L’oscura
controdanza – Cristina Sparagana –
L’ArgoLibro – Pagg. 72 – ISBN 9788898558797
– Euro 12,00
Perle
sconosciute
È
una lettura fuori dall’ordinario, quella che regala la silloge
di Cristina Sparagana. Tra le sue pagine palpita una poesia non
sempre di facile comprensione, seducentemente criptica,
meravigliosamente ricca d’immagini, colori, emozioni; una
scrittura esigente che chiede di soffermarsi sulle parole, ma che a
una rilettura più attenta dischiude infine generosa la sua
essenza. Ed ecco, quindi, affiorare affetti e legami familiari,
ricordi, quotidianità che intrecciano gioie, ansietà,
pacate inquietudini dell’anima, silenzi cupi e solenni che, pur
nascosti, non tacciono, mentre la lontananza, non sempre vissuta in
termini soltanto geografici, si consuma a poco a poco in attese
impazienti ma rassegnate che si dissolvono al calore di un
ritorno.
“Il
tuo cupo silenzio, dolce tarlo che si/ rintana, sera dopo sera,
nell’arco roseo del tuo sopracciglio./ Ti parlo, e sul tuo
labbro esita un giglio/ che subito appassisce nella grande/
terracotta di un piccolo tramonto.” (da “Silenzio”)
Colpiscono
gli splendidi azzardati accostamenti verbali, che danno vita a giochi
trasognati di tenebra e luce, un intenso poetare che affastella
sapientemente le parole. E stupisce l’assonanza che si annida
ritmica e inaspettata tra i versi che, all’improvviso, sanno
farsi volo di rondini, fulvo manto di volpi o solitario cuore di
tartaruga.
“A
volte sogno i tuoi capelli sparsi/ brulli come di noce, e vorrei
entrare/ nel vento della tua scriminatura, […]” (da
“Chicchi”)
“Verrà
presto la notte e la sua insonnia,/ un prato bianco, balzo di
cipressi/ che ha chiuso fra i guanciali i suoi colori.” (da
“L’ora del lupo”)
“La
grave tartaruga siciliana/ il suo guscio presbiotico, ampio, ovale,/
le liquide escrescenze delle zampe,/ è laggiù che ti
aspetta, l’oltremare/ sull’enorme inudibile parola. […]”
(da “Un viaggio”)
Un
lavoro davvero di alto livello che aggiunge ulteriore lustro alla
carriera della già affermata autrice e che altro ne conferisce
alla stessa casa editrice che lo ha pubblicato, a riprova del fatto
che anche i piccoli editori, seppur operando ai margini di un mercato
dove l’attenzione da parte del grande pubblico viene spesso
abbagliata da mere logiche commerciali, propongono opere di qualità
e, come in questo caso, notevole spessore che meriterebbero una
diffusione maggiore.
Laura
Vargiu
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