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  Letteratura  »  Affido le lacrime al vento, di Maurizio Bianco, edito da Kimerik e recensito da Giuseppe Gambini 03/05/2017
 

Affido le lacrime al vento

di Maurizio Bianco

Casa Editrice KIMERIK

Narrativa

Pagg. 162

ISBN 978-88-9375-158-2

Prezzo Euro 16,00









Il nuovo romanzo di Maurizio Bianco “Affido le lacrime al vento”, edito dalla casa editrice Kimerik, è un romanzo che parla di sentimenti e difficili relazioni sentimentali che il prota­gonista instau­ra con due donne.

La storia tratta problemi di coppia, visti come problematica sociale che vanno, però, al di là di certi preconcetti stereotipati. È una lettura che arricchisce l'animo umano e, forse, fa comprendere alcune questioni in maniera diversa e con punti di vista ben articolati.

I tre protagonisti formano un triangolo di difficile gestione che pone su piani differenti chi è più coinvolto rispetto a chi è più semplicemente amato; c’è una sorta di lotta per la supre­mazia per dimostrare chi è il più potente tra il dominato e il dominatore.

Il triangolo è composto da Maximilian, un pittore sempre in contrasto con la realtà in cui vive, Carol, la sua donna, una persona impetuosa e decisa, e Katiuscia, una rock star che torna dopo aver scombussolato in passato l’esistenza del pittore, alla quale quest'ultimo resta comunque legato da un filo sottile, quasi maniacale. Così, come in ogni relazione del genere, tutto diventa complicato, innescando gelosie quasi ingestibili.

Si genera un triangolo amoroso contrastante che finisce col trascinare i tre, tra gelosie e rivolte, verso diversi destini. Tuttavia alla fine, in maniera tragica ed imprevista, Maximilian arriverà a scoprire l’amore e sentirlo come la più alta forma per conoscere se stessi.

Il difficile rapporto tra il pittore e la cantante Katiuscia esprime conflitti sia tra loro sia col mondo che li circonda, mentre Carol, che è una studentessa, ma anche modella, è un po' la loro coscienza.

L'Autore vuole criticare e condannare l'attuale forma di consumismo sessua­le che ha messo radici nella nostra società. Infatti di questi tempi sembra che il sesso non sia più merce rara e la maggior parte degli individui crede che l’unico modo d'amare stia esclusi­vamente nelle performance sessuali, senza alcun coinvolgimento sentimentale. Ma in ef­fetti il vero amore è quello che resta, al di là del semplice sesso, e di ciò il protago­nista ne è ben consapevole; soltanto l’intimità, il contatto fisico, l’affetto, il dono di sé, la mancanza di egoismo, la fantasia... posso­no rendere un rapporto d'amore indimenticabile che duri nel tempo.

Maximilian, con la sensibilità dell'artista-pittore, è il solo a capire tutto questo, poiché riesce a trasportare su tele i propri conflitti, creando opere di valore, e ciò gli permette di percepire dentro di sé l’anormalità del mon­do. Da vero artista riesce a percepire e preveni­re sensazioni reali prima di tanti altri. Egli ama disperatamente e l’amore che prova è au­tentico, in quanto ne riassume tutti gli aspetti, come il piacere dell'Eros e l'impulso ad ama­re, come l'amore e l'amicizia verso il prossimo, aprendo così la via anche ad ogni speran­za.

Il triangolo diventa sempre più complicato, con aspirazioni differenti, con sofferenze che sviliscono l’anima, ritorsioni, ossessioni e modi di fare in contrasto a volte persino con il pensiero dei protagonisti.

L’amore di cui ci parla Maurizio Bianco in questo libro diventa ossessione, ma è anche espressione profonda di chi lo vive e, se considerato con atten­zione, porta a conoscere sino in fondo ciò che si è, e quello che si vorrebbe essere.vLeggendo e rileggendo il romanzo di Maurizio ho colto anche un altro aspetto e cioè quello dell'indecisione umana, quando sopravviene una forza misteriosa verso la conqui­sta dell'Amore e non solo, quando dentro una persona si crea un dualismo che gli rende difficile la scelta, in qualsiasi ambito della vita umana.

In effetti, anche se in modo diverso, Maximilian ama le due donne, ne vie­ne attratto con emozioni e sentimenti distinti, non sa con chi stare, chi scegliere e alla fine – come al solito, ironia della sorte – è sempre il desti­no, la vita, a scegliere per noi ed a volte, purtroppo, lo fa in maniera dram­matica, come appunto succede in questa storia.

Affido le lacrime al vento” - come potrebbe sembrare - non è unicamente un semplice racconto di una tresca d'amore banale e scontata, in quanto la storia – con il suo evolversi e con precise valutazioni psicologiche - va ad intrecciarsi con altre interessanti problemati­che, quali il sempre attualissimo e denigrante problema della droga ed un passato rela­tivo agli anni di piombo.

Katiuscia, la rock star, è una figlia adottiva con un trascorso non facile. Sin da piccola – se pure inconsciamente - vive il senso dell'abbandono da parte dei genitori naturali e re­spinge la voglia di amare ed essere amata da altre persone. Ciò la porta a vivere una vita complessa, a farsi male da sola, respingendo ogni aiuto per il proprio bene, ma accettando quello di persone subdole e ciniche; infatti, ad un certo punto della sua vita, viene attratta dalle luci della ribalta che non sempre, però, sono così splendenti come potrebbero sem­brare ai non addetti ai lavori.

Lei se ne fa coinvolgere, idolatrata ed illusa anche da chi le sta vicino e la consiglia in modo egoistico. Si lascia sedurre e coinvolgere dal successo; ma tanti artisti, per stare al passo con il frenetico ritmo della vita che conducono, spesso vivo­no in modo disordinato, quasi alienante, per cui prima o poi sono portati a far uso di qualcosa di non legale, come quello delle droghe... e ciò vale anche per la nostra protagonista Katiuscia.

Inoltre il romanzo assume a tratti anche una forma di mistery che dà ulte­riore interesse alla storia. Infatti il pittore Maximilian ogni notte vive un incubo, durante il quale vede un uomo nero senza volto che lo perseguita, ma non riesce ad identificarlo né a giustificare que­sta misteriosa presenza, sino a quando - scavando nei ricordi di adolescen­te – ritorna­no alla mente alcuni dettagli ed allora le tessere del puzzle si ri­compongono e ciò che era passato si integra drammaticamente con il suo presente.

Infine nella ricerca psicologica dei vari personaggi, non passa inosservato la vita che un artista può vivere. Nel mondo dell'arte non tutti hanno la fortuna di eccellere. A volte forse – per vari motivi che è facile immaginare – sono sempre i peggiori ad essere osannati, mentre i migliori spesso restano dietro le quin­te e magari solo il tempo e la storia può ren­dere loro merito. E questa condizione viene spesso tratteggiata da Maurizio Bianco duran­te lo sviluppo della trama.

Cosa dire del finale della storia? Come si conclude la vicenda narrata da Maurizio?

Posso soltanto dire che è estremamente coinvolgente dal punto di vista emozionale.

È l'unica soluzione alla quale lo sviluppo della trama può portare. Altro non vi dico!... d'accordo che non è un giallo, da sapere alla fine chi è il colpevole, ma ogni finale di un ro­manzo ha il proprio fascino.

Bene, come si può capire, il romanzo “Affido le lacrime al vento” è una storia ricca di spunti interessanti ed affascinanti, scritto con stile sem­plice, piacevole e scorrevole, con ritmo incalzante che invoglia il lettore, alla fine di ogni capitolo, a proseguire la lettura per la curiosità di sapere cosa succede successivamente ai vari protagonisti.

Affido le lacrime al vento” …nel titolo è condensata tutta l'attuale metafora della vita!

Le lacrime versate per dolori, odio, angosce, paure, disfatte, amori non corrisposti, si vorrebbero gettar via, affidarle al vento perché possa portarle via!

Questo è in ultima analisi il senso del romanzo di Maurizio Bianco!







Maurizio Bianco nasce a Napoli nel 1962.

È scrittore, pittore, musicista, promotore di nuovi autori e di corsi di scrit­tura creati­va. Proviene da una famiglia di musicisti jazz. Infatti il papà ha la passione per la poesia, le sorelle una predisposizione per il disegno ed i suoi fratelli sono bravi nel campo musicale.

Si trasferisce a Milano con la famiglia, si laurea in Biologia, ma ciò non lo allontana dalla formazione e passione umanistica.

Nei primi anni '90 segue dei Corsi di scrittura creativa in Via Conservato­rio a Milano e comincia a scrivere dei racconti per riviste letterarie.

Finalista in concorsi indetti da vari Enti ed Associazioni letterarie, lo porta­no a cono­scere Alberto Bevilacqua che lo stimola a scrivere e al quale poi ha dedicato il suo primo libro “Trilogy” nel 2004, un misto tra prosa e poe­sia. Riceve un discreto successo con il suo primo romanzo”Emozioni” nel 2002 che vende qualche migliaia di copie.

Tra i diversi racconti premiati, il più recente è l’ebook Strani Amori, finalista al premio internazionale Jacques Prevert 2014 organizzato dal Club degli Autori.

Negli ultimi 10 anni tiene Corsi di Scrittura creativa, formando diversi allievi che poi a loro volta hanno pubblicato dei propri testi.

Nel 2006 esce il romanzo “Poesia d'ottobre” che è un'attenta analisi del periodo degli anni di piombo, misto ad un profondo aspetto poetico.

Anche questo libro vende diverse migliaia di copie... oh, come ci siamo arricchiti!

Lo scorso anno ha ottenuto un posto di finalista al Concorso di Arese sull'Alfa Romeo in memoria di uno studente.

Ed infine arriviamo ad oggi, con la pubblicazione da parte della Casa Editrice KIMERIK del suo ultimo romanzo “Affido le lacrime al vento”.



Giuseppe Gambini


 
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