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  Letteratura  »  La bambina pericolosa, di Silvana La Spina, edito da Mondadori e recensito da Arcangela Cammalleri 15/05/2013
 

La bambina pericolosa

 di Silvana La Spina

Ed. Mondadori

Romanzo pag. 334

 

 

 

Questa romanzo, ambientato in Sicilia, tra Catania e le pendici dell'Etna, ha per protagonista il commissario di polizia Maria Laura Gangemi, una femmina sbirro coinvolta da un passato sepolto nella memoria  e un presente tutto da ricostruire. L'indagine in corso è intricata, un misto di mistero, leggende contadine, arcaiche e superstizioni ataviche, Maria Laura deve fare i conti con una parte di sé oscura nell'impossibilità di ricordare, un matrimonio infelice, un figlio e una sofferenza esternata con depressione e alcolismo. E' un ritratto di donna fragile nell'apparente dominio del suo agire  di poliziotta e intrisa di contraddizioni e conflitti interiori. In uno stile terso e inframmezzato da termini dialettali, l'autrice ci restituisce personaggi costruiti con sottigliezze e sfaccettature psicologiche, dove negli animi s'annidano tensioni, paure ancestrali nello sfondo paesaggistico montano in cui la forza lavica del vulcano ne modella  i caratteri. La bellezza dei paesaggi esplode in tutto il suo fulgore, il mutare dei colori accesi ed esplosivi come rocce laviche, gli odori pregnanti della terra, degli alberi, la vastità delle vallate e del sole che splende, anzi, brucia! C'è amore dichiarato per la propria terra, ma anche tanta amara consapevolezza di credere nella giustizia in una terra in cui la giustizia è un non senso.

Estrapolo due periodi ugualmente degni di nota: il primo per la bellezza incantata, poetica, il secondo per il gusto del mito e del fiabesco.

“L'autunno vero quello che chiude i cuori e fa attendere la luce, mentre l'ombra si diffonde dappertutto. Sulle case, sulle fronde degli alberi, nell'altura del vulcano, lassù, oltre i castagni”.

“Il vulcano scatena paure primordiali, nell'arretratezza della gente. Discendenti degli antichi Sicani hanno ereditato i vecchi culti: magie e magherie. Il dio Adrano, terribile che chiedeva sacrifici rituali, che faceva inseguire le vittime dai terribili cani cirnechi, cani arraggiati come diavoli”.

E' un libro di godibile lettura, scritto con mano sapiente e felice. Un racconto che mostra una parte nera e misteriosa della Sicilia e quella che abita negli animi umani.

 

Silvana La Spina è nata a Padova da madre veneta e padre siciliano. Ha pubblicato il volume di racconti Scirocco (1992, Premio Chiara) e i romanzi: Morte a Palermo (1987, Premio Mondello), L'ultimo treno da Catania (1992), La creata Antonia (2001), Uno sbirro femmina (2007).      

 

 

Arcangela Cammalleri

 

 
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