Lorenzo Garcia Vega (1926 – 2012)
di Gordiano Lupi
Il primo giugno scorso è morto
all'ospedale di Miami lo scrittore cubano Lorenzo García Vega, uno dei
rappresentanti del Gruppo Orígenes. Tra le opere di
García Vega, tutte inedite in Italia, citiamo: Rostros del reverso,
El oficio de perder,
Variaciones a como veredicto para sol de otras dudas, Suite
para el espera.
Nel 1952 ha
vinto il Premio Nazionale per la letteratura. Los años de Orígenes
è il suo lavoro più importante, un saggio autobiografico dove
racconta uno dei momenti principali della letteratura cubana, la nascita di un
gruppo attorno alla rivista Orígenes, fondata e diretta dal grande Lezama Lima. Il saggio è stato pubblicato prima in
Venezuela (1979) e successivamente a Buenos Aires.
Lorenzo García Vega era nato a Matanzas nel 1926,
esule da Cuba nei primi anni Sessanta, per vivere a Madrid, New York e infine a
Miami.
Pubblico due brevi testi poetici di Lorenzo García Vega, da me
tradotti, di taglio ermetico, ispirati allo stile di Rilke
e del cubano Piñera. Trovate gli originali in
spagnolo su Diario De Cuba (http://www.diariodecuba.com/de-leer/un-poema-con-rilke-y-otro-con-pinera).
Imitando Rilke, di fronte a un
uccello morto
Adesso sei morto, uccello orribile. Eri un uccello nero, e in
verità non si sa da quale parte prenderti. Mi ripugni (prendo una paletta, un
raccoglitore, ti getto nella spazzatura). E con il dito collego – o esamino –
una letteraria linea orizzontale del tempo, o rimango a individuare l'irruzione
di una lettura fonte di devozione. Certamente, uccello orribile, sono
abbastanza letterato, per dedicarti (in mezzo a questo cortile ibrido) un
intero tumulo di citazioni, tradotte in maniera imperfetta. Addio.
Si tratta di una rosa?
L'assenza di una rosa. Cominciamo da questo logoro tema.
Cominciamo.
Dopo, prenderemo nota degli avanzi.
Quanti saranno gli avanzi?
No mi importerà, nella mia deplorevole
stupidità,
tornare a occuparmi di altre cose. Che ve ne
pare?
Virgilio Piñera – lo so da fonte certa
teosofica – si
congeda da noi,
passando da un corpo astrale,
a un altro corpo astrale.
Pubblicatemi, allora, in tutti i colori possibili.
Perché, una volta di più, non so proprio dove andare a parare.