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  Libri e interviste  »  L'intervista di Salvo Zappulla a Enrico Gregori, autore di” Un tè prima di morire”, edito da Bietti 28/02/2009
 

Salvo Zappulla intervista Enrico Gregori, autore di Un tè prima di morire, edito da Bietti.

 

 

Enrico, il tuo romanzo sembra prendersi gioco delle debolezze umane, scritto quasi con irriverenza. E' così?

   

   I deboli sono capaci di impennate “eroiche” così come i più spietati hanno i loro punti deboli e le loro fobie. Sì, è quello che penso.

 

Quanto ha influito il tuo mestiere di giornalista in questo noir?

 

    Moltissimo per quanto riguarda tecniche e strumenti investigativi. Ma anche per la comprensione della psicologia dei “detective”.

 

E' più fantasiosa la vita o la letteratura?

   

   Ho imparato che la vita riserva sorprese clamorose. Se la letteratura si limita a raccontare la vita, romanzandola un po', è già un bel risultato.

 

Il tuo linguaggio è piuttosto crudo, non lesini a descrivere scene di sesso, usando termini per niente edulcorati. E' una tua maniera di raccontare la realtà senza inutili e ipocriti perbenismi?

 

   Il perbenismo lo ritengo innocuo se non addirittura dannoso. Insomma non serve a nulla. Sono per il “verismo”, con tutto il rispetto per “maestro” Verga. Nei prossimi libri sarò, secondo me, addirittura più crudo anche se le scene di sesso saranno decisamente soft.

 

 E' più difficile raccontare la cronaca o il sogno?

 

   Credo la cronaca. I sogni sono opinabili. Ognuno sogna i propri.

 

Si coglie una vena sottile d'ironia tra le pagine, quasi distaccata, come se in fondo tutto è destinato a procedere secondo regole al di sopra di noi umani e non si può far altro che prenderne atto o sorridere amaro. E così?

  

   Più o meno. Credo che la vita abbia le sue regole. Tu puoi anche stravolgerle ma prima o poi la vita ti presenterà il conto. Se sei disposto a pagare il prezzo delle tue “trasgressioni” è un piccolo salvataggio, altrimenti soccombi.

 

 
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