Salvo Zappulla intervista
Berarda Del Vecchio, autrice di Sdraiami, edito da Castelvecchi.
Ho
incontrato virtualmente Berarda, appena scesa
dall'aereo, fresca
di ritorno dalle vacanze in Svezia , ha accettato di buon grado di fare questa
chiacchierata sul suo libro, che sta riscuotendo grande successo ed è nelle
vetrine di tutte le migliori librerie.
E' un
libro godibilissimo, che trasmette buon umore e sana allegria, letteratura
d'evasione ma che tratta temi importanti quali il rapporto di coppia e la
difficoltà tra i due sessi a comunicare.
Berarda, dal tam tam, ai telefonini, a
internet. Gli strumenti di comunicazione dell'uomo nei secoli si sono
evoluti. Anche il sesso è una forma di
comunicazione, non è che magari in questa
società frenetica, dove bisogna sempre correre, sia passato agli
archivi? Nel senso che bisogna fare di fretta e via? Rendendo tutto
più spoetizzato?
In parte purtroppo è vero. Di recente ho anche
letto un articolo in cui si diceva che il sesso lo si fa più come uno sport per
perdere le calorie magari trangugiate a cena che come forma di comunicazione tattile-olfattiva fra due persone che si attraggono. Le
storie da una notte e via vanno anche bene, per carità, l'importante è che non
si arrivi poi al dunque tropo stanchi o ubriachi da consumare il tutto in pochi
minuti. Insomma non si può relegare il sesso solo a un semplice dessert, per me
resta, e resterà per sempre, il piatto principale!
Il tuo libro
sta riscuotendo grande successo. Qual è stata, a tuo parere, la molla che ha
fatto scattare il passaparola tra i lettori?
Credo che la maggior parte dei lettori sia composta
da donne che si sono identificate almeno in una mia disavventura amorosa o in
qualche racconto della mia adolescenza. Il libro è alquanto ironico e cerca di
sdrammatizzare il più possibile su vicende che altrimenti sarebbero davvero
tragiche. Magari chi lo ha letto l'ha visto anche come un piccolo manuale
curativo per uscire da una storia andata male e allora lo ha consigliato a
qualche amica. Per il pubblico maschile non so…magari si sono incuriositi di
come una ragazza abbia avuto l'ardire di mettere in discussione la loro fin
troppo osannata virilità.
Ci sono nel
libro episodi della tua adolescenza, i primi amori, le esperienze della
maturità, il tutto condito da una ventata di freschezza e di gioiosa scrittura.
Pensi che molte ragazze si identificheranno nel libro? E molte signore mature
lo leggeranno con nostalgia?
Come ho detto prima ho ricevuto molti riscontri in
tal senso. Le ragazze si autoidentificano e le donne
un po' più mature anche… quello che poi accomuna tutte sono le risate che si
fanno leggendo il libro.
I vecchi
ruoli si sono perduti, non più il maschio conquistatore e la donna che difende le proprie
virtù. Io parlerei di individui che hanno maggiori capacità di approccio e
altri meno, indipendentemente dal sesso di appartenenza. Non è più giusto
così?
Bhè questo c'è
sempre stato. Il don Giovanni e l'imbranato come la fatalona e la timidona sono stereotipi che hanno comunque accompagnato, e
accompagneranno, ogni generazione. Perciò credo che in realtà quello che manca
oggi è il “classico” gioco dei ruoli che rende ogni relazione molto più
intrigante e divertente.
Prova a
immaginare questa scena: una donna entra in un bar, ordina una grappa e si
accende un sigaro; poi nota il bel fusto appoggiato al bancone, lo palpa sul
sedere e gli offre da bere. Vuol dire che si è raggiunta finalmente la tanto
sospirata parità tra i sessi?
Magari fosse
così semplice…purtroppo non è così, se no non si parlerebbe di quote rosa, di
diversi tipi di stipendio pur con lo stesso ruolo lavorativo, di diritti negati
e via dicendo. Credo la strada per la parità fra i sessi sia ancora lunga anche
se molte volte si crede, ingenuamente, di esserci già arrivati.