Anila Hanxhari
Brindisi
degli angeli
intervista di Giuseppe Iannozzi
Brindisi degli Angeli – Anila Hanxhari
editore La Vita Felice
– collana Agape [poesia]
pagine 104 –
ISBN/EAN 9788877990037
– prezzo € 13,00
1. Prima di parlare della tua ultima attesissima fatica, Anila Hanxhari, per quanti ancora
non dovessero conoscerti, potresti fornire loro
qualche informazione su di te? Chi è Anila Hanxhari, la poetessa, la scrittrice e la pittrice?
Nonostante
io pensi che la poesia sia ricerca interiore in relazione con il mondo che mi/ci circonda, tecnicamente è unione indivisibile di
significato e significante, quindi di contenuto e forma (pensieri, emozioni,
musicalità), non penso dunque che scrivere sia una fatica. Può accadere che non
scriva nulla anche per mesi o un intero anno, ma poi, in balia
dell'ispirazione, quando scocca la scintilla, posso
scrivere di colpo anche un'intera raccolta in pochi giorni. Quando si entra in sintonia con la scrittura l'atto dello scrivere si compie
con facilità. In balia della fatica non riuscirei a scrivere neanche un verso.
Chi è Anila?
Anila è la necessità di comunicare in varie forme
espressive le molteplici forme dell'amore. Quando
sento la necessità di usare le mani, la materia, esprimo questa forma artistica
attraverso la pittura, quando invece la necessità è di fantasticare allora uso
la prosa poetica, ovvero il racconto lungo o il
romanzo; e quando necessito di essere me stessa, in questo caso, uso il
pensiero, il cuore, l'anima, l'inconscio per un unico filo conduttore, cioè la
poesia.
2. Prima di “Brindisi degli angeli” (La Vita Felice
Editore, 2012), tu, Anila, hai dato alle stampe
diverse altre tue opere; tra l'altro sei stata accolta nell'antologia poetica a
cura di M. Cucchi e A. Riccardi, “Nuovissima poesia
italiana” (Mondadori, 2005) e in “I poeti italiani per l'Aquila e l'Abruzzo”
(Tracce); hai inoltre ricevuto importanti premi e riconoscimenti letterari, e
non di rado i tuoi componimenti sono apparsi sulle pagine de La Stampa, nella
rubrica “Lo Specchio”.
Come e quando hai incontrato la poesia? E, quali sono stati gli autori che ti
hanno maggiormente influenzata e che, forse, ancor
oggi destano in te stupore e ammirazione? Per quali motivi?
Scrivo
da quando sono bambina, tant'è che siamo nate, forse contemporaneamente, io e
la scrittura. John Donne, Charles Baudelaire, Eugenio Montale, Emily Dickinson
sono tra gli autori che mi hanno maggiormente
influenzato durante la mia crescita e tutt'ora rimangono nel mio cuore, insostituibili.
3. Tu, Anila Hanxhari, sei una autrice molto
prolifica: non c'è giorno che non scrivi almeno una poesia, e sempre chi ha il
piacere e l'onore di leggerti rimane favorevolmente stupito. Quali sono le tue
fonti di ispirazione quotidiane e non?
Scrivo
solamente quando sono ispirata e se in questo periodo sono prolifica
significa che c'è qualcosa nell'aria che mi stuzzica, che mi incuriosisce
invogliando la mia creatività. L'ispirazione è come fare bene l'amore, uno
stato di eccitazione che più alimenti e più diventa prolifico. Ma, al contempo,
sono una perfezionista, quindi non pubblico per mia scelta un testo se prima
non sono convinta che questo ha raggiunto la maturità
necessaria per diventare un libro. Un libro di poesie è talmente importante e sacro
che non deve cogliere i momenti di frustrazione o di
megalomania di un poeta, deve invece afferrare, intuire i momenti più alti e
intensi della creatività. La sorte vuole che io pubblichi un libro quasi ogni 5 anni (1997- 2001; 2002 – 2007; 2007 – 2012), quindi non ho
nessuna fretta di pubblicare. Non è la pubblicazione in sé che mi commuove; mi
emoziona la creatività, lo stupore, l'intensità della poesia. La pubblicazione
diventa solo un dettaglio per regalare e condividere con gli altri le emozioni
vissute in precedenza.
4. La poesia. Con parole tue, la poesia è…?
Se
prima pensavo che la poesia fosse un parto in cui vedi la luce della nuova
creatura, dell'ispirazione, adesso sono invece dell'avviso che una poesia è l'atto prima del parto che è quello di fare l'amore.
5. La tua poesia, ricca di allegorie e di diverse figure
retoriche, ci parla dell'amore, senza dimenticare mai la tua terra natia,
l'Albania, e non a caso “Brindisi degli angeli” si apre con una lirica che ha
per titolo “Per te Albania”. Il tuo lavoro reca anche una dedica: “dedicato a te, a cura dell'amore”. A tuo avviso, quanto e
per quali motivi è tanto importante l'amore per chi fa poesia?
La
mia terra d'origine, l'Albania, fondamentale è motore
della mia coscienza. La mia terra adottiva, l'Italia è una bilancia che tiene
in equilibrio le terre dell'incontro, un aquila con
l'ala di gabbiano. Necessito di entrambe: di coscienza
e della parola acquisita che è la lingua italiana, lingua che amo a tal punto
da trovare unica ogni parola a cui mi aggrappo; necessito di tutte le parole
amate e dico tutte, come per la matematica è l'infinito gioco delle
probabilità. Non ci sono modi specifici per scrivere una poesia, ogni modo è
diverso da un altro; ciò nonostante è anche un luogo, un infinito raccoglitore
della parola che puoi adoperare in maniera infinita fino alla creazione del tuo proprio stile e, poi, più in là ancora. Le parole sono
sempre le stesse, quelle dell'immaginario collettivo: ogni parola del lessico
universale è ‘comunissima', a disposizione di tutti, se vogliamo metterla in
questi termini. Quello che non è comunissimo, che contraddistingue un poeta da
un altro, un autore da un altro, è l'accostamento semantico, non è difatti
comunissima l'aura espressiva che si sprigiona da un dato e particolare
sintagma.
6. E' possibile scriver poesia senza la guida dell'amore?
Abbiamo
sentito spesso parlare dell'amore come di una parola abusata. Non è l'amore ad essere una parola abusata, piuttosto ad aver abusato
dell'amore sono quei cosiddetti scrittori e poeti non degni di chiamarsi tali.
E' riduttivo e ingiusto parlare di poesia per temi. Il tema dell'amore etc. etc… quando si fa la critica letteraria di un testo non si dovrebbe parlare del tema, ma bensì dell'azione
linguistica che svolge la parola. Le tematiche sono
limitate, le probabilità linguistiche della parola sono infinite ed io stessa
creo perché affascinata e innamorata dell'amore con cui possiedo vedo sento e
mastico la parola che si muove da dentro l'inconscio andando oltre un aldilà
metafisico. I pensieri mi possiedono, le parole le possiedo!
L'amore conduce sia i pensieri che le parole!
7. E: la poesia può in un certo qual modo risvegliare le coscienze
dormienti dell'umanità? Intendo dire, è la poesia anche un atto rivoluzionario?
Se sì, per quali ragioni?
Ho
sentito parlare di poesia civile “sì” e di poesia
civile “no”; la poesia, quando è vera poesia, è poesia civile perché è un
incontro con l'identità della terra, che è la conformità di tutte le razze
compiute in un'unica natura etica morale e civile. Quando un popolo, uno stato
visualizzato dal basso delle condizioni di sopravivenza della
sua gente più “umile”, denota sofferenza e mancanza dei generi di prima
necessità, allora si può dire ad alta voce che questa terra è un paese incivile.
La scrittura necessita di attingere dalla nostra
realtà e dall'alterità che ci circonda, dal pensiero illuminista (luogo
dell'anima e della mente), ma anche dal nostro inconscio e di quello
collettivo, quindi l'indifferenza non è mai appartenuta alla poesia. Quando si
è svegli, con gli occhi vigili ben piantati sugli accadimenti del mondo, quando
la mente e il cuore sono in costante movimento e sintonia, quando necessiti delle parole e smuovi il mondo interiore come una
valanga inarrestabile, solo allora la poesia diventa emozione vigile e
trainante del mondo e di conseguenza atto civile e rivoluzionario.
8. Domanda forse indiscreta. C'è stata e forse c'è ancora in corso una diatriba fra te e Tiziano Scarpa.
Che cosa è successo? Avresti voglia
di riassumere, per sommi capi, senza entrare nei particolari, il motivo che ti
ha spinta a portare “Stabat
Mater” in tribunale?
Leggo
casualmente il suo romanzo, dopo il suggerimento di un amico che avendo
recensito in precedenza il mio romanzo inedito “Maria delle caramelle”, aveva
individuato delle somiglianze evidenti. Di fatto non si sbagliava. Come potevo
non accorgermi delle strane coincidenze linguistiche? Sono entrambi diari,
intimi e dolenti. Ma in strutture narrative del genere
quello che conta è il modus sentiendi, il modus
evocandi, il modus narrandi.
In Cecilia e Maria il flusso rovente dei sentimenti è identico. Ciò che le
caratterizza entrambe è il movimento dell'Io
interiore, l'ontologia del sé femminile emarginato e/o recluso: è questo il
vero, fondamentale nucleo individualizzante che accomuna le due opere.
Ed è proprio il tipo di scelta, strutturale e stilistica, a rendere la
trasposizione più evidente.
La trama è del tutto irrilevante, in un contesto di
rielaborazione, dove importanti sono invece la qualità stilistica della
scrittura, le espressioni letterarie, le fonti molteplici dell'immaginario, il
flatus ispirativo, la forza delle connessioni,
insomma le varie strutture e i materiali di quel sistema complesso che è la
narrazione in prosa.
La vera sostanza su cui si fonda l'accusa di appropriazione, ossia il sistema
di sintagmi, di variabili, lessemi, “suggestioni”, coloriture, risvolti significanti che il testo di Scarpa ha mutuato
dallo stile, dal mondo creativo, dalla vis emotiva e artistica e le
relative connessioni, non rappresentano altro che la cartina al tornasole per
scoprire scientificamente il metodo rielaborativo:
modelli, stilemi, nessi e connessioni. Tutto il materiale della scrittura,
indistintamente considerato, si sa, risiede nel patrimonio universale della
lingua. Ma, lo ripeto, ciò che contraddistingue un'appropriazione non
consentita è proprio il metodo di collocazione (in
funzione espressiva e/o anche in una linearità differente tra i due testi)
degli ‘attrattori semantici', che sono stati usati nel discorso narrativo di
“Maria delle caramelle”. Tutte queste motivazioni elencate prima dovevano
bastare per fare causa a Tiziano Scarpa, invece, no, non è questa la vera
motivazione, ma il vero movente, la vera spinta sono
l'arroganza, la prepotenza del potere di cui dispone qualcuno per prendersi
gioco dell'altro apparentemente più ‘umile'. Sarebbero bastate delle scuse,
anche in privato perché io non intraprendessi una causa, invece
la presunzione di chi vuole aver ragione quando sa di non averla, mi indispone,
quindi per principio gli ho fatto causa: questo è il vero e principale motivo.
La causa contro Tiziano Scarpa è ancora in corso.
Posso
svelarti un segreto: sono talmente sciagurata che non nutro paura che qualcuno
si appropri dei miei testi e neanche soffro di manie di persecuzione, tant'è
che quasi ogni giorno io metto su Facebook testi
assolutamente inediti… e la mia sbadataggine rimane nel fatto che non salvo,
non stampo neanche una copia per me prima di postare…
Ogni individuo ha uno schema di valori, nella mia linea dei valori
la dignità è al primo posto!
9. Anila, avresti voglia di regalare ai
gentili lettori un tuo componimento inedito, affinché possano verificare con i
loro occhi e con la loro anima qual è la misura della
tuo saper fare alta poesia?
In
ordine di tempo, questa è l'ultima poesia che ho scritto.
Dialogo con il mare
ITALIA
sei ape ingannatrice smaltita dal fiore
dalla neve concepisci
un figlio il pupazzo di neve
l'ultimo torto
il mio corpo nel tuo corpo tumefazione
trasudi naufraghi mentre ricami d'osso l'ala
e gli eden tornano solo negli specchi
a stringere le unghie al canto
chiudi con gli ulivi le ferite
mi somigli per il sangue che versi senza farti vedere
da sotto il portone come una lettera
m'insegni che il nodo dell'abbraccio
è un ladro della mancanza
ecco perché tra il verde e la durezza
dell'alba
preferisci un soldato
che punta le armi alle stagioni del
congedo
alla terra dell'amore
che non digerisce denti
10. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Immagino scriverai ancora molte poesie, ma credo siano
in parecchi a desiderare di voler leggere anche un tuo romanzo. Possiamo
sperarci?
C'è già pronta una nuova raccolta e due miei romanzi… Tra i
miei desideri quello di poter tradurre i miei testi nella mia lingua madre, in
albanese, al fine di poterli così pubblicare in una raccolta nel mio paese.
Blog