Avrei voluto saltargli in groppa, ma
sono stata distratta da un coniglio bianco con un panciotto che correva
gridando: "Sono in ritardo, in ritardo!".
Non ho potuto seguirlo perché ero troppo occupata con i miei gatti e il mio
cane a infilare un raggio di luna in un secchio: dopo un po' di fatica, ce l'abbiamo fatta!