Intervista
a Valentino Rocchi, autore del romanzo storico 1504 - Notte all'Hostaria La Guercia Pandolfo Collenuccio uomo
di corte del XV secolo, edito
da Agemina.
È appena uscito questo tuo romanzo storico,
una riedizione, riveduta e corretta - in verità assai poco, perché già la
versione originaria era di alto livello - del precedente Notte all'hostaria La
Guercia edito da Argalia. Ci
vuoi dire brevemente di cosa si tratta?
Della vita avventurosa e tragica di un
uomo di corte, illustre per molti suoi meriti (giurista, letterato, oratore
insigne, ambasciatore, naturalista, poeta, polemista, latinista e grecista…)
vissuto nell'epoca convulsa del rinascimento italiano, così ricca di vicende
storiche e scandalistiche secondo la morale che, nei ceti più evoluti, era (pare impossibile) ben peggiore di quella della società
moderna che oggi lamentiamo.
Perché la figura di Pandolfo Collenuccio ti ha interessato così tanto?
Mi permetti una risposta scherzosa?
Perché era un vicino di casa. Si dà il caso che per alcuni anni della mia vita
io, a Pesaro, sia vissuto in via Pandolfo Collenuccio, nello stesso isolato dove adesso, della sua
casa distrutta da eventi bellici, è rimasto soltanto un portale rinascimentale
di pietra. Avevo sentito vagamente parlare dell'uomo, come vittima
dell'ingratitudine dei potenti. Così quella vicinanza m'ha
incuriosito. E poiché la curiosità è madre della conoscenza, mi son
messo a cercare tutti gli avvenimenti che lo riguardassero.
È stato come giocare una partita a carte. Emozionante come un poker. Ad ogni
documento che scoprivo, e mi piaceva farlo con lo scrupolo che si prova nello
spillare le carte nella speranza di legare il punto, trovavo in quel mazzo
almeno cento assi. Che mi è piaciuto mettere in ordine, aggiungendovi anche
quel pizzico di fantasia che sarebbe dovuta servire a
rendere il romanzo più leggero e avvincente.
So che hai attuato una meticolosa ricerca storica, premessa
indispensabile del resto per poter trattare in modo attendibile la vita di
questo personaggio. Ci sono sue caratteristiche in cui tu un po' ti ritrovi e,
se sì, quali sono?
Nelle vicissitudini della mia vita mi
sono imbattuto nei maggiori disagi a causa del mio carattere indipendente,
rifuggente ogni piaggeria di comodo. Se avessi tenuto il comportamento di buon
cortigiano di Pandolfo, forse ne avrei tratto
maggiori vantaggi.
Anche se, in fondo in fondo, non è che a Pandolfo sia
andata proprio bene!
Sono passati più di cinque secoli dall'epoca della
vicenda. Ho l'impressione che il mondo della politica non sia sostanzialmente
cambiato. Al riguardo quale può essere la lezione che Pandolfo
Collenuccio ci ha impartito?
Visto il
risultato finale, modesta. Avrebbe forse dovuto tener
conto del concetto tuttora valido, che Giovanni Sforza esprime parlando (nel
romanzo) col fido Torricella:
la politica è come certa pelle del corpo dell'uomo che puoi tirare da ogni
parte ma che, infine, torna automaticamente a coprire ciò che è comodo
nascondere.
Questa nuova edizione è curata da Agemina di Firenze, come nel
caso anche de La magia del fuoco.
Come ti trovi con questa casa editrice?
Come su un letto di piume. È l'Editrice
che si è innamorata, alla prima lettura, de "La magia del fuoco" che
sta ottenendo un buon successo e, adesso, mi concede questa seconda edizione.
Con una attenzione ed una precisione nell'accettare
magari le mie piccole manie d'autore, assolutamente encomiabili. Alla signora
Vicario che ne è la "deus ex machina"
devo tutta la mia riconoscenza.
Che cosa significa per te scrivere?
Significa vivere più intensamente. Prima
di questa mia avventura letteraria vedevo scorrere le persone e gli avvenimenti
davanti agli occhi per lasciarli poi scivolare alle spalle. Oggi non
m'accontento più di vedere tutto questo, ma l'osservo e l'assorbo. E poi
significa vivere cento vite: quelle di ogni personaggio che, buono o cattivo
che sia, io arrivo ad amare.
Sei un autore piuttosto prolifico. Se fra tutti i tuoi romanzi
dovessi sceglierne uno che tu personalmente consideri il più riuscito, quale
sarebbe e perché?
Uno che ancora non ho
pubblicato. Tanto per cambiare un romanzo storico. Ma di storia assai più
recente di quella di Pandolfo. Quella della prima
metà del'900. Romanzo ambientato in una città di provincia, seguendo,
attraverso una saga familiare dominata dalla vita di una donna di grande
spessore morale ed umano, tutti gli avvenimenti storico-politico-sociali-umani che contrassegnarono
quel periodo. Il titolo, per ora provvisorio, è "Giolina".
Ci sono progetti letterari in corso e, se sì, ci puoi fornire
qualche anticipazione?
Nella nuova avventura prendo spunto
dall'ultima condanna a morte comminata per ragioni non politiche (ché quelle
politiche sono continuate) nella Marca d'Ancona sotto il dominio temporale
dello Stato Pontificio. Esecuzione avvenuta nel 1832 al
"Mercatale" di Urbino. Come vedi
sono ancora nella storia. Una condanna avvenuta per una colpevolezza non certa.
Che ho anticipato di molti anni, per darne una motivazione, se pure non una
giustificazione. Titolo provvisorio? "La padrona di Santa Maria."
Grazie, Valentino, per le tue
esaurienti e franche risposte.
Per quanto ovvio, ti auguro che questa
2^ Edizione del tuo libro, che, secondo me, è un autentico capolavoro, abbia il
successo che si merita.
1504 – Notte all'Hostaria “La Guercia”
Pandolfo Collenuccio
uomo di corte del XV secolo
di Valentino Rocchi
Prefazione
di Renzo Montagnoli
Edizioni
Agemina
www.edizioniagemina.it
Narrativa romanzo
storico
2^ edizione
Pagg. 296
ISBN:
9788895555119
Prezzo: €
18,00