Tramonto
di un cuore
–
Stefan Zweig -
Garzanti –
Pagg. 54 – ISBN 9788811810773
–
Euro 7,00
Epilogo
Breve
e amara novella datata 1927, racconta la fine di un’esistenza
che coincide con la morte del sentire, con l’indifferenza usata
come arma di protezione e di difesa. Il vecchio ebreo Salomonsohn,
ricco e agiato borghese austriaco, sacrificato al lavoro, si concede
una vacanza in Italia con la sua famiglia: la moglie e la bella
figlia Erna. A Gardone, una notte, in albergo, sente dei rumori e
vede la figlia rientrare nella sua stanza congedandosi da un
furtivo incontro d’amore. Qualcosa in lui si spezza e l’intera
sua esistenza si rivela: mentre si rende conto, dilaniato dai calcoli
biliari, che la figlia è cresciuta, che la moglie gli è
divenuta estranea, che è stato incapace di vivere le gioie
della vita, il suo cuore sanguina. La sofferenza è tale che
l’unica soluzione che riesce a trovare per conviverci è
estraniarsi ancora di più e dalla famiglia e dalla vita. Il
ritiro è subitaneo, immediato, doloroso e straniante. La
famiglia si adatta anche a questo mutamento, solo quando gli eventi
precipitano accorre al capezzale per trovare però l’estremo
barlume di astio e di incomprensione.
Lettura
veloce, può contribuire a migliorare la conoscenza dell’autore
e le tematiche da lui affrontate nella produzione novellistica, mi
lascia piuttosto indifferente come un bozzetto dimenticato.
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