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  Letteratura  »  La sonata a Kreutzer, di Lev Tolstoj, edito da Feltrinelli e recensito da Siti 10/10/2018
 

La sonata a Kreutzer – Lev Tolstoj – Feltrinelli – Pagg. 148 – ISBN  9788807901423 - Euro 8,00


Una nota stonata



È un racconto lungo, scritto in modo magistrale e giocato su un climax ascendente che ne rende veloce e bramosa la fruizione. Si vuole infatti conoscere la motivazione che induce un uomo ad uccidere la moglie, fatto che ci viene anticipato dall’uxoricida dichiarato, durante un tragitto in treno condiviso col narratore, ben presto scalzato dal suo ruolo dal monologo- confessione che terrà scena fino all’epilogo. Non che l’assassino sia impunito, o meglio lo è, perché pur avendo confessato all’autorità giudiziaria è stato assolto in virtù dell’adulterio compiuto dalla moglie, e questa sia dunque la storia di un fuggiasco, no, affatto, è però la storia di un uomo che deve comunque convivere con l’irreversibilità del gesto compiuto a causa della gelosia, ossessionante al punto tale da rendere, per noi lettori, dubbiosa perfino la condotta fedifraga della moglie.
L’intero scritto nasce dall’intento dichiarato, dopo le prime richieste di delucidazione da parte dei suoi lettori, contenuto nella postfazione che segue il testo: fare una critica ai costumi sessuali della sua epoca, all’istituto del matrimonio, al fine di argomentare la tesi, secondo lui convincente, che l’atto sessuale tra gli umani sia da disdegnare, e che sia da preferirgli una sobria castità. Lascia alquanto perplessi; la lettura della postfazione l’ho interrotta quando la posizione mi è parsa fine a se stessa e insostenibile, affacciandosi poi Freud alla mente per una frazione di secondo, ho preferito fermarmi con un atteggiamento simile a quello che si ha quando si è di fronte ad ogni genere di estremismo. Il tutto poi si intuiva già in modo chiaro attraverso la maglia narrativa, quando si parla di eccessi sessuali in gioventù, del rapporto sessuale di coppia, delle dinamiche del disamore collassate in odio reciproco a causa della convivenza brutale alla quale il matrimonio costringe. I figli, frutto di questa unione sessuale, si badi bene non d’amore, un ulteriore tormento. Lo scritto appartiene alla fase finale della produzione del nostro e si inserisce nella biografia dell’autore, abbandonò in vecchiaia la moglie e la famiglia, e nel nascente tolstojsmo. Lascia di stucco. Un debole epilogo, questo sì più riconducibile all’etica cristiana del perdono, lo rende appena più digeribile dopo aver nel frattempo dimenticato le pagine dedicate alla musica che mi sono parse anch’esse stucchevoli, tendenziose e funzionali ad una tesi non convincente. Credo nell’amore tra uomo e donna, resistente a qualsiasi matrimonio. Di questi tempi però penso che le sue argomentazioni possano risultare gradite a tanti e condivisibili, resta il fatto, a scanso di equivoci, che non c’è giustificazione alcuna dell’atto violento rappresentato. La lettura è almeno utile per approcciarsi alla Sonata a Kreutzer di Beethoven, magistrale, eppure anch’essa anticonformista e poco gradita ai contemporanei, faceva dialogare violino e pianoforte come mai si era sentito prima. Se il racconto è una nota stonata, la sonata proprio no. Ascoltatela.


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