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  Letteratura  »  L'iris della speranza, di Gladys Basagoitia Dazza, edito da Fara e recensito da Vincenzo D'Alessio 11/03/2018
 

Gladys Basagoitia Dazza: “ L’iris della speranza ” – FaraEditore, 2017.


Ha visto la luce lo scorso dicembre presso le Edizioni Fara di Rimini, nella collana “ Vademecum”, la raccolta di poesie di Gladys Basagoitia Dazza: “ L’iris della speranza ”: novantacinque pagine di “ puro lirismo”.

Inconfondibile è in poesia la voce di chi si pone alla traduzione dei poeti/ poete da lingue diverse dalla sua: come il caso dell’affermata poeta Giovanna Iorio che per le edizioni “ Via del vento” di Postoia ha tradotto poete irlandesi. Ha questa voce una essenza longeva, carica dell’energia proveniente dall’avere a che fare con idiomi di luoghi e civiltà diverse.

Nel caso della Nostra, lei, traduce se stessa: peruviana per nascita vive in Italia da molti anni assimilando con vigore l’uso della nostra amata lingua nazionale che non è certamente facile. Il risultato è verificabile nelle molteplici raccolte poetiche pubblicate singolarmente o in compagnia di Vera Lucia de Olivera.

Per apprezzare pienamente il senso dell’intera raccolta è indispensabile al lettore apprendere il significato che l’umanità ha dato ai fiori scelti dall’autrice: l’Iris Gladiolus simboleggia l’assoluta fiducia, l’affetto, l’amicizia, il trionfo della verità e soprattutto la saggezza e la promessa della continuità della Speranza.

Il loto, a sua volta, è considerato il fiore sacro per diverse religioni e nel Buddismo indica l’essenza dell’esistenza umana.

Entrambi i fiori, il primo che denomina la raccolta attuale, e richiama il nome della stessa poetessa, sono riportati nella poesia “ Radici” a pag.31: “ (…) mai sono state le radici così poderose / nutrimento del fiore purissimo / fiore del prodigio di bellezza / e di profumo incomparabile / loto simbolo della rinascita / che amo tanto quanto l’iris / fiore elegante eppure umile / simbolo dell’amicizia / e della speranza / di un mondo migliore /” .

L’intera raccolta, divisa in cinque sezioni: “ Poesia, I volti dell’amore, L’arte musica danza, Lo spirito del silenzio ” è pervasa dalla necessità profonda dell’autrice di raggiungere l’umanità attraverso l’amicizia, la conoscenza di uomini e donne portatrici delle sue stesse facoltà sensitive, degli stessi autentici dolori, delle gioie di fronte al miracolo/ mistero del Creato.

Diverse sono le strade intraprese, tra queste la condivisione nella Musica e la ricerca nella Scienza.

L’afflato di Gladys con il dolore cosmico è declamato in quasi tutte le composizioni di questa raccolta e indicate dalla dedica posta “ab initio ” : “Dedicato alla memoria di mio figlio Edwin”(pag.9). Dolore cupo e insormontabile per molti la perdita di un figlio, viene sciolto dalla Nostra nei versi di questa poesia a pag.32: “ un atto di quotidiana umiltà ringrazio / e medito in profondo silenzio e amo / inseguo l’ordine naturale del mio corpo / e della mia mente pratico la pazienza /(…) so che la natura è anche entropia / e disordine però la varietà significa vitalità / adoro l’eterno amando tutta l’umanità/ ” (Adoro l’eterno).

Leggendo i versi della Nostra percepiamo per intero il pianto delle ultime minoranze esistenti sul nostro azzurro pianeta: sterminate per fare spazio al “ demone insaziabile” dell’economia: consumare, produrre, distruggere i deboli ritenuti inutili, minacciare chi canta la bellezza della Vita.

Come nella stupenda raccolta “ Accecate i cantori” della poeta Angela Caccia, così nella raccolta di Gladys si avverte l’empatia con il dolore del nostro mondo: “ (…) vivo / un dolore insopportabile / per non poter fare nulla / dinanzi alla crudeltà / d’ogni morte ” (“Sola soletta”, pag.39).

La solitudine delle prime voci nel coro della Speranza è unanime.

Sempre troppo poche, sempre più flebili, sempre più perseguitate, intimorite, uccise. L’entropia umana è più feroce di quella naturale perché solleva continuamente il vento della morte, attraverso guerre e distruzioni di massa, pur di impedire che si affermi l’univocità del messaggio di Pace per il genere umano.

Le anafore accompagnano il verso semplice e chiaro. L’enjambement è l’energia che collabora all’unione del verso libero. Si avverte la frequenza e la musicalità della poesia spagnola nei corpi più ampi delle composizioni.

Incisiva è l’introduzione a questa raccolta realizzata dall’editore Alessandro Ramberti che ben conosce la lunga produzione poetica dell’autrice: “ (…) Da sempre la poetica dell’italo-peruviana Gladys è un ponte fra Vecchio e Nuovo Mondo, fra la realtà e il mistero che la avvolge “ quando / per forza si deve vivere / la dimensione del dolore / dove combatte e trionfa / lo spirito vitale del silenzio/” (pag.65).

Vincenzo D’Alessio




 
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