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  Libri e interviste  »  Racconti fantastici d'amore e di morte, di Giovanna Mulas e Gabriel Impaglione - Editore El Taller Del Poeta; Renzo Montagnoli intervista gli autori 06/06/2007
 

Intervista a Giovanna Mulas e Gabriel Impaglione, autori di “ Racconti fantastici d'amore e di morte” , edito da El Taller Del Poeta.

 

 

Se la memoria non m'inganna, è la prima volta che unite le vostre forze e il vostro ingegno per dar vita a una serie di racconti, per così dire, di genere.

Come vi è venuta questa idea, considerato anche che ognuno di voi due ha l'esclusiva paternità dei rispettivi brani?

 

Gabriel - Pare un'idea pazza? Una sarda e un argentino uniti nell'amore, un progetto di vita, stesso mestiere, sono un incrocio culturale per sé stesso, una fusione d'identità. Vogliamo dare in questo libro un passo in più in questo senso, fare vedere la varietà della narrativa unendo scenari geografici così diversi ma somiglianti. Noi in America Latina abbiamo un timbro molto forte che è legato alla nuova narrativa latinoamericana, quel boom dei '70 con Garcia Marquez, Rulfo, Amado tra gli altri, e anche la tradizione letteraria dove si mescola tanto il realismo magico quanto la fiction e la tematica storica, un'impronta naturale che nasce dall'integrazione di tante culture e dalla quale emergono miti, leggende, storie che arricchiscono il patrimonio culturale popolare. Lo stesso che in Sardegna con le sue antiche tradizioni. C'è una corrispondenza in questo tra ambedue le localizzazioni. La narrativa di Giovanna è profonda in questo sentire, pennellate di contenuti magici che sono propri della sua identità di sarda. Nel mio caso, c'è più del racconto fantastico, però in racconti come “il branco” non si può nascondere questo realismo magico, quella particolarità del nostro essere latinoamericano.

Il prodotto finale credo che compie e bene l'obiettivo ed è molto interessante per il lettore che cerca qualcosa di diverso, compromesso e ricreativo, stimolante per il piacere della lettura e l'immaginazione. Lavoriamo indipendentemente. Io vado accumulando una collezione di racconti che spero di pubblicare un giorno –sono dedicato quasi in pieno alla poesia- e tracciare una linea tematica per questo libro fu affondarmi nell'archivio e riscrivere alcune cose, ciò che anche mi diede gratificazioni, può essere un universo stupendo nel quale mi sento molto comodo.

Dopo unimmo i testi per vedere che c'è una certa corrispondenza nel generare un clima dove si nota che il piacere della loro creazione fu autentico.

Il lettore sicuramente si accorgerà di questo particolare.

 

Giovanna – Già nel fare le prime traduzioni all'italiano della poetica di Gabriel m'accorsi di una certa affinità tra noi in stile letterario; questo, chiaramente, ha favorito il nascere di

un' idea come quella di un libro scritto sì a quattro mani, ma ognuno mantenendo, conservando gelosamente - com'è giusto che sia - la propria identità, il micromondo, la cultura, l'esperienza umana e letteraria fino al congiungersi delle nostre vite. Dove finisce il mio intuito comincia il suo, e viceversa. E dove prevale la sua razionalità sono la mia sensibilità di donna e la magia antica ad essa legata, l'istinto  a bussare affinché una pagina nuova venga scritta rendendo merito.

E' stato l'amore che ci lega a spingerci senza forzature in questa direzione, un giuoco di fusione tra culture.

 

 

 

Volete parlarci un po' di questi racconti, di cui quelli di Giovanna hanno un'ambientazione sarda, mentre quelli di Gabriel sono più propriamente sudamericani?

 

 

Gabriel - Si, diciamo che l'ambientazione è il codice soprattutto è argentino in due racconti specifici: “il branco” e “Victoriano Alcantara”, il primo racconta l'irruzione di un branco di gliptodonti in un paesino del sud di Buenos Aires, con un'aria contadina, c'è molto dove specchiare la realtà di tanti paese, incluso quelli italiani.

Nel secondo, ambientato nel litorale argentino, nella provincia di Corrientes in particolare, si tratta del tema dell' “uomo lupo”, una leggenda che gli emigranti portarono in Argentina e che dice che il settimo figlio maschio si trasforma in lupo durante le notti di luna piena, nel momento in cui conosce il vero amore. Il racconto passa per altre cose dell'ambito popolare con ironia ed un certo humor. E' una visione particolarmente usata. Questo racconto fu tradotto in diverse lingue e pubblicato in vari siti web. Dopo ci sono due brevi testi che si localizzano a Lanusei e regalano un sentire magico ai vicoli del paese. I restanti sono racconti che prendono il tema ambientale e si sviluppano in scenari fantastici, ma che, conoscendo le notizie degli ultimi tempi, parrebbero prodotto di una cronaca post incidente nucleare o chimico. E questo vuole dire, a partire dalla narrativa fino alla fiction: che tutto è possibile in queste circostanze. Giocare con nomi di piante e animali è un dato per situare il lettore in uno scenario diverso, possibile, lontano talvolta. Sono stati utilizzati da docenti di letteratura in diverse scuole per sviluppare non solamente per l'insegnamento letterario quanto per il potere critico intorno alla situazione ambientale nel mondo. Credo che sono testi giusti per questo obbiettivo. “Dopo del dopo” è un testo categorico in questo senso.

 

Giovanna - più che ambientazione sarda, i racconti partono dalla mia sardità, dal mio sentire sardo, naturalmente legato al sangue che mi scorre dentro, di mare. Desidero che sempre e comunque una pennellata della mia terra appaia nelle opere; anche solo un en passant furtivo: il personaggio di Anna, ad esempio, apparso lestro in Mater Doloris (2004), ambientato in Inghilterra. Anna serviva il the in un pub ed era, semplicemente, sarda. Tutta la sardità di Mater Doloris era racchiusa in quella figuretta sottile, nera, schiva che serviva il caffè in un pub. Nel mio primo romanzo, Passaggi per l'anima (1998), ambientato tra l' Irlanda e l'Inghilterra, si fa cenno tra le pagine alla famiglia della protagonista, di chiare origini sarde. Domo del Viento (di prossima uscita) è ambientato in Argentina eppure la Sardegna, come lo scoprirà il lettore, è presente comunque. Ciò che voglio è una letteratura di origine, radicata al suo presente, paurosa di varcare i suoi confini e, contemporaneamente, curiosa, portatrice di miti, leggende, conoscenze che non le sono proprie e la sfidano affinché vengano descritte diverse, uniche, su pagina. Temere ciò che non si conosce è tipico dell' uomo. Ma il timore, soprattutto quando infondato, va sfidato: una letteratura italiana che non ha paura di mostrarsi al mondo con le sue grettezze, le verità e le bugie, le meravigliose ricerche continue non di una identità, ma di mille, sparse in ogni dove. Questo voglio.

E la Sardegna… piccola terra di nessuno che solo al mare, alla Montagna Signora, alle aquile appartiene. Ma esiste, palpita e vive, vergine e regina, a volte puttana che si concede solo al miglior offerente. La Sardegna esiste così come esisterà/resisterà fortunatamente (o rovinosamente: saranno tempi ed eventi, a decretarlo), anche dopo Giovanna Mulas, nella letteratura che la rappresenta.

 

 

In quest'opera c'è un messaggio e, se c'è, qual è?

 

Gabriel - L' integrazione culturale è un messaggio. Necessitano libri divisi per due o tre autori di diverse culture, per unire queste presentazioni di fratellanza, questo distribuire conoscenze, identità, per sapere apprendere dall'altro, poter amarlo. Una chiave per poter accedere ad un mondo diverso nel futuro.

Amare il mondo, l'ambiente, è l'altro messaggio. E lancia grida a quest'altura delle cose.

 

Giovanna - Se un messaggio esiste nell' opera, lasciamo che siano i lettori, a stabilirlo.

 

 

Ho rilevato che  El Taller Del Poeta non è italiano, ma spagnolo.

C'è un motivo e quali sono gli aspetti qualificanti  di questa casa editrice?

 

 

Gabriel -  Si, El Taller del Poeta è una casa editrice spagnola, di Galizia. Il suo direttore è un poeta di Pontevedra, Fernando Luis Perez Poza, un caro amico, una persona eccezionale. Compartiamo molti sogni da vari anni, ha editato varie opere sia a Giovanna che a me, e per questo libro ha voluto offrire il suo impegno e qualità generosamente.

Sta producendo diversi autori italiani e facendo un eccellente lavoro di integrazione culturale tra questi e gli spagnoli, traduzioni incrociate e viceversa. 

 

Giovanna - Fernando è originario di Galizia, luogo, secondo la tradizione popolare spagnola, afflitto dall' inquietante presenza di maghe, streghe portatrici di rovina. La prima volta che ho incontrato personalmente Fernando mi ha portato in dono, oltre al suo cuore, la sua anima generosa ed una grande professionalità; un amuleto in ceramica de Sargadelos: “contro le cattiverie delle streghe”, mi ha detto. Una cultura, un sentire il suo assolutamente simile al sardo, antico e moderno assieme. Credo che l'essenza del suo ottimo lavoro stia in questo; credere nel non creduto, vedere dove gli altri non vedono e lottare dunque a fondo affinché il non veduto, finalmente, sia visibile anche agli occhi degli altri.

Ciò che non è visibile in natura non è detto che non esista.

Pure questo è fare letteratura.

E' l' essenza del vero scrittore e pensa ad un passero, Renzo: cantare sempre e comunque, anche inascoltato.

 

 

Grazie per la vostra pazienza, per le dettagliare risposte e, ovviamente, vi auguro vivamente che il vostro libro abbia successo.

 

 

 

 
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