Intervista
a Vittorio Banda, autore della raccolta di racconti “Nelle terre del Fico d'India”,
edito da Edarc.
E' appena uscito il tuo
ultimo lavoro. Ce ne vuoi parlare?
E' una raccolta di
racconti che nascono dalla osservazione della terra in cui vivo la Sicilia con
le sue
forti contraddizioni e con il suo eterno
mancato sviluppo.
Per me la Sicilia è in attesa di completare una rivoluzione mai portata a
termine cioè quella dei vespri siciliani.
Sono trascorsi secoli dal
suo inizio e non si è mai conclusa si è passati dalle varie dominazioni
succedutesi nei secoli alle dominazioni nobiliari ed alle dominazioni mafiose,
è come un vulcano spento e si attende da un momento all'altro il suo risveglio.
Fino ad
adesso ti abbiamo conosciuto soprattutto come autore di poesie in romanesco, un
vernacolo in verità un po' personalizzato. Hai utilizzato lo stesso linguaggio
per i racconti, oppure sono in italiano?
Sono in lingua italiana , il vernacolo lo uso per le mie poesie satiriche nelle
quali mi piace evidenziare i difetti della attuale società cultrice
dell'apparire a discapito dell'essere.
In questa tua ultima
opera hai inteso lanciare un messaggio e, in caso affermativo, quale?
La nostalgia per i veri
valori che mi sembra, a giudicare dagli eventi che
giornalmente balzano davanti ai nostri occhi , si siano persi e non si fa nulla
per recuperarli, basta citare gli ultimi casi di Corona e della prostituta con
il parlamentare per capire che la mia non è retorica.
Se non vado errato, sei
alla terza pubblicazione. Come sono i tuoi rapporti con l'attuale editore?
Eccellenti, sono degli
editori attenti e precisi che curano molto l'estetica e la qualità è cosa che
per un libro non è di secondaria importanza.
I tuoi programmi
letterari per il futuro. Ce ne sono e quali?
Ho scritto durante le
vacanze delle altre poesie in vernacolo che fanno parte di una terza raccolta
dal titolo “All'ombra der banano” una seconda
raccolta è già completa e di prossima pubblicazione.
Ho ultimato un atto
teatrale “La Dottoressa Nelly” che parla dell'abbandono degli anziani e dei
problemi legati ai rapporti genitori figli in termini di assistenza.
Ho scritto anche una serie
di articoli che fanno una cronistoria dello spettacolo dagli anni 50 agli anni
80 dal titolo “Mi ritorni in mente”.
Sto lavorando ad un
romanzo dal titolo “Finchè morte non ci separi”
Prossimamente sono stato
invitato a Roma da Ernesta Galeoni per una due giorni teatrale che ha per tema
“Una parola per la vita” e che darà il titolo anche ad una Antologia
alla quale partecipo con alcuni miei brani che saranno anche recitati durante
questa due giorni al Teatro degli Archi di Roma, dove la Galeoni è Direttrice
artistica.
Continuo a scrivere altri
racconti che traggono spunto dal nostro tempo e dai nostri difetti.
Non mi posso lamentare per
l'attività, recentemente mi sono cimentato anche nel rap,
scrivendo il rap del tedioso e quello dell'indeciso,
sto lavorando anche al rap del conservatore.
Ringrazio Renzo per la
possibilità che mi ha dato di esprimere i miei pensieri ed i lettori che mi
onoreranno acquistando il mio libro.
Un caro abbraccio a tutti
Con simpatia
Vittorio Banda
E a te dico grazie, caro
Vittorio, augurando al tuo libro il successo che di certo merita.