La
piramide del caffè – Nicola Lecca –
Mondadori – Pagg. 250 – ISBN 9788804624592
- Euro 17,00
Delicato
Se
dovessi attribuire un aggettivo a questo romanzo, forse non ne
troverei uno più immediato e spontaneo: delicato. Delicata è
la figura di Imi, il giovane protagonista, delicati i suoi sogni;
delicata anzitutto la penna dell’autore. Malgrado la storia
narrata.
Nicola Lecca vola lontano dalla sua terra, isolana e
naturale location per tanti altri autori locali, lungo le rotte
europee di quelli che sono, in definitiva, i suoi stessi viaggi.
Attraverso queste pagine ci racconta emozioni e speranze infantili di
un povero orfanotrofio di confine, la fredda cortesia, l’indifferenza
e il vuoto esistenziale di adulti smarriti, chi per una ragione chi
per un’altra, in una città opulenta e sfavillante ma non
per questo meno povera d’orfani, così come ci svela
l’incanto – e il suo diretto disincanto – di un
mondo apparentemente perfetto, dominato da infallibili gerarchie e
leggi di mercato e dalla omologazione persino del cappuccino servito
nelle grandi catene di caffetterie alla moda.
Un romanzo scritto
con amore, ha dichiarato da qualche parte l’autore, e si
sente.
Una piccola grande storia, semplice pur nella sua
complessità.
Un libro profondamente bello, come tutti
quelli che, nell’assurdità del nostro tempo, sanno
ancora regalare un’emozione e far comprendere che quello della
felicità è un segreto che, in fin dei conti, tutti
potremmo scoprire se non ci ostinassimo a inseguire sempre e a ogni
costo l’effimero e il materiale che non si possiede.
Laura
Vargiu
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