La
besa
Lucia
Vaccarella
Edizioni
Solfanelli
Pagg.
224 ISBN-978-88-7497-996-7 € 17,00
La
“besa” è un vocabolo albanese dal significato così
ampio da essere intraducibile in italiano, se non ricorrendo a una
lunga serie di concetti. La besa è una promessa solenne, dalla
quale non si può derogare; e già qui viene da
riflettere con una certa amarezza sul fatto che non esista un
vocabolo corrispondente in italiano. La besa è un impegno che
coinvolge non solo se stessi, ma anche la propria famiglia, gli
antenati, la terra di origine. È una sorta di ponte tra il
passato e il presente, proiettato verso il futuro, costruito con
ricordi, emozioni, tradizioni così radicate da essere sacre.
Titolo
impegnativo che si adatta perfettamente al contenuto del libro,
notevole per profondità di pensiero e perfezione della
scrittura. Il romanzo di Lucia Vaccarella corrisponde a ciò
che un lettore esigente chiede a un libro: che sia scritto in modo
impeccabile e stimoli riflessioni che, senza quelle pagine, non
avremmo mai fatto.
Relativamente
al contenuto, in modo assai riduttivo lo si potrebbe definire una
lunga, appassionata lettera scritta da una madre alla figlia, nella
quale vengono rievocati tutti i ricordi che uniscono in modo
indissolubile la protagonista ai membri della famiglia in seno alla
quale è cresciuta. Ma Lucia Vaccarella non si limita a
raccontare una serie di aneddoti (che pure sono presenti, e grazie ai
quali la lettura procede tra sorrisi, sorprese e commozione), bensì
ripercorre gli avvenimenti del secolo scorso cesellando con
invidiabile maestria tutti gli antenati di cui abbia memoria, e che
di quei tempi furono protagonisti o vittime. I personaggi spiccano
così vividi da suscitare l’impressione che possano
saltare fuori dalla pagina e sedersi a chiacchierare con il lettore,
sia quelli dalla personalità più forte e volitiva, sia
quelli più fragili, schiacciati dal peso della malattia. E
soprattutto questi ultimi suscitano emozioni profonde, perché
si entra in sintonia con la ribellione dell’io narrante, e con
il suo dolore.
I
libri più riusciti sono quelli in cui si avverte la sincerità
dell’ispirazione, la necessità di scrivere queste cose e
non altre, magari infiocchettandole con i bei nastri della fantasia.
E La besa è un libro sincero e necessario, a volte
tenero e a volte impietoso, scritto con l’intensità e la
passione di chi davvero sta rispettando una promessa sacra. È
uno dei pochi libri che, anche dopo averne terminato la lettura,
continuano a rimanere sul comodino perché vuoi prolungare il
piacere di sentirtelo accanto. Per questo ne consiglio la lettura e
ringrazio Lucia Vaccarella di averlo scritto.
Lucia
Vaccarella
è nata e vive a Chieti, dove insegna materie letterarie presso
il Liceo Scientifico Luigi di Savoia. Attiva nell’organizzare e
promuovere eventi culturali, ha pubblicato il libro di
favole Rosanuvola (2007)
e il romanzo epistolare Helix (2009)
sul rapporto padre-figli. Ha curato il cd-rom multimediale Immagina
l’Inferno sulla I Cantica della Divina Commedia (2003);
il catalogo d’arte Dante
e Ovidio. Fonti Ovidiane nella Divina Commedia (2006)
per l’Istituto Culturale “Casa di Dante in Abruzzo”,
con cui ha collaborato per diversi anni; la pubblicazione
d’arte Sogni.
Le radici dell’essere (2010),
di cui ha scritto i testi e curato le scelte poetiche. È del
2016 il racconto lungo Ritorni nell’omonimo
libro fotografico.
Fiorella
Borin
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