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  Letteratura  »  Un tè prima di morire, di Enrico Gregori, edito da Bietti e recensito da Morena Fanti 01/09/2012
 

Un tè prima di morire
Enrico Gregori
Bietti Media 2007
pp.138, 10,00 euro

 

All'hotel Manovar la vita si oppone alla morte e il sesso è la clausola di diritto alla rivalsa che viene esercitata come assicurazione proteggi-imprevisti. Ma non tutti hanno stipulato questa assicurazione e non tutti si salveranno.

La vita ci presenta spesso situazioni non cercate e ci pone di fronte a scelte e imprevisti.
Sugli ospiti dell'hotel sovrasta il quadro di Hieronymus Bosch, l'Estrazione della pietra della follia, con il suo messaggio che sembra ricordarci come quella pietra sia spesso presente nell'umanità, avvisandoci sugli agguati che la vita inevitabilmente ci preparerà. L'albergo vive e respira solo in attesa dell'arrivo di Colin Mallory, pirata della finanza detestato da mezzo mondo e odiato dall'altra metà e le forze dell'ordine si preparano ad affrontare un attacco contro di lui. L'attesa è snervante, e nell'attesa si creano legami, si ripercorrono eventi, si anticipano situazioni: ” Quelle vite che nulla hanno in comune. I quasi sconosciuti all'interno di un microcosmo si sfiorano o combaciano con perfetti sconosciuti di un altro microcosmo”. Quello che li unisce è “il rendersi conto, forse per la prima volta e forse per la costrizione, che siamo alla vita come alla fermata di un autobus”.
Gregori ci mostra come sia possibile, da una sosta obbligata, ripartire e ritrovare slancio dando a volte un calcio al passato e ripartendo verso una nuova vita. Il noir è lo strumento che ha scelto per raccontarci questa storia ed è uno strumento che gli è congeniale. Il linguaggio è senza cedimenti o compiacimenti, lo stile è asciutto ma non scabro nella scelta degli aggettivi – l'hotel viene “scartavetrato” e i suoi muri sono “stuprati” dal quadro di Bosch, – e di insoliti paralleli – un teatro piccolo, “una specie di bomboniera color dei lividi”.
L'attesa finisce quando accade l'imprevisto e tutto si sublima nel finale e nelle vite che riprendono a scorrere.

 

Morena Fanti

 

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