Antropometria
Paolo Zardi
Neo edizioni, 2010
175 pp. 13,00 euro
Vorrei dire che sono sorpresa dalla lettura di questo libro di
racconti – sedici storie contemporanee che aprono sedici porte nel mondo – ma
non posso dirlo perché già conoscevo la scrittura di Zardi,
la sua precisione nella scelta delle parole, la sua intima forte emozione nel
riversarle sulla carta.
Ma un poco sorpresa lo sono ugualmente.
Leggere certe situazioni, ascoltare la precisione con cui l'autore le ha incise
e intagliate, ammirarne la costruzione, anche nei racconti brevissimi, quelle
due pagine iniziali ad esempio, quei Sei
minuti che tolgono il fiato per la lacerante forza che sprigionano
– è un'esperienza che non lascia indifferenti.
In Antropometria,
Zardi esplora e prende le misure all'umanità, a questa umanità balorda e disattenta che ci circonda. C'è
sempre un evento scatenante, un evento come quelli che
accadono intorno a noi ogni giorno, che spinge i protagonisti a fare delle
azioni che li cambiano. In certe storie sono eventi violenti, ma non occorre
che lo siano. Traumatici anche, come la notizia di una malattia rara e
invalidante che scatena la rabbia della protagonista e la spinge a trattare
male chi le sta intorno, soprattutto chi, come il marito, cerca di dimostrarle
affetto.
Ci sono racconti molto duri in questo volume, racconti
che pungono e tagliano, ma in nessuno ho trovato piacere della trasgressione
per colpire e accattivarsi il lettore. Sono racconti dove, forse per necessità
personale di annientare le brutture di questa nostra società malata, l'autore
lascia uscire le emozioni suscitate da notizie di cronaca o i mostri che
albergano la sua anima “buia”.
Ma non sono storie scritte per la moda, o per ‘essere
sul pezzo'. Nei testi di Paolo Zardi ci trovo verità,
quella che è la sua verità e l'unica che lo scrittore possa trasferire ai suoi
lettori. Perciò la sua scrittura arriva: perché ha un suono vero e non è mai
fasulla, mai scritta per seguire le correnti o per compiacere le tendenze. Il
punto forte di Zardi sono i sentimenti, anzi, le
emozioni; in quegli avvicinamenti, in quei momenti dove
scrutiamo gli occhi dei protagonisti, dove ne sentiamo l'alito, lui riesce a
farci dimenticare la pagina e ci fa entrare nel loro mondo.
Non è facile farlo e non è semplice per chi legge trovarsi davanti la
‘normalità' quotidiana, quel “come si
dice, amore e morte ai tempi del nulla” che ci sta attorno.
È che a volte ci limitiamo a lasciarci vivere, scivolando in questo ‘nulla' che
ci avvolge e ci nasconde. Fino a che non arriva un urlo, anzi L'urlo, e gli
occhi si aprono su una nuova consapevolezza: “… mentre infilava la chiave nella
porta di casa, improvvisamente come in un libro russo dell'ottocento, fu
salvato dalla grazia di aver capito”.
Antropometria è il titolo
perfetto per questa raccolta, ed è perfetto anche per Zardi, un titolo che rappresenta la sua ricerca accurata
per arrivare all'esatta misura linguistica ed espressiva.
E ora, dopo avere gustato questi racconti e avere apprezzato la scrittura di
Paolo Zardi nel breve termine, mi auguro di poterlo
presto apprezzare anche sul lungo termine e leggere presto un suo romanzo.
Paolo Zardi, nato a Padova nel 1970, è ingegnere.
Scrive in ogni ritaglio di tempo, spesso durante i suoi viaggi in treno. Un suo
racconto “Un silenzio che non è assoluto” è presente nell'antologia “Giovani
cosmetici” a cura di Giulia Belloni (Sartorio, 2008).
Cura diversi blog: su wordpress http://grafemi.wordpress.com.
Questo è il suo primo libro.
** aggiungo un applauso alla Neo edizioni, per la cura e la
passione che mettono nei loro libri. È vero che ciò
che conta è l'interno, cioè la storia narrata, ma anche l'esterno, se ben
curato, è piacevole.
In copertina di Antropometria
un quadro di Toni Alfano.
Morena Fanti
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