La caccia di
Laura Pugno, Ponte alle Grazie
Mattias alla ricerca del fratello Con la
telepatia
Dedicata a scrittori di particolare originalità, anche sperimentali, sia
affermati che emergenti italiani e stranieri, la casa
editrice Ponte alle Grazie inaugura una nuova serie, affidando l'incipit delle
pubblicazioni alla penna visionaria della romana Laura Pugno, già nota per il
suo Sirene, uscito nel 2007 per i tipi di Einaudi, solo per citare una fra le
tante pubblicazioni di questa inquietante scrittrice che ora, anche nel suo
fresco di stampa La caccia (pp.131, euro
14) non si smentisce.
Infatti, nelle sue brevi pagine si respira un clima metafisico che, per qualche
verso – potrebbe richiamarci Le Horla di Guy de Maupassant, se non altro
perché l'autrice ci introduce in un mondo dove ogni certezza scompare,
costringendoci ad adattarci ad una realtà alternativa
dove l'assurdo s'insinua tra le maglie del possibile, compenetrandolo di quella
impalpabile, ma pesante sostanza che è la materia prima degli incubi. Per
qualche verso, quindi, anche disturbante la scrittura della Pugno che sembra
divertirsi nel trascinarci dentro una favola nera da cui, pur volendolo,
fatichiamo a staccarci.
La trama è narrata a due voci e racconta un storia più
che strana, fatta di telepatia e creature misteriose (‹‹Lei sorride e,
improvvisamente vedo che è bella, molto bella, che la bellezza di ognuno dei
particolari del corpo – i capelli color fuoco, la pelle così bianca, di un
biancore che riflette la luce – si somma in una qualità più grande. Sorride, e io cerco un modo per trattenerla. Mi chiedo cosa posso
offrirle, mentre lei alza gli occhi verso di me, occhi color terra, chiari››)
Si chiamano Nord e Mattias i
due fratelli profondamente telepatici, in una terra dove la telepatia è
proibita, capaci di pensare compenetrandosi addirittura l'uno nell'altro. Il
tempo, in questo romanzo, è atemporale, fuori del tempo, l'atmosfera è grigia e
militarizzata – si parla, infatti di guerra civile non
meglio precisata.
Così com'è fantastico il teatro
dell'azione col tenebroso monte Gora incombente, confine assoluto che ci
preclude la visione di cosa possa esservi oltre, ma che – nel
contempo - ci allieta di non saperlo trovare in nessuna carta
geografica.
Mattias è alla ricerca del fratello Nord, scomparso
sulle pendici del cupo monte, probabilmente mentre cercava di sconfiggere la
Bestia (altro fantastico elemento), in un tempo in cui la guerra civile è
terminata, ma i miliziani sono ancora in allerta.
Con la sparizione di Nord, Mattias si mette sulle sue
tracce, investigando le visioni offerte dalla loro proibita telepatia. Nord è
sparito sul satanico Gora sulle tracce del padre.
Impossibile – e nemmeno vorremmo
farlo – riassumere un plot narrativo così improbabile
e surreale, ma ci preme sottolineare come trionfi la natura-madre, intesa, alla
fine, nelle sue polimorfe incarnazioni, come unico elemento salvifico.
Non potendo dire che si tratti di una lettura riposante, non possiamo però
negarne l'originalità intrisa di feroce poesia.
Grazia Giordani
www.graziagiordani.it