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  Letteratura  »  La besa, di Lucia Vaccarella, edito da Solfanelli e recensito da Fiorella Borin 18/09/2018
 

La besa

Lucia Vaccarella

Edizioni Solfanelli

Pagg. 224 ISBN-978-88-7497-996-7 € 17,00



La “besa” è un vocabolo albanese dal significato così ampio da essere intraducibile in italiano, se non ricorrendo a una lunga serie di concetti. La besa è una promessa solenne, dalla quale non si può derogare; e già qui viene da riflettere con una certa amarezza sul fatto che non esista un vocabolo corrispondente in italiano. La besa è un impegno che coinvolge non solo se stessi, ma anche la propria famiglia, gli antenati, la terra di origine. È una sorta di ponte tra il passato e il presente, proiettato verso il futuro, costruito con ricordi, emozioni, tradizioni così radicate da essere sacre.

Titolo impegnativo che si adatta perfettamente al contenuto del libro, notevole per profondità di pensiero e perfezione della scrittura. Il romanzo di Lucia Vaccarella corrisponde a ciò che un lettore esigente chiede a un libro: che sia scritto in modo impeccabile e stimoli riflessioni che, senza quelle pagine, non avremmo mai fatto.

Relativamente al contenuto, in modo assai riduttivo lo si potrebbe definire una lunga, appassionata lettera scritta da una madre alla figlia, nella quale vengono rievocati tutti i ricordi che uniscono in modo indissolubile la protagonista ai membri della famiglia in seno alla quale è cresciuta. Ma Lucia Vaccarella non si limita a raccontare una serie di aneddoti (che pure sono presenti, e grazie ai quali la lettura procede tra sorrisi, sorprese e commozione), bensì ripercorre gli avvenimenti del secolo scorso cesellando con invidiabile maestria tutti gli antenati di cui abbia memoria, e che di quei tempi furono protagonisti o vittime. I personaggi spiccano così vividi da suscitare l’impressione che possano saltare fuori dalla pagina e sedersi a chiacchierare con il lettore, sia quelli dalla personalità più forte e volitiva, sia quelli più fragili, schiacciati dal peso della malattia. E soprattutto questi ultimi suscitano emozioni profonde, perché si entra in sintonia con la ribellione dell’io narrante, e con il suo dolore.

I libri più riusciti sono quelli in cui si avverte la sincerità dell’ispirazione, la necessità di scrivere queste cose e non altre, magari infiocchettandole con i bei nastri della fantasia. E La besa è un libro sincero e necessario, a volte tenero e a volte impietoso, scritto con l’intensità e la passione di chi davvero sta rispettando una promessa sacra. È uno dei pochi libri che, anche dopo averne terminato la lettura, continuano a rimanere sul comodino perché vuoi prolungare il piacere di sentirtelo accanto. Per questo ne consiglio la lettura e ringrazio Lucia Vaccarella di averlo scritto.


Lucia Vaccarella è nata e vive a Chieti, dove insegna materie letterarie presso il Liceo Scientifico Luigi di Savoia. Attiva nell’organizzare e promuovere eventi culturali, ha pubblicato il libro di favole Rosanuvola (2007) e il romanzo epistolare Helix (2009) sul rapporto padre-figli. Ha curato il cd-rom multimediale Immagina l’Inferno sulla I Cantica della Divina Commedia (2003); il catalogo d’arte Dante e Ovidio. Fonti Ovidiane nella Divina Commedia (2006) per l’Istituto Culturale “Casa di Dante in Abruzzo”, con cui ha collaborato per diversi anni; la pubblicazione d’arte Sogni. Le radici dell’essere (2010), di cui ha scritto i testi e curato le scelte poetiche. È del 2016 il racconto lungo Ritorni nell’omonimo libro fotografico.



Fiorella Borin


 
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