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  Letteratura  »  Anima, di Aldo Sarracco, edito da Morano e recensito da Adriana Pedicini 11/03/2018
 

Anima – Aldo Sarracco – Poesia (raccolta) – Morano Editore – Euro 10,00




L’incipit della raccolta poetica (Scrivi) di Aldo Sarracco è già un disvelamento della poetica e del senso esistenziale dell’Autore.

Echi classici nelle parole scritte su rapida acqua, bagliori di luce invisibili all’occhio umano vergati in oggetti della natura, e finalmente -in un velato climax- la dichiarazione che annose dita danno stile e vita ai moti profondi dell’animo incuneandosi in anfratti dove germogliano rose che nessuno coglie.

Sicché in un canto di melanconia si nega la speranza che è dolorosa quanto un addio. (Non aspetto più le rondini/e non voglio vederle partire).

E quando più amari si fanno i rimpianti, più acuti i rimorsi, suggestioni leopardiane danno profondo significato al recupero della memoria che poi recupero non è, perché nulla ritorna indietro, e, nell’andare sempiterno della luna, vita non c’è più da vivere, e ogni attimo è sempre uguale a se stesso e il tempo concesso non è altro che preludio di morte. (..una falce di luna/fredda e sottile, miete i disperati/ terribili, bui, pochi domani/......Se non basta la vita per vivere/ forse basta la morte per morire/.

Ancora sovviene il Leopardi di “A Silvia” : ”Anche perìa fra poco la speranza mia dolce: agli anni miei anche negaro i fati la giovinezza”

Così leggiamo in “Collina”...il cuore oltre quella cima/ dove è rimasto e dove è adesso/ ancora/ senza anni e senza ricordi/ma senza speranza/anche/.

Una speranza le cui radici furono recise in una giornata bianca di sole, in un frammento di sogni, in una scheggia di illusoria felicità. Negli occhi, nido dell’anima, era alto il muro di incomunicabilità e di silenzio. La solitudine divenne compagna (Là sei rimasta. E io salgo pian piano).

E tuttavia delicato e leggiadro questo leitmotiv, non di rado ricco di particolari naturalistici, come un classico idillio. La natura viene descritta (in Pensare) straordinaria e umile, colorata e semplice come i glicini lilla o le anemoni gialle o gli iris bianchi a far da corona al grumo nero dell’anima (la roccia nera che mi conosce).

Bisogna dire che si avverte presente nelle liriche un interlocutore silenzioso, un destinatario delle riflessioni a cui va ascritto il motivo di un andare di giorni solitari, di parole sempre più flebili, di notti sempre più prive di stelle. Fino all’estenuazione di un amore, svanito nel nulla senza far rumore. E vissuto senza far rumore, senza slanci, senza illusioni, come tanti amori, come tante vite fino alla discoperta del vero. E il dolore di dover procedere, almeno tentare di procedere(con i pugni e gli occhi chiusi/ proverò a salire).

Sennonché un sentimento male identificato (orgoglio? Inquietudine, amarezza, delusione?) e mal celato impedisce una vita piena: una sorta di amechanìa imprigiona le giornate “dietro l’autunno giallo e silenzioso della malinconia”. Conseguenza di esperienze vissute male o mai vissute che hanno condotto ad un oblio salvifico ma sterile per nuove esperienze dove vivere è avere il coraggio di vivere, forse ancora una volta esporsi alla sconfitta. (....la vita che non sai avere).

Troppi sono stati i momenti bui, troppe le delusioni e le difficoltà che hanno plasmato l’anima fin dall’adolescenza, rendendola riottosa alla lotta e alla rivincita.

Molto eloquente è infatti il riferimento alla fanciullezza e all’adolescenza nelle poesie Porta e Luna rossa.

Non rimane che lo stupore della vita onirica, dei sogni che “vengono, non li decidi”. E con essi vagare, volare sulle ali del tempo perduto, attraversare siepi e dirupi, fino ad arrivare a Samarcanda, ma ancora una volta fuggire alla luce complice della luna.

Echi saffici nel brevissimo componimento Notte: “notte muta, notte deserta..a ricordarmi che sono un soffio di vita sperduto nelle immense ellissi del cielo”.

Confronta Saffo, 168 B Voigt

Dileguata è la luna e le Pleiadi: mezza notte, via scorre l'ora, e io dormo da sola”.

Vedi la bellissima poesia Almanacco pg.28

Pertanto, tutto assume un colore sbiadito, a volte addirittura falsato che capovolge del tutto le impressioni e le emozioni, e ciò che poteva avere valenza positiva si rivela nella sua realtà un ennesimo abbandono, un’ennesima delusione (c’è un fuoco acceso nell’anima mia/sembra speranza ma è nostalgia( Solo ancora/ai piedi della notte/ e senza più nulla/ da attendere).

Volare pag 36

Può darsi che sia una dimensione di pace non avere ricordi che ravvivino l’anima, non avere speranze che la facciano rinascere “Forse questo è l’empireo/o,forse, così è la morte” in Nenia.

Sicuramente, e qui ricordiamo i versi di Martha Medeiros, poetessa brasiliana, erroneamente attribuiti al più noto Pablo Neruda:

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.


È uno stillicidio la vita quando essa si riduce a un lumicino che ha bisogno di poco olio per ardere, quando tra un sogno perduto e la fame di vita sembra che il tempo non basti e l’unica via di fuga è la rinuncia (Morire)

Al’improvviso un giorno/in un nido appena lasciato/ (il cuore) ha ripiegato le ali.

Ma chi può dire cosa sia davvero il destino, quali sorprese ci prepari, o se vogliamo quali inganni? Anche la menzogna è una menzogna dolce se serve a lenire le ferite, a sanare le piaghe con unguenti dolci come il miele.

Pertanto, e non interessa sapere se la poesia sia autobiografica oppure no, interessa il messaggio positivo che in quest’ultima poesia si coglie, che vuole essere un augurio per il lettore, e da parte del lettore per Aldo stesso.

Amore pg.63

In conclusione la poesia di Aldo Sarracco è una poesia in cui s’incrociano le strade del reale e del sogno, dell’amore e dei ricordi, della pena e dei rimpianti; strade in cui risuona l’eco del dolore personale, ingorghi in cui si fondono le voci della sofferenza.

E in fondo.....dietro la trasparenza azzurra dell’anima ...inaspettatamente....”le voci assieme hanno cantato”.


Adriana Pedicini


















 
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