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  Libri e interviste  »  L'intervista di Salvo Zappulla a Berarda Del Vecchio, autrice di Sdraiami, edito da Castelvecchi 14/02/2009
 

Salvo Zappulla intervista Berarda Del Vecchio, autrice di Sdraiami, edito da Castelvecchi.

 

 

Ho incontrato virtualmente Berarda, appena scesa dall'aereo,  fresca di ritorno dalle vacanze in Svezia , ha accettato di buon grado di fare questa chiacchierata sul suo libro, che sta riscuotendo grande successo ed è nelle vetrine di tutte le migliori librerie.  E'  un libro godibilissimo, che trasmette buon umore e sana allegria, letteratura d'evasione ma che tratta temi importanti quali il rapporto di coppia e la difficoltà tra i due sessi a comunicare.

   Berarda, dal tam tam, ai telefonini, a internet. Gli strumenti di comunicazione dell'uomo nei secoli si sono evoluti.  Anche il sesso è  una forma di comunicazione, non è che magari in questa  società frenetica, dove bisogna sempre correre, sia passato agli archivi? Nel senso  che  bisogna fare di fretta e via? Rendendo tutto più spoetizzato?                                                                                       

 

In parte purtroppo è vero. Di recente ho anche letto un articolo in cui si diceva che il sesso lo si fa più come uno sport per perdere le calorie magari trangugiate a cena che come forma di comunicazione tattile-olfattiva fra due persone che si attraggono. Le storie da una notte e via vanno anche bene, per carità, l'importante è che non si arrivi poi al dunque tropo stanchi o ubriachi da consumare il tutto in pochi minuti. Insomma non si può relegare il sesso solo a un semplice dessert, per me resta, e resterà per sempre, il piatto principale!

 

Il tuo libro sta riscuotendo grande successo. Qual è stata, a tuo parere, la molla che ha fatto scattare il passaparola tra i lettori?

 

Credo che la maggior parte dei lettori sia composta da donne che si sono identificate almeno in una mia disavventura amorosa o in qualche racconto della mia adolescenza. Il libro è alquanto ironico e cerca di sdrammatizzare il più possibile su vicende che altrimenti sarebbero davvero tragiche. Magari chi lo ha letto l'ha visto anche come un piccolo manuale curativo per uscire da una storia andata male e allora lo ha consigliato a qualche amica. Per il pubblico maschile non so…magari si sono incuriositi di come una ragazza abbia avuto l'ardire di mettere in discussione la loro fin troppo osannata virilità.

 

Ci sono nel libro episodi della tua adolescenza, i primi amori, le esperienze della maturità, il tutto condito da una ventata di freschezza e di gioiosa scrittura. Pensi che molte ragazze si identificheranno nel libro? E molte signore mature lo leggeranno con nostalgia?

 

Come ho detto prima ho ricevuto molti riscontri in tal senso. Le ragazze si autoidentificano e le donne un po' più mature anche… quello che poi accomuna tutte sono le risate che si fanno leggendo il libro.

 

I vecchi ruoli si sono perduti, non più il maschio conquistatore e la donna che  difende le proprie virtù. Io parlerei di individui che hanno maggiori capacità di approccio e altri meno, indipendentemente dal sesso di appartenenza. Non è più giusto così? 

 

Bhè questo c'è sempre stato. Il don Giovanni e l'imbranato come la fatalona e la timidona sono stereotipi che hanno comunque accompagnato, e accompagneranno, ogni generazione. Perciò credo che in realtà quello che manca oggi è il “classico” gioco dei ruoli che rende ogni relazione molto più intrigante e divertente. 

 

Prova a immaginare questa scena: una donna entra in un bar, ordina una grappa e si accende un sigaro; poi nota il bel fusto appoggiato al bancone, lo palpa sul sedere e gli offre da bere. Vuol dire che si è raggiunta finalmente la tanto sospirata parità tra i sessi?

 

Magari fosse così semplice…purtroppo non è così, se no non si parlerebbe di quote rosa, di diversi tipi di stipendio pur con lo stesso ruolo lavorativo, di diritti negati e via dicendo. Credo la strada per la parità fra i sessi sia ancora lunga anche se molte volte si crede, ingenuamente, di esserci già arrivati.   

 

 
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