Che
la festa cominci – Niccolò Ammaniti –
Einaudi – Pagg. 328 – ISBN 9788806191016
– Euro 18,00
Inverosimile
e caotico
Nel
mucchio dei mille libri ancora da leggere qualche giorno fa ho tirato
fuori Che la festa cominci di Ammaniti, devo essere sincera, per
quanto il libro sia del tutto inverosimile e ad un certo punto
scritto in modo caotico e confusionario, mi ha divertito
moltissimo.
Due storie che viaggiano parallelamente: Saverio
Moneta, frustrato e nullatenente, con autostima zero e seri problemi
familiari di giorno, di notte leader della setta ormai in declino “Le
Bestie di Abaddon”, promette agli unici tre rimasti nella
setta, un’azione indimenticabile che sarà sulla bocca di
tutti i cultori del maligno.
Francesco Ciba, celebre scrittore
ricco, bello e affascinante con una vita carica di eccessi che ad un
certo punto da una giovane promessa sta diventando una promessa
mancata. Entrambi alla ricerca di una svolta.
Le storie si
incrociano nella sontuosa “Villa Ada” dove il palazzinaro
Sasà Chiatti in cerca di approvazione e fama sta organizzando
la più spettacolare festa del secolo.
Una festa che ha
tutte le buone intenzioni per rimanere nella memoria della capitale
ma che collassa su se stessa in un incubo di violenza e ironica
assurdità.
Ammaniti convoglia nella festa tutta
l’irrazionalità del vivere (in)civile contemporaneo: il
riflesso distorto della realtà, eccessivo, eccitato e funebre
con personaggi grotteschi, ampollosi e funesti.
Del resto, la
satira è: “Critica più o meno mordace (dal
sarcasmo alla caricatura) verso aspetti o personaggi tipici della
vita contemporanea” e Ammaniti è riuscito a rendere la
realtà del momento cruda, eccessiva e addirittura fastidiosa
senza possibilità di attenuati.
Una realtà che non
ammette lieto fine, alla fine i vincenti sono i mediocri, quelli che
vivono di immagine nel mondo dell’apparenza con una drastica
conseguenza: chi ha sogni da vivere non ha spazio in questa società,
non ha altra possibilità che fuggire e rifugiarsi nella
fantasia/speranza che qualcosa si può cambiare ma che mai
succederà.
Katia
Ciarrocchi
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