Pioggia
nera – Georges Simenon – Adelphi –
Pagg. 125 – ISBN 9788845917349
– Euro 10,00
Caccia
all’uomo
È
sempre un piacere leggere il caro belga, si consolida la garanzia di
ritrovare ambientazioni e temi ormai noti. Non si corre però
il rischio di annoiarsi perché la materia è gestita con
tale padronanza che non viene mai meno il piacere della scoperta e
anche quando la trama non regala grandi soddisfazioni, ci si ritrova
comunque paghi della lettura intrapresa. Nel caso specifico la
memoria ha richiamato subito “La scala di ferro” e per
il singolare mezzanino che funge da ambientazione e per il
collegamento dell’appartamento ad un piano terra adibito ad uso
commerciale. L’ambientazione appunto, è lì a
farla da padrona la maestria dello scrittore. Un piccolo paese tutto
affacciato ad una vera e propria corte mercantile- come ne “Il
piccolo libraio di Archangelsk”-
viene riprodotto dalla visuale annoiata e costretta di un bambino di
sette anni, Jérôme, lontano da scuola più per
volontà della famiglia che per la presunta epidemia di
scarlattina che si adduce a scusante. Passa le sue giornate là,
il piccolo, rispecchiandosi nel destino sbirciato, carpito, dedotto,
di un altro bimbo che vive un isolamento simile al suo in compagnia
della nonna. Tutto sarebbe ai limiti della normalità (?) se
nella scena non irrompesse il classico elemento di rottura, fatto
persona nella figura di una zia vecchia, adirata, invadente, resa
ancora più temibile dal rancore che nutre in seguito alla
perdita della sua casa promessa in eredità proprio al padre
del piccolo, se mai riuscisse a riappropriarsene. Il suo arrivo si
accompagna all’acuirsi di tensioni sociali di stampo anarchico
coinvolgenti gli abitanti del paesino e in particolare un uomo che
pare essersi rifugiato lì, nella casa materna. Piove sempre e
la pioggia oltre a creare un atmosfera congeniale a certi dettagli
stampatisi nella memoria del piccolo, tinge di nero la vicenda che
poi si dissolve in modo prevedibile. Ad ogni modo la tensione è
palpabile anche all’interno dell’angusto appartamento
dove il bimbo combatte un duello all’ultimo colpo con la
vecchia megera e noi ce lo godiamo tutto parteggiando ovviamente per
l’infante sul quale, alcune pagine prima, invero pendeva un
sinistro sospetto voluto dal suo padre putativo, il geniale Simenon
appunto.
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