Io volevo Ringo Starr
Daniele Pasquini
Intermezzi editore, 2009
pp.174, euro 13,00
La storia di Vanni e dei suoi amici Gabo,
Tommy Boyler e Mejer, è una
storia di musica e di gioventù. Una storia ‘semplice', in cui tutti noi
possiamo riconoscerci e trovare qualcosa di nostro.
La particolarità di questo romanzo è nella voce narrante, quella di Vanni, e
nell'alternarsi di frammenti della vita di oggi e
frammenti del passato, con alcune elucubrazioni filosofiche e storiche che
danno originalità alla storia.
I dialoghi sono molto buoni e i personaggi sono ben definiti.
È quindi con interesse e partecipazione che si legge questo
romanzo di Daniele Pasquini, una buona prova
d'esordio. L'autore ha una scrittura immediata, senza forzature, che avvince il
lettore e lo tiene legato alla storia.
Ci sono alcune scene ‘deboli' – quasi scontata la
scena in cui il protagonista e Valentina restano chiusi dentro al scuola per tutta la notte -, ma è una piccola ingenuità
che siamo disposti a perdonare a Pasquini.
Belli i racconti del gruppo musicale, e molto azzeccato l'incipit
con il palco della Festa di liberazione e un pubblico evidentemente distante
dal rock che gli Smugness
vorrebbero suonare, in un confronto generazionale che avvicina e fa riflettere.
Il culmine della storia avviene durante la fase finale di un contest
al quale gli Smugness
stanno partecipando. Quella sera, quando invece di Mejer,
il batterista stravagante dai capelli rasta tinti di rosso, arriva una notizia
sconvolgente, Vanni ricorda un'altra notizia, di tanti
anni prima e affronta il pensiero della morte: “La morte è l'unica cosa certa,
e l'unica cosa di cui non possiamo dire assolutamente nulla con certezza,
avrebbe detto Kierkegaard”.
Io volevo Ringo Starr
è un romanzo contemporaneo, che tratta di vita e di morte,
di amore e di crescita, di sentimenti e di musica. Pasquini
ha scritto una storia in cui possiamo confrontarci, una storia
che prende e sorprende. Lasciamo Vanni con una sua frase: “E pensare che non ho più voglia di non avere dubbi, ma che pieno di dubbi
rimarrò vivo”.
Morena Fanti
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