Eugénie
Grandet – Honoré de Balzac –
Feltrinelli – Pagg. 250 – ISBN 9788807901973
– Euro 8,50
Oltre
le illusioni
Nella
complessa produzione di Balzac, questo romanzo del 1833 è uno
fra i titoli più noti e apprezzati , il tredicesimo, e insieme
uno degli episodi più celebri del successivo e colossale
progetto affidato alla “Commedia Umana”.
È
un fedele ritratto della società francese abilmente
focalizzato su uno dei personaggi più memorabili della
letteratura : Félix Grandet e sull’intero nucleo
familiare composto da una moglie sottomessa, una figlia ingenua e una
devota donna di servizio. Eugénie, la figlia, riveste però
nell’epilogo un ruolo salvifico e catartico, rispetto
all’economia generale dei fatti narrati e delle implicazioni
etiche che se ne deducono. Appare il contraltare di un mondo che è
governato dalle leggi del guadagno, dalla produzione, dai titoli
nobiliari ancora da inseguire benché al lavoro sia
riconosciuto il ruolo salvifico nella misura in cui è
proporzionale ai guadagni che permette di realizzare. Non importa a
quale prezzo. Non importa se al dio denaro si sacrifica tutto, se
l’amore passa in secondo piano o non viene più
contemplato come unico motore. Le stesse relazioni , nella provincia
rappresentata, sono il mezzo per aspirare a mantenere o a migliorare
la propria condizione sociale.
La
lettura -molto gradevole- porta a concentrarsi sul padre di Eugénie,
l’avaro per eccellenza, mirabilmente rappresentato, eppure ad
uno sguardo più attento penso non possa sfuggire che la vera
protagonista è appunto colei alla quale è intitolato il
romanzo, dietro la quale si celerebbe la Maria della dedica iniziale,
l’amante provinciale con cui lo stesso Balzac ebbe una figlia.
È lei, la vinta, la vittima di un disordine sociale cui
corrisponde una rettitudine morale senza pari ma che non restituisce
quelle illusioni, perdute appunto, che un breve tempo della sua
esistenza le avevano regalato.
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