Bernard
Berenson-Da Boston a Firenze
Vita
di un critico: l’arte e le donne secondo Berenson
Ritratto
a tutto tondo del grande studioso lituano americano
Se
ci sono biografie più coinvolgenti di un romanzo, tra queste
spicca «Bernard Berenson – Da Boston a Firenze»
di Rachel Cohen che Adelphi ci propone nella bella traduzione di
Mariagrazia Gini
(pp.326,
euro 32).
Il lituano americano Bernard Berenson (1865-1959)
già era stato oggetto di pregevoli biografie, del resto la sua
bizzarra vita si prestava troppo al fatto che si parlasse di lui, ma
la novità della biografia Cohen sta nel meticoloso modo di
presentarci il personaggio, senza nulla tacere: dall’oscura
nascita in Lituania, alla formazione americana, dai viaggi di studio,
alle pubblicazioni che gli fruttarono ricchi guadagni. Non ultimo il
rapporto che lo studioso intrecciò col mondo femminile.
Cominciando dalle sorelle Senda e Bessie, proseguendo con la mecenate
Isabella Stewart Gardner, non dimenticando la compagna e moglie Mary
Smith Costelloe e l’amante Belle de Costa Greene, proseguendo
con Edith Wharton, per giungere a Nicky Mariano. Non certi di averle
ricordate proprio tutte, tanta era la vis seduttiva di questo
irresistibile studioso.
Anche mistificatore, in un certo senso,
il nostro protagonista, capace di tutto per nascondere la sua
umile nascita, il suo vero nome Bernard Valvrojenski, di religione
ebraica. Sua intenzione, ben determinata, era quella di non languire
nella frustrazione del padre, che pur con velleità
intellettuali, era finito venditore di pentole porta a porta. Sul suo
futuro era ben determinato, sapeva di avere in sé le stigmate
del successo con tre obiettivi irrinunciabili: passare la vita ad
osservare l’arte, arricchirsi e diventare scrittore. Dei tre
propositi solo l’ultimo non si verificò in pieno. Ma non
si può volere troppo dalla vita.
La sua fortuna dipese
soprattutto dalle donne: Isabella Stewart Gardner e Mary Smith
Costelloe che lo finanziarono senza risparmio, proteggendolo in ogni
modo. Visitò tutta l’Europa, divenendo un leader
del mercato artistico. Infedele in amore e nel credo religioso (si
vergognava di essere ebreo), la Cohen sa presentarcelo in maniera
irresistibile, con penna arguta e attenta ai particolari anche minimi
e non da tutti conosciuti. Quasi cinquantenne, il Nostro, conobbe
Edith Wharton e con lei intrecciò un profondo legame,
eccezionalmente, d’amicizia. Un ultimo amore fu invece con
Nicky Mariano che fu il suo angelo custode per gli ultimi
quarant’anni di vita. Divenuto il portentoso conoscitore dello
stile degli antichi maestri, sopravvissuto alla guerra e
all’occupazione tedesca, terminerà i suoi giorni,
novantaquattrenne, nella splendida bellezza della sua villa nei colli
fiorentini, ma con l’amara consapevolezza di aver messo il suo
prestigio al servizio dei grandi mercanti.
Berenson
chiuse i suoi giorni il 6 ottobre 1959. Al momento del trapasso gli
facevano corona la sorella Bessie, la fedele Nicky Mariano con la
sorella Alda. E come avrebbe potuto essere altrimenti? Seduttori si
nasce e seduttori si muore.
Rachel
Cohen insegna alla University of Chicago e ha
scritto, fra l’altro, per il «New Yorker», il
«Guardian», la «London Review of Books» e
«McSweenery’s». Di lei Adelphi ha pubblicato
«Un incontro casuale» (2006). «Bernard Berenson è
apparso per la prima volta nel 2013.
Grazia
Giordani
Blog
|