La
camera azzurra – Georges Simenon – Adelphi
– Pagg. 153 – ISBN 9788845917868
- Euro 15,00
Il
povero signor Falcone è uno straniero nella campagna francese,
ancora parla l’italiano con il fratello che, come lui, è
riuscito a farsi strada nella vita nonostante le difficoltà
legate all’origine e alla nascita. Tony, il protagonista ha
messo su famiglia, ha lasciato il suo primo lavoro e si è
messo in proprio, possiede una casa di proprietà e sta ora
estendendo il suo raggio di affari nella provincia. Il fratello
possiede invece un albergo, è sposato anche lui e, come
possono, stanno entrambi vicini al padre che vive una tragica
vedovanza e preferisce vivere isolato nel suo dolore. Tutto sarebbe
nell’ordine delle cose se alla base di questi rapporti
interpersonali ma soprattutto alla base del vincolo matrimoniale non
ci fosse quel disturbante senso di tranquillità, quella
accomodante sicurezza che un piccolo uomo cerca quando va a
maritarsi: una moglie in casa, una cucina linda e perfetta, una mamma
per i propri figli. E l’amore? Forse c’è anche
quello ma non è animato dalla passione, tutto fluisce per un
naturale succedersi degli eventi, ci si sposa, si hanno dei figli, si
fanno dei sacrifici, si va in vacanza se è possibile, si pensa
alla vecchiaia che trascorrerà serena, sistemata la prole. Ma
gli uomini nella sicurezza ricercata ci stanno stretti, è uso
avere qualche scappatella, tutti hanno delle amanti, occasionali al
più, non tali da minare l’ordine delle cose, oserei dire
che esse stesse, le fugaci amanti, rappresentano l’ordine delle
cose, quello che è stato e sempre sarà. Ma per Tony no,
sì lui è tale e quale agli altri, fin quando sulla sua
strada non si frappone una sua ex compagna di classe che lui non ha
mai considerato interessante, è maritata con un uomo ricco ma
seriamente malato e segnato da un verdetto di probabile morte
prematura, non hanno figli e gravitano all’ombra della madre di
lui. Quando Andrée incontra Tony una sera per la strada lo fa
suo e da allora al segnale convenuto si incontrano nella camera
azzurra dell’albergo del fratello di Tony, nessuno sospetta,
alte le precauzioni, solo i parenti di Tony sanno ma sono
accondiscendenti. La narrazione si avvia proprio nella famosa camera
dopo un amplesso focoso, il dialogo è uno scambio di brevi
battute, Tony risponde distratto alle domande dell’amante e ora
in carcere quelle poche parole scandiscono il suo tempo insieme alla
serrate domande del magistrato...
Ottimo
romanzo dal ritmo serrato, come sempre generatore di dubbi
esistenziali, si legge in poco tempo semplicemente perché è
ottimamente orchestrato, non si tratta qui tanto di chiedersi quali
sono i capi di accusa , pazientante fino alle ultime pagine, è
a mio parere molto più inquietante scoprire come una vita
tranquilla possa essere miseramente distrutta dalla volontà e
dalla tenacia di una sorta di mantide religiosa per riflettere poi
su come sia facile annientare un essere umano o forse più di
uno…
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