Cinzia
Della Ciana
Passi
sui sassi
Effigi
“E
fu boato/ che sillabò l’eterno muto”
La
mia amica poetessa e blogger Domenica Luise sostiene che la poesia è
dolore, amore e gioco. I tre elementi sono sempre mescolati in ogni
scritto poetico, ma (aggiungo io) succede spesso che l’autore
ne enfatizzi soprattutto uno sugli altri e che quest’uno
colpisca l’attenzione del lettore.
Anche
in Passi sui sassi, prima raccolta poetica di Cinzia Della
Ciana, sono presenti l’amore e il dolore, ma è il
gioco che cattura l’attenzione più di tutto. Cinzia
gioca sapientemente con la parola, ne fa musica di sillabe, tanto che
l’intero libro appare come un brano di musica dura, petrosa,
violenta, con la quale l’autrice manifesta la sua avventura
psichica, volta ad un tormentoso cambiamento interiore ed esteriore.
Inizia
con lo squillo della determinazione al cambiamento, nella speranza di
potercela fare “d’improvviso scoprirsi arrivati,/col
viaggio che ci avrà fatti e inventati”; s’innalza
tumultuosa compiendo passi difficili sui sassi (delle scelte) che
scorticano; si accende di certezze quando i passi diventano sicuri;
si cheta e rallenta nel passeggio sulle strade della nuova vita; si
gonfia trascinando l’oggi in un continuo sorpasso di ieri fin
quando il magma dei sensi solidifica, abbandonandosi a nuove sassaie.
Da
questa musica emerge il sentire prometeico di una donna che vuole
essere completa “Solo/umano/è/l’intera donna”;
il suo tormento personale “Non penso,/non vedo./Covo il
volante/lo piego/annego./E’ scontro,/salto arruotato…”;
le
incitazioni a se stessa “… e allora, forse, sarò/
faro, giano fra mare e terra,/ festa senza farsa…” in
cui l’onda della volontà resta sempre tesa e violenta
“abbrucinino
le camere oscure/che ribaltano il fuoco” “ho difeso
l’offesa del torto/nel corpo che porto piena d’ignoto,/affogo
e nuoto”; l’osservazione
degli elementi del paesaggio esteriore(monumenti, paesi, feste,
alberi, fiori) che diventano correlativi oggettivi del suo paesaggio
interiore.
Come
si può vedere dai brevi versi citati, a riprova di quanto
dicevo all’inizio, è parola sonante piegata al volere e
al gusto dell’autrice che non rifugge dal meravigliare il
lettore con neologismi e un uso tutto personale dei verbi come in
queste espressioni: un rantolo roca; rostri i tuoi piedi;
brivida polvere; foltame ch’asconde; fra queste
fessure abbrivido; remano i pensieri; imbutano la tua
mole;
le
voci merlano frulli; muòrile (le voci).
Concludendo
si può dire che la poesia di Cinzia della Ciana, per contenuti
e sonorità, ben esprime il terremoto interiore dell’autrice,
metaforicamente condensato nei due brevi versi di
Terra
scossa
E
fu boato
che
sillabò l’eterno muto.
E
inoltre ci lascia con l’impressione che indichi uno dei tanti
nuovi rivoli in cui comincia a scorrere la poesia italiana del nuovo
millennio.
Cenni
biografici
Cinzia
Della
Ciana, nata a Montepulciano (Si), è un
avvocato aretino.
Ha
pubblicato una raccolta di racconti Quadri di donne di quadri
e un romanzo Acqua piena di acqua, per i quali ha ricevuto
numerosi Premi.
Passi
sui sassi è la sua prima raccolta di poesie.
Franca
Canapini
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