Intervista
a Patrizia Garofalo, autrice della silloge poetica
“Dare voce al silenzio”, edita da Il Foglio.
Patrizia, tu hai già
pubblicato altre sillogi poetiche e questa
Dare voce al silenzio è solo l'ultima in ordine di tempo.
Considerato che la poesia
è una forma di comunicazione, che tema hai sviluppato e quale è il messaggio
che il tal modo hai voluto proporre?
Ho
liberato le mie emozioni più profonde della mia vita nei versi.
Volutamente
però non ho indicato date, né dato titoli ai
componimenti proprio per non raccontarmi "in diretta"; sarei
gratificata se qualcuno si ritrovasse in quello che ho scritto come elemento
nel quale fondersi, immedesimarsi e farne cosa propria.
Come vivi la quotidianità
di scrivere poesie, cioè esiste una corrispondenza fra la tua vita reale e
l'essere poeta?
Esiste
ed è forte.
Consiste
principalmente nella ricerca dell'essenza delle cose e della priorità dei
sentimenti senza luoghi comuni e schemi prefissati anche a costo di solitudini
"piene".
La
poesia è stata il mio cammino spirituale difficile, ma
bello e pieno.
Programmi, ovviamente
letterari, per il futuro?
Continuerò
a scrivere quando lo sentirò forte dentro di me senza
ansia di pubblicazione ma con l'animo di sempre.
Vorrei
scrivere per il teatro e poter mettere in scena un mio testo di tanto tempo fa
ed occuparmi di recensioni di testi poetici anche redatti in forma di prosa.
Grazie per le risposte
chiare e sincere e, oltre ad augurarti che questa silloge possa incontrare il
favore degli appassionati, auspico di cuore che si
possano concretizzare i tuoi programmi.