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  Letteratura  »  Regalo di nozze, di Andrea Vitali, edito da Garzanti e recensito da Arcangela Cammalleri 07/02/2013
 

Andrea Vitali

Regalo di nozze

 2012

Ed.Garzanti

 

 

Al centro del romanzo Regalo di nozze di Andrea Vitali è una Fiat 600, bianca, evocatrice di quei mitici anni '60 del boom economico, in cui l'Italia per la prima volta usciva dalle anguste dimensioni dell'Italietta olografica e retorica precedente.

L'io narrante è  il ventinovenne Ercole Correnti che in quel di Como sta per sposarsi. Nel rivedere sul lungolago una Fiat 600 bianca come quella che 20 anni prima aveva comprato suo padre Amedeo,  si lascia pervadere dal ricordo di quella mitica gita con il padre,  la madre Assunta e  lo zio Pinuccio, figura  ineffabile di scapolo  trentottenne.

Siamo a Bellagio sul lago di Como dove la famiglia Correnti trascorre la sua blanda routine, il capofamiglia Amedeo prima impiegato al catasto di Como e poi segretario notarile, la moglie casalinga e il figlioletto Ercole di nove anni, a completare il quadretto c'è lo zio materno Pinuccio, nato gagà, come soleva dire la sorella. É consuetudine che lo zio Pinuccio ceni spesso a casa di Ercole e racconti le sue doti affabulatorie che tanto incantavano le donne e millanti di essere un mediatore d'affari per i grandi produttori di seta del comasco. Un personaggio affascinante agli occhi ammirati del piccolo Ercole,  quel giorno della gita in cui per la prima volta sentirà l'odore del mare indescrivibile a parole, come diceva la sua maestra e  vedrà in lontananza le onde splendenti di sole, sarà un'avventura indimenticabile ed emozionante.  Solo dopo vent'anni e, casualmente da sua madre, Ercole verrà a conoscenza dei retroscena che si celavano dietro quel primo viaggio per lui in automobile. L'utilitaria uno degli status simbol di quegli anni costituirà per Ercole un totem della sua infanzia  e il tramite del suo legame e con il padre e con lo zio.

Vitali ci ha abituati alle atmosfere brumose e lacustri, alla caligine estiva che appesantisce i pensieri e rallenta le azioni, ad una sorta di malinconia del tempo andato illustrato come una cartolina color seppia. Nella tranquillità apparente della provincia serpeggia un'inquietudine di fondo, ma velata e implicita, senza clamori e impeti  improvvisi.  I suoi racconti sembrano istantanee, dove il tempo è fermo e i personaggi si muovono in retrospettiva, tutto scorre come immagini proiettate su uno schermo. La realtà è come assorbita da una luce ombrata,  sfumata e quello che all'apparenza sembra in superficie calmo, sottende segreti o retroscene, ma non colpi di scena che fanno sobbalzare il lettore. La scrittura piana e riposante non risente degli urti degli eventi narrati, non è gravata da particolari o ingegnosi costrutti sintattici. Scorre lieve e regolare come un fiume in pianura, non c'è il pericolo di inciampare o di faticare per sentieri lessicali impervi, chi legge ha l'impressione di seguire un percorso sicuro la cui meta è certa.  Lo stile calibrato, la chiarezza espressiva non sono limiti artistici di un'opera letteraria,  un genere letterario  di intrattenimento non è un semplice divertimento, intrattenere il lettore è la forza trascinatrice di uno scritto e questo libro intrattiene e piacevolmente.   

 

 

 

 

Di Andrea Vitali (Bellano 1956) nel catalogo Garzanti sono presenti: Una finestra vistalago (2003, premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio letterario Bruno Gioffrè 2004), Un amore di zitella (2004), La signorina Tecla Manzi (2004, premio Dessì), La figlia del podestà (2005, premio Bancarella 2006), Il procuratore (2006, premio Montblanc per il romanzo giovane 1990), Olive comprese (2006, premio internazionale di letteratura Alda Merini, premio lettori 2011), Il segreto di Ortelia (2007), La modista (2008, premio Ernest Hemingway), Dopo lunga e penosa malattia (2008), Almeno il cappello (2009, premio Casanova; premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante; premio Campiello sezione giuria dei letterati; finalista al premio Strega), Pianoforte vendesi (2009), Il meccanico Landru (2010), La leggenda del morto contento (2011), Zia Antonia sapeva di menta (2011) e Galeotto fu il collier (2012).
Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l'opera omnia.

 

Arcangela Cammalleri

 

 

 

 

 

 
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