Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Letteratura  »  Cenere, di Grazia Deledda, edito da San Paolo e recensito da Siti 23/02/2017
 

Cenere – Grazia Deledda – San Paolo Edizioni – Pagg. 320 – ISBN -9788821575044 – Euro 8,90



Tra i romanzi del Nobel sardo, è questo uno dei più complessi e interessanti benché si collochi in una fase produttiva ancora acerba e lontana cronologicamente dall’opera che viene generalmente riconosciuta come il suo capolavoro:” Canne al vento”. Rileggendo la sua produzione con una certa continuità è emersa in chi scrive la consapevolezza netta di trovarsi di fronte ad una serie di romanzi che anticipano la tematica sintetizzata efficacemente nella metafora contenuta nel titolo “Canne al vento” e che appare infatti abbozzata in “Elias Portolu” e maggiormente sviluppata in “Cenere”. Il tema in questione è la centralità del fato sul vissuto umano, una sorta di predestinazione alla sofferenza, all’espiazione in vita di colpe ataviche, alla inutilità del dolore, tutto comunque da esperire nel proprio percorso esistenziale.


L’opera seppur complessa per l’impianto narrativo, per la ricercata caratterizzazione psicologica , per la costruzione dei personaggi, per la funzionalità delle descrizioni paesaggistiche tese a assecondare stati d’animo, ad anticiparli o a contrapporvisi, risulta ampiamente riuscita nella prima parte ed eccessiva nell’enfatizzare situazioni, emozioni e catarsi nella seconda e ultima parte. Si presenta la vicenda umana di Anania, bimbo nato fuor di matrimonio e condotto per volere di una madre ancora bambina, Olì, in seno alla famiglia del padre legittimo, accolto amorevolmente dalla moglie di lui. Cresce Anania, abbandonato a tranello dalla madre a sette anni , dopo aver poggiato le sue fondamenta esistenziali in un ambiente povero, connotato da amore e difficoltà. Il suo apprendistato alla vita prosegue in città, a Nuoro, dove le relazioni della famiglia paterna lo portano a diventare uno dei tanti protetti di un ricco padrino, il signore presso il quale lavora la sua famiglia. Innamorarsi di Margherita , la figlia dei ricchi, allontanarsi per gli studi dapprima a Cagliari e poi a Roma non lo distoglieranno dalla macchia da cui si sente infangato. Egli può ambire al riscatto individuale ma deve risolvere se stesso cercando la madre della quale immagina infinita perdizione. Il romanzo termina con un seppur debole spiraglio e con una scintilla che cova, comunque, nella cenere e che alimenterà altri fuochi, altre passioni.


Siti

 
©2006 ArteInsieme, « 014054618 »