Paola Bigozzi
Sempre accesa è la notte
Florence
Art Edizioni
Firenze 2013
Storia, avventura, dramma, amore sono
gli ingredienti principali di Sempre accesa è la notte di Paola
Bigozzi, romanzo scorrevole e avvincente, che si
fa leggere in un soffio.
Alla fine della lettura, piacevolmente
colpiti da tutta la storia, ci si chiede se sia da collocarsi tra i romanzi
storici o tra quelli di formazione e ci accorgiamo che appartiene
ad entrambi i generi. E' un romanzo storico perché narra le vicende di una
famiglia umile della Val di
Chiana toscana, dalla metà dell'Ottocento fino alla fine del Novecento (con
riferimenti chiari e precisi alla Tassa sul macinato, all'emigrazione in
Brasile, all'avvento del Fascismo, alla Seconda Guerra Mondiale, al Maggio
francese e alla Firenze degli ultimi anni del Novecento) ed è un romanzo di
formazione perché, analizzandone la struttura generale, ci accorgiamo che la
protagonista della storia è Lea, una donna contemporanea, alla ricerca del
senso della vita; la quale, nel farlo, recupera e contiene in sé l'epopea della
sua stirpe.
“…Quando ero una timida
ragazza, mi adornavo talvolta della storia familiare come di una collana solo
per attirare su di me gli sguardi degli altri; mi ci è
voluto del tempo perché quella storia umile e tragica divenisse tutto il mio
universo interiore.
Durante molti anni ho afferrato
al volo le lucciole continuamente distratta da fatti e
persone, fino a che mi sono trovata in una valle straniera; allora, come fa il
sacro albero baniam, i rami della mia vita si sono
chinati verso la terra per riemergere di nuovo alla luce e puntare dritti al
cielo.”
Chinandosi verso la terra, Lea ha
raccolto e riportato alla luce tante persone, altrimenti ignote, che trasforma in personaggi e mette in scena, rendendoli protagonisti
della loro vita, nella fatica e nel dolore, nei pochi momenti di gioia e in
quelli lunghi di dedizione al lavoro per la sopravvivenza propria e dei
familiari. Personaggi i cui caratteri ricordano quelli antichissimi degli eroi
epici: vivono inconsapevolmente di un miscuglio di bene e di male, credono
fermamente nei valori morali che si sono scelti, resistono alle avversità, si
oppongono alle ingiustizie sociali, sono in grado di rispondere con atti feroci
equivalenti a quelli che ricevono, partono per altre terre in cerca di fortuna
senza rimpianti. Soprattutto le donne della famiglia dimostrano di possedere
una resistenza al sacrificio e alla sventura quasi sovrumana. E sono loro
(Ines, Eva, Lea …) le grandi madri, fornaie vere e metaforiche, a mantenere
teso il filo rouge della storia, preparando e
offrendo pane fragrante, simbolo di casa, appartenenza, protezione.
“…Il giorno
in cui Eva si dedicava alla cosa più semplice, più antica, più buona del mondo,
nelle cucine si sprigionava un acre odore di lievito; più tardi, mentre il pane
cuoceva nei grandi forni, l'aria s'impregnava di un profumo denso e morbido
che, piano piano, lasciava il posto a quello
inconfondibile delle pagnotte ormai cotte, lucide e croccanti. I coloni
conoscevano bene quel profumo; era il ricordo che li faceva piangere, la
consolazione che scaldava i loro cuori, un tenero abbraccio che scacciava la
nostalgia. Dicevano: “O perfumo de pao è um abraco
e um abraco è a felicitade…”
Il libro è pervaso da un'atmosfera di
sensualità, che l'autrice sa spargere con perizia, realismo e levità di
linguaggio, comunicandoci consapevolmente o inconsapevolmente come sia in Eros
la spinta principale alla vita. Ed è proprio questa spinta alla vita che Lea recupera alla fine
della storia. Giunta alla tarda maturità, infatti, dopo perdite, insuccessi,
amarezze, il destino le riserva un amore che la riconcilia con il mondo e le
permette di “riaccendere” quella tenerezza che ha conservato
integra dentro “la sua notte” .
Il romanzo, nel trattare una saga
familiare, ha il pregio di essere breve e sintetico, molto fantasioso nel
succedersi degli eventi, lirico nella loro descrizione, preciso e scientifico
nelle ricostruzioni storiche. Paola Bigozzi, pur
essendo alla sua prima pubblicazione, possiede un'ottima padronanza linguistica
e la non comune capacità di tratteggiare fatti e
personaggi con poche, asciutte, frasi incisive.
Se ne consiglia la lettura a chi
volesse ripercorrere, immergendosi in una storia verosimile davvero
coinvolgente, vari eventi storici dell'Ottocento e Novecento, viaggiando con la
fantasia in ambienti molto diversi gli uni dagli altri ( Val di Chiana, fazenda brasiliana, Parigi fine anni
sessanta ) sapientemente ricostruiti.
Paola
Bigozzi è nata in terra senese e, dopo aver
vissuto a lungo a Firenze e per molti anni all'estero, risiede attualmente ad Arezzo.
Si è occupata di editoria e di
organizzazione di eventi.
Questo è il suo primo romanzo.
Franca
Canapini
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