Andrea Vitali
Regalo
di nozze
2012
Ed.Garzanti
Al centro del romanzo
Regalo
di nozze di Andrea Vitali è una
Fiat 600, bianca, evocatrice
di quei mitici anni '60 del boom
economico, in cui l'Italia per la
prima volta
usciva dalle
anguste dimensioni dell'Italietta olografica e retorica
precedente.
L'io narrante è il
ventinovenne Ercole Correnti che in quel di Como sta
per sposarsi. Nel rivedere sul
lungolago una
Fiat 600 bianca come quella
che 20 anni
prima aveva comprato
suo padre Amedeo, si lascia pervadere
dal ricordo di quella mitica
gita con il padre, la
madre Assunta
e lo zio Pinuccio, figura ineffabile di scapolo trentottenne.
Siamo a Bellagio
sul lago di Como
dove la famiglia
Correnti trascorre la sua blanda
routine, il capofamiglia
Amedeo prima impiegato al catasto di
Como e poi segretario notarile, la
moglie casalinga e il figlioletto Ercole di nove anni, a
completare il quadretto c'è lo zio materno
Pinuccio, nato
gagà, come soleva dire la
sorella. É consuetudine che lo zio
Pinuccio ceni spesso a casa di
Ercole e racconti le sue doti affabulatorie
che tanto incantavano le
donne e millanti di essere un mediatore d'affari per i grandi
produttori di seta del comasco. Un personaggio
affascinante agli
occhi ammirati
del piccolo Ercole, quel
giorno della gita in cui per la
prima volta
sentirà l'odore del mare
indescrivibile a parole, come diceva
la sua
maestra
e vedrà in lontananza le
onde splendenti di sole, sarà un'avventura
indimenticabile ed emozionante. Solo
dopo vent'anni e, casualmente
da sua
madre, Ercole verrà
a conoscenza
dei retroscena che si celavano
dietro quel primo viaggio per lui in
automobile. L'utilitaria uno
degli status simbol
di quegli anni costituirà per Ercole
un totem della sua infanzia
e il tramite del suo
legame e con il padre e con lo zio.
Vitali ci ha abituati alle atmosfere
brumose e lacustri, alla caligine estiva
che appesantisce
i pensieri e rallenta le azioni,
ad una
sorta di malinconia del tempo andato illustrato
come una cartolina color seppia.
Nella tranquillità
apparente
della provincia
serpeggia un'inquietudine di fondo, ma velata e
implicita, senza clamori
e impeti improvvisi. I suoi racconti
sembrano istantanee, dove il tempo è fermo e i personaggi si muovono in retrospettiva, tutto scorre come immagini
proiettate su uno schermo. La realtà
è come assorbita da una
luce ombrata, sfumata e quello che all'apparenza sembra
in superficie calmo, sottende
segreti o retroscene, ma
non colpi di scena che fanno sobbalzare il lettore. La
scrittura piana e riposante
non risente degli urti degli eventi narrati, non è gravata da particolari o ingegnosi costrutti sintattici.
Scorre lieve e regolare come un
fiume in pianura, non c'è il pericolo di inciampare o di faticare per sentieri lessicali
impervi, chi legge ha
l'impressione di seguire un percorso sicuro la
cui meta è certa. Lo stile calibrato,
la chiarezza espressiva
non sono limiti artistici di un'opera letteraria,
un genere letterario di intrattenimento
non è un semplice divertimento, intrattenere
il lettore è la forza trascinatrice di uno scritto e questo libro intrattiene e piacevolmente.
Di Andrea Vitali (Bellano
1956) nel catalogo
Garzanti
sono presenti: Una finestra vistalago (2003, premio Grinzane Cavour
2004, sezione narrativa, e
premio letterario Bruno Gioffrè 2004), Un amore
di zitella (2004), La signorina Tecla
Manzi (2004,
premio Dessì), La
figlia del podestà (2005, premio
Bancarella 2006), Il procuratore
(2006, premio Montblanc
per il romanzo giovane 1990), Olive comprese (2006, premio
internazionale
di letteratura
Alda Merini, premio lettori 2011), Il
segreto di Ortelia (2007), La
modista (2008, premio Ernest
Hemingway), Dopo lunga e penosa
malattia (2008), Almeno il cappello
(2009, premio Casanova;
premio Procida Isola di Arturo Elsa
Morante; premio Campiello sezione giuria
dei letterati; finalista al premio Strega),
Pianoforte vendesi (2009), Il
meccanico Landru (2010), La
leggenda del morto contento
(2011), Zia
Antonia sapeva di menta
(2011) e Galeotto
fu il collier (2012).
Nel 2008 gli è stato conferito il
premio letterario Boccaccio per l'opera
omnia.
Arcangela Cammalleri